GRAZIE A UNA INIZIATIVA DEL GOVERNO, L’ERITREA STA RIFORESTANDO IL PAESE. SONO SPUNTATI GIÀ 27MILIONI DI ALBERI NUOVI
Sin da quando nel 1991 diventa indipendente, il Paese si rende conto della necessità di mantenere il verde, proteggere gli ecosistemi, e mantenere i terreni fertili.
Infatti, il 75% della popolazione vive di agricoltura. L’Eritrea è anche nota per le sue frequenti siccità.
Quindi, l’idea del governo africano è di migliorare la qualità di vita delle persone senza distruggere ciò che restava di foreste antiche.
Serve proteggere il terreno, per mantenerne l’umidità, per fornire ombra, per assorbire inquinanti, per dare habitat agli animali.
Pertanto, il Paese ha reagito coinvolgendo comunità intere nella piantumazione di alberi.
Una iniziativa che in trent’anni ha visto spuntare 27milioni di alberi nuovi.
Un tempo la superficie dell’Eritrea era coperta dal 30% di foreste. Oggi sono solo l’1%. Parte di questa perdita è dovuta all’avanzare dell’agricoltura e all’esplosione demografica e, in parte, a causa della guerra civile che ha devastato il Paese.
La deforestazione la desertificazione vanno di pari passo
Deforestazione e desertificazione vanno di pari passo; così il ministero dell’Agricoltura eritreo stabilisce che 200mila ettari di territorio debbano essere dedicati alla riforestazione.
L’obiettivo non è solo di piantare alberi ma di aiutare il suolo a rigenerarsi, conservare l’acqua, preservare habitat per la fauna locale e sviluppare regole e criteri.
Tutto quanto affinché il successo della riforestazione e della protezione degli ecosistemi sia duraturo.
L’iniziativa parte nel 1994. Vi partecipa tutta la popolazione. Dagli studenti delle scuole superiori alle comunità locali, adulti e anziani.
Il 15 maggio 2006 viene fissato come “Giornata nazionale della lotta alla deforestazione”.
Da quella data milioni di alberi sono stati piantati. Un grande successo. La coscienza ambientale, contro il taglio degli alberi e contro la caccia selvaggia è aumentata.
Tanto che nel Paese sono nate circa seicento associazioni dedite al verde. Varie comunità locali hanno varato ordinanze per proteggere gli alberi.
Nel 2021 sono stati piantati 3milioni di alberi
Lo scorso anno, in Eritrea sono stati piantati 3milioni di alberi. Il fusto preferito è l’eucalipto perché cresce in fretta e perché il suo legno può essere usato nelle costruzioni. Ma spesso vengono piantati ulivi, pini, acacia.
Le piante si fanno crescere fino a 30 centimetri di altezza nei vivai, prima di essere piantati. In questa maniera si rendono più resistenti alla mancanza d’acqua.
Il governo fornisce semi e strumenti. Sceglie aree difficili da destinare all’agricoltura; terreni ad alta pendenza, per esempio. Ma anche in zone urbane. Spesso si creano gradoni, stile Liguria. Dove necessario, si creano barriere per evitare conflitti con i terreni dediti al pascolo.
Manufatti ricavati dal legno degli alberi sono destinati alla vendita come prodotti artigianali.
Diventa un circolo virtuoso: l’umidità trattenuta dagli alberi piantati rende più facile piantarne di altri.
Eritrea 2027, obiettivo 10%
L’obiettivo è di arrivare al 10% di riforestazione entro il 2027 in tutto il Paese. E da 200mila ettari si è arrivati a 615mila ettari.
Che si estendono dal Mar Rosso al deserto interno e anche nell’arcipelago delle isole Dahlak.
Di recente l’Eritrea è diventata parte del Great Green Wall, iniziativa per piantare alberi ai confini del Sahara e prevenire la desertificazione. Un progetto che coinvolge comunità locali nella gestione del territorio.
L’obiettivo è di riportare in vita 100milioni di ettari di terre degradate nell’Africa centrale entro il 2030.
Il “Grande Muro Verde” servirà a fermare l’emissione di 250milioni di tonnellate di CO2. Questo impulso darà lavoro a circa 350mila persone.
Oltre l’Eritrea, partecipano al Great Green Wall Algeria, Burkina Faso, Chad, Djibouti, Egitto, Etiopia, Gambia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, e Senegal.