sabato, Novembre 8, 2025

Salvate… il Mare Nostrum. MedReAct, la campagna di sensibilizzazione 

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A UN ANNO DALLA TERZA CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE SUGLI OCEANI, CHE SI TERRÀ A NIZZA NEL GIUGNO 2025, MEDITERRANEAN RECOVERY ACTION (MEDREACT,) ORGANIZZAZIONE DEDICATA ALLA PROMOZIONE DI AZIONI CONCRETE PER IL RECUPERO DEL MAR MEDITERRANEO, HA DATO IL VIA A UNA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE SU VASTA SCALA. ATTRAVERSO SPOT TELEVISIVI E RADIOFONICI, CARTELLONI NELLE STAZIONI FERROVIARIE E NELLE CITTÀ ITALIANE, MEDREACT STA DIFFONDENDO “L’URLO DEL MARE”. SALVATE IL MEDITERRANEO! UN RICHIAMO POTENTE E URGENTE ALLA NECESSITÀ DI IMPLEMENTARE MISURE DI PROTEZIONE AMBIENTALE NON PIÙ PROCRASTINABILI. L’INIZIATIVA MIRA A RISVEGLIARE LE COSCIENZE E A MOBILITARE L’AZIONE COLLETTIVA PER SALVAGUARDARE IL NOSTRO PREZIOSO ECOSISTEMA MARINO

Salvate il Mediterraneo, scrigno di biodiversità

Il Mediterraneo, il “Mare Nostrum” per via della sua importanza storica e strategica per l’Impero Romano, che lo considerava il centro delle proprie rotte commerciali e militari, è uno scrigno di biodiversità.

Ospita ben 17mila specie, che rappresentano 7,5% della diversità biologica a livello globale. Pur rappresentando solo una piccola parte degli oceani del mondo, ospita una varietà incredibile di vita marina.

Le sue acque abbracciano ecosistemi unici, dalle barriere coralline alle praterie di posidonia, pianta marina considerata un buon indicatore della qualità delle acque costiere. Tuttavia, la biodiversità è minacciata da molteplici fattori.

  • La pesca eccessiva (attualmente, vi operano oltre 73mila pescherecci) sta riducendo drasticamente le popolazioni di pesci. Di conseguenza, negli ultimi 60 anni, il mare ha perso oltre il 40% dei grandi predatori e mammiferi marini. Inoltre, il 58% degli stock ittici è sovrasfruttato e molte specie e habitat sono in preoccupante declino. Nonostante la riduzione della pressione di pesca complessiva, diminuita del 31% dal 2012, questa rimane il doppio del livello considerato sostenibile;
  • Il cambiamento climatico riscalda le acque del Mediterraneo, provocando la migrazione di specie marine e mettendo a rischio quelle autoctone che non possono adattarsi rapidamente. Ultimamente sono state rinvenute oltre 900 specie non native (le cosiddette specie aliene). Oltre la metà di esse ha formato popolazioni permanenti e si sta diffondendo, causando preoccupazione per la minaccia che rappresentano per gli ecosistemi marini e le comunità di pescatori locali;
  • L’inquinamento, dai rifiuti plastici ai prodotti chimici riversasti nelle acque, danneggia la salute degli organismi marini e degrada gli habitat. 

Biodiversità a rischio estinzione

Secondo una recente previsione del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (IPCC), oltre trenta specie endemiche del Mediterraneo rischiano di estinguersi entro la fine del secolo. La pesca accidentale è una delle principali minacce per la fauna marina: squali, delfini e mante finiscono spesso intrappolati nelle reti.

La pratica della pesca a strascico, in particolare, provoca la cattura di molte specie indesiderate o di individui al di sotto della taglia minima consentita.

Questi esemplari catturati accidentalmente, che rappresentano dal 15 al 40% delle catture nel nostro mare vengono spesso rigettati in acqua sia vivi sia morti. Un processo che, non solo spreca risorse, ma causa anche danni significativi agli ecosistemi.

Gli animali rimessi in acqua, specialmente quelli morti o feriti, alterano infatti gli equilibri ecologici e riducono ulteriormente le popolazioni delle specie coinvolte.

I fondali del Mediterraneo, ricchi di giardini di coralli, colonie di gorgonie, praterie di posidonia e altre specie fondamentali per l’equilibrio degli ecosistemi, subiscono l’aggressione continua delle reti a strascico.

Questa pratica distruttiva danneggia gravemente gli habitat, portando a una progressiva desertificazione del mare. Le conseguenze sono allarmanti: il Mare Nostrum diventa sempre più povero e inospitale, perdendo la sua ricchezza di biodiversità.

