sabato, Maggio 24, 2025

L’Agrobiodiversità in Puglia spiegata da Franco Pistono

Ultime News

LA TUTELA DELLA DIVERSITÀ AGRICOLA E DEL PATRIMONIO RURALE PUGLIESE È AL CENTRO DEL VOLUME “BIOPATRIARCHI DI PUGLIA”. UN LIBRO CHE CELEBRA LA TRADIZIONE E IL RUOLO DEGLI AGRICOLTORI CUSTODI. CURATO DA ANNA MARIA CILARDI, LUIGI TROTTA E PIETRO SANTAMARIA, E PUBBLICATO DALL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI “ALDO MORO”, IL TESTO È UN OMAGGIO ALLE COLTURE TRADIZIONALI DELLA REGIONE, ARRICCHITO DA IMMAGINI INCANTEVOLI CHE RACCONTANO STORIE DI PRODOTTI E PERSONE CHE NE PRESERVANO LA MEMORIA.

“Biopatriarchi di Puglia”: un libro che va oltre la semplice narrazione agricola

Attraverso immagini e racconti di uomini e donne che lottano per portare avanti la tradizione, il volume è un invito a riscoprire l’importanza di ciò che la terra ci offre e ci dona. Una riflessione sull’importanza di proteggere e valorizzare il nostro patrimonio agricolo affichè rappresenti una fonte di ricchezza anche per le generazioni future.

Agricoltura
“Bioparchi di Puglia” è un invito a riscoprire l’importanza di ciò che la terra ci offre e ci dona, e a riflettere sull’importanza di proteggere e valorizzare il nostro patrimonio agricolo

I biopatriarchi della Terra

Il termine biopatriarchi non si riferisce solo ai prodotti agricoli, ma soprattutto agli agricoltori, i custodi della tradizione. Queste figure, come descritto da Pietro Santamaria, rappresentano la bellezza intrinseca della vita rurale.

«È negli occhi di questi agricoltori la bellezza; nel fondo dei loro occhi, che scrutano dove seminare e come coltivare. Le loro mani sono la bellezza; il loro volto solcato dalle rughe è la bellezza; tutto il loro corpo è solcato».

È attraverso questi uomini e donne, che vengono tramandati, di generazione in generazione, le storie di piante e semi, spesso a rischio di scomparsa. 

I nomi semplici protagonisti della sapienza agricola in Puglia

Tra i biopatriarchi figurano coltivatori di specie orticole, leguminose, cereali, alberi da frutto, olivi e viti. Nomi semplici e familiari, come Angelina, Vito, Gaetano e Pasquale, che diventano i protagonisti di un racconto collettivo fatto di sapienza agricola antica, ormai minacciata dall’omologazione delle pratiche moderne.

All’interno del libro, ad esempio, si narra il caso della Cicoria bianca di Tricase, la cui produzione è stata quasi completamente abbandonata a favore di piantine pronte, mettendo a rischio non solo la qualità dei prodotti ma anche la memoria delle tecniche colturali tradizionali.

La ricchezza si trova nella diversità

La Puglia è una delle regioni più ricche di biodiversità agricola in Europa, e questa diversità va salvaguardata. Il volume mette in luce come la varietà delle colture pugliesi sia un pilastro che va valorizzato e protetto.

Donato Pentassuglia, assessore regionale all’agricoltura, sottolinea nell’introduzione al libro che l’innovazione deve andare di pari passo con la tutela della biodiversità. «L’agricoltura deve fare la sua parte nel ‘Green Deal’ europeo, puntando a un futuro inclusivo e sostenibile, dove la biodiversità svolge un ruolo chiave nel successo della strategia».

Una riflessione che evoca la Torre di Babele

Scorrendo le pagine del libro, emerge una riflessione intrigante che richiama la storia della Torre di Babele. Nel racconto biblico, gli esseri umani si accordano, complice un’unica lingua, per costruire una torre che arrivi a toccare il cielo; la loro omogeneità, la loro uniformità, li conduce a grandi imprese, poi frenate da un Dio inquieto (Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile – Genesi, capitolo 11).

Un parallelismo implicito per giungere al contrasto della mcdonaldizzazione dell’agricoltura, dove la tendenza all’omologazione rischia di far perdere l’importanza e il valore dell’unicità.

Fonte: Ambiente e Non Solo

Numero verde ONA

spot_img
spot_img
spot_img

Consulenza gratuita

    Articoli simili