venerdì, Giugno 13, 2025

Nuraghi e Intelligenza Artificiale: il futuro nasce dalla pietra

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NEL CUORE DELLA SARDEGNA, TRA NURAGHI MILLENARI E NUOVE TECNOLOGIE, PRENDE FORMA UN RIVOLUZIONARIO DIALOGO TRA PASSATO E FUTURO. UN EVENTO STRAORDINARIO RIACCENDE LA VOCE DELLA CIVILTÀ NURAGICA, INTRECCIANDO ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN UN RACCONTO INEDITO

Gergei accende i riflettori sul futuro dell’archeologia

Il 16 maggio 2025, il borgo sardo di Gergei, ha ospitato l’evento di portata internazionale: “Incontro sulla Ricerca Preistorica e Simulazione AI della civiltà nuragica”.

Il convegno che ha attirato studiosi da tutta Europa si è svolto nel suggestivo sito di Is Perdas, immerso nel paesaggio protostorico della Sardegna centrale. Qui, il progetto NurTime – ossia la costruzione di un nuraghe con tecniche archeosperimentali – ha ricostruito la sommità di una torre in pietra usando tecniche antiche e strumenti manuali.

L’evento ha superato la classica idea di conferenza. È stato un vero punto di svolta per l’archeologia. Ha segnato il passaggio da una descrizione statica del passato a una simulazione dinamica della storia.

 Archeologia e intelligenza artificiale si incontrano tra le pietre

Obiettivo del progetto è ricostruire modelli realistici della vita nuragica. Per farlo, unisce dati digitali, intelligenza artificiale e archeologia sperimentale. Gli studiosi hanno analizzato logiche costruttive, pratiche economiche, assetti sociali e scelte insediative della civiltà nuragica. Tutto parte da una base solida di dati digitalizzati, elaborati poi da sofisticati algoritmi.

Questa sinergia tra uomo e macchina permette di esplorare il passato in modo nuovo. La tecnologia non sostituisce la ricerca, ma la potenzia. E offre risposte dove finora c’erano solo ipotesi.

 Una civiltà senza scrittura, ma con una memoria di pietra

La civiltà nuragica si sviluppò in Sardegna tra il XVIII e l’VIII secolo a.C. Costruì oltre settemila torri in pietra, distribuite in tutta l’isola. Queste strutture, i nuraghi, testimoniano una conoscenza avanzata di architettura, idraulica e orientamento astronomico. Nonostante l’assenza di testi scritti, i nuragici hanno lasciato tracce indelebili.

La mancanza della parola scritta costringe gli studiosi a leggere i segni materiali e simbolici. Quindi, ogni pietra diventa documento, ogni struttura narrazione. In questo contesto si inserisce l’archeologia computazionale, che affianca alle scoperte sul campo l’analisi dei dati e delle simulazioni.

 Quando l’archeologia sperimentale incontra la modellazione digitale

L’appuntamento di Gergei ha unito due approcci prima considerati inconciliabili. Da un lato, l’archeologia sperimentale in situ, basata su metodi preindustriali. Dall’altro, l’intelligenza artificiale e i modelli predittivi, capaci di elaborare dati complessi e simulare scenari alternativi.

Questa combinazione ha permesso di ripensare la storia nuragica. Le ricostruzioni non si basano solo su ciò che resta nel terreno, ma anche su ciò che la tecnologia può suggerire.

 Le grandi istituzioni internazionali rispondono all’appello

Al convegno hanno partecipato istituzioni accademiche di alto profilo. L’University College London, con la sua sezione dedicata all’archeologia computazionale, ha presentato i propri studi. L’Argonne National Laboratory, pioniere nel Agent-Based Modelling, ha riprodotto con modelli computazionali simulazioni di alcuni aspetti della vita sociale ed emozionale nuragica.

Il progetto NurTime integra dati geografici su scala regionale e osservazioni dirette raccolte sul campo. Grazie al crowdsourcing, anche i cittadini hanno contribuito alla raccolta dei dati. Il risultato sarà un modello predittivo capace di rispondere a domande finora senza risposta. Come si costruiva un nuraghe? Che funzioni sociali aveva? Chi lo abitava?

 Simulazioni dinamiche per un passato complesso

L’uso dell’intelligenza artificiale non semplifica la storia. Al contrario, la rende più articolata e realistica. I modelli agent-based permettono di simulare decisioni, comportamenti e relazioni sociali. Ogni gesto, ogni costruzione, ogni scelta insediativa viene analizzata all’interno di una rete complessa.

L’approccio abbandona ogni visione deterministica. Non cerca un’unica verità, ma esplora molte possibilità. La storia diventa così uno spazio da indagare, non un sentiero già tracciato.

 Un patrimonio da difendere con le armi della scienza

In un’epoca che tende a cancellare le radici culturali, il progetto lancia un messaggio forte. L’innovazione non può esistere senza memoria. L’intelligenza artificiale, se usata con sensibilità, può diventare uno strumento per proteggere il patrimonio umano.

La civiltà nuragica, per secoli ignorata o fraintesa, torna oggi a parlare. Lo fa con una voce nuova, che unisce la forza delle pietre millenarie e la leggerezza dei dati digitali.

 Verso un nuovo umanesimo della complessità

Questo progetto propone un umanesimo rinnovato. Un modello culturale che fonde memoria, tecnologia e consapevolezza. In questa visione, il passato non è solo oggetto di studio. Diventa un alleato per comprendere il presente e costruire il futuro.

L’esperienza di Gergei mostra che la scienza può essere anche atto poetico. E che ogni pietra antica, se interrogata con rispetto e intelligenza, può raccontare storie ancora capaci di sorprenderci.

Fonte:

Il pensiero mediterraneo

foto credit Mauronster®️

Numero verde ONA

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