Sfide e soluzioni per la conservazione del Mediterraneo 

La desertificazione del Mediterraneo non riguarda solo l’ambiente, ma ha anche implicazioni economiche e sociali rilevanti. La diminuzione delle risorse ittiche colpisce duramente le comunità costiere che dipendono dalla pesca per il loro sostentamento.

Inoltre, la perdita di biodiversità minaccia la capacità degli ecosistemi marini di recuperare e di fornire servizi vitali come la purificazione dell’acqua e la protezione delle coste.

Per affrontare questa crisi, è necessario un impegno globale e coordinato. L’adozione di pratiche di pesca sostenibili è essenziale per proteggere le risorse marine. Inoltre, è importante ridurre l’inquinamento, che minaccia direttamente la vita e gli habitat costieri.

Solo attraverso azioni concrete e collaborazione tra Paesi e organizzazioni sarà possibile salvaguardare la straordinaria ricchezza biologica di questo mare e garantire un futuro sostenibile per le sue specie e per le comunità che ne dipendono. Ma a che punto stiamo attualmente? 

Obiettivi e impegni internazionali 

Nonostante il declino impressionante della biodiversità nel Mediterraneo, con oltre il 40% dei grandi predatori e mammiferi marini persi negli ultimi 60 anni, solo lo 0,1% di questo mare è attualmente protetto.

Questa cifra è molto lontana dall’obiettivo del 10% che l’Italia e gli altri Paesi del Mediterraneo devono raggiungere entro il 2030, in linea con gli impegni internazionali adottati nell’ambito della Convenzione sulla Biodiversità Biologica (CBD).

Nata durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo (UNCED) – Rio Earth Summit, che si è svolta a Rio de Janeiro nel 1992, CBD ha come obiettivi: conservare la diversità biologica, promuovere un uso sostenibile delle risorse biologiche e garantire una giusta condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzo dei materiali genetici. 

La convenzione riconosce che la biodiversità è un bene comune dell’umanità e che la sua conservazione è di vitale importanza per la salute del pianeta e per il benessere delle future generazioni.

Tra gli obiettivi della CBD vi è anche quello di promuovere la protezione degli ecosistemi naturali, compresi quelli marini, attraverso la creazione di aree protette e la promozione di pratiche di gestione sostenibile delle risorse marine.

Prossimo passo: salvate il Mediterraneo!

La prossima Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani, che si svolgerà a Nizza nel giugno 2025, rappresenta un’occasione per mettere in evidenza le sfide che il Mediterraneo deve affrontare e per promuovere azioni concrete per la sua conservazione.

Domitilla Senni, ex direttrice di Greenpeace Italia, ora rappresentante di MedReAct, ha sottolineato l’importanza di questo momento. «Gli sguardi del mondo saranno puntati sul nostro mare e chiediamo che l’Italia si presenti con impegni coraggiosi. Tra questi listituzione di una rete di riserve marine a tutela delle specie e habitat più vulnerabili e il divieto alla pesca eccessiva e distruttiva». “Salvate il Mare Nostrum”, il mantra.

È essenziale che l’Italia e gli altri Paesi presenti all’incontro si impegnino con decisione per proteggere il Mediterraneo. Questa conferenza rappresenta un’opportunità unica per adottare politiche e iniziative volte a garantire un futuro sostenibile per il nostro mare e la sua straordinaria biodiversità.

MedReAct e l’impegno per la tutela del Mare Nostrum: salvate il salvabile

Fondata nel 2014 da un gruppo di attivisti, la missione dell’organizzazione è combattere la perdita di biodiversità causata dalla pesca indiscriminata e da altre minacce ambientali. L’organizzazione collabora strettamente con comunità locali, scienziati, attivisti e operatori del mare per implementare soluzioni che proteggano il mare.

Le iniziative di MedReAct si concentrano sull’efficacia delle azioni concrete e misurabili. Un esempio significativo è la protezione della Fossa di Pomo, dove  l’associazione ha contribuito alla creazione della più grande riserva marina dell’Adriatico. Questa iniziativa ha portato a risultati straordinari nel recupero delle specie ittiche e nella conservazione della biodiversità dell’Adriatico.

Per ampliare l’impatto delle sue campagne, MedReAct ha promosso la costituzione della MedSea Alliance, una coalizione di enti della società civile impegnate nella difesa del Mar Mediterraneo. MadReAct opera attivamente in Spagna, Italia, Francia e collabora con altre organizzazioni per garantire un futuro sostenibile al mare.

Le campagne di MedReAct si concentrano ogni giorno sulla creazione di nuove riserve marine, la protezione delle specie e degli habitat vulnerabili e sulla riduzione degli impatti negativi della pesca sugli ecosistemi marini.

Il suo obiettivo è garantire un futuro al Mar Mediterraneo attraverso azioni concrete e collaborazioni efficaci.

Salvate il Mediterraneo! E che questo sia un imperativo categorico.

Numero verde ONA

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