Scopri la grande muraglia verde dell’Africa
L’11 gennaio scorso, il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha ospitato la quarta edizione del One Planet Summit. La conferenza al vertice di capi di Stato e di governo è dedicata alle sfide per tutelare la biodiversità. Nella circostanza, Macron ha annunciato un nuovo finanziamento di 14miliardi di dollari per la realizzazione della Grande Muraglia Verde dell’Africa.
Secondo il progetto, la Grande Muraglia Verde, sarà lunga 8mila Km e larga 15, per 100milioni di ettari di territorio oggi arido e degradato. Prevede l’impianto di migliaia di alberi di acacia – perché resistenti alla siccità -, bacini idrici e impianti energetici.
La Great Green Wall, la grande muraglia verde dell’Africa
La Great Green Wall coinvolge una ventina di Paesi delle regioni del Sahel e del Sahara. Tra cui Algeria, Burkina Faso, Benin, Ciad, Capo Verde, Gibuti, Egitto, Etiopia, Libia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Gambia, Tunisia.
In prospettiva, dovrebbe dare vita a una nuova economia da 10milioni di posti di lavoro.
Un polmone verde nel centro dell’Africa, in grado di catturare 250milioni di tonnellate di anidride carbonica. Secondo i piani dovrebbe essere pronta entro il 2030.
A lanciare l’idea di creare la Grande Muraglia Verde fu Richard St. Barbe Baker nel 1952, di ritorno da una spedizione nel deserto del Sahara. Il biologo e botanico inglese aveva intuito che il deserto stava avanzando e in pochi decenni avrebbe sopraffatto le terre confinanti.
La necessità di fermare l’avanzata del deserto
Infatti, uno studio recente dell’università del Maryland ha dimostrato che dal 1920 la superficie del deserto si è estesa del 10%. Oggi copre 8,6milioni di chilometri quadrati. E la causa principale della desertificazione va attribuita proprio ai cambiamenti climatici. Quindi all’aumento delle temperature e al calo delle precipitazioni.
È stata poi l’Unione africana, nel 2002, a presentare il progetto del grande muro verde. Ma solo nel 2007 i primi undici Paesi – poi se ne aggiunsero altri nove – diedero il via alla sua realizzazione.
La realizzazione della grande muraglia verde è a rilento
Purtroppo, però, a quindici anni dalla piantumazione del primo albero poco è stato fatto. Con enormi differenze e tempi diversi da Paese a Paese.
Secondo il rapporto dell’UNCCD (la Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione), presentato lo scorso settembre, infatti, solo 4milioni di ettari, sui 100milioni previsti, sono stati completamente recuperati. E di questi 2,3milioni di ettari sono in Etiopia, che ha piantato la bellezza di 16,6milioni di piante. Ultimo il Ciad con solo 1,1milioni di piante.
Haïdar El Ali, direttore generale dell’Agenzia di riforestazione del Senegal e della Grande Muraglia Verde dell’Africa, durante un recente sopralluogo nel nord del Paese ha constatato che è necessario intervenire con la massima urgenza.
Denuncia: “I finanziamenti alle ONG non investiti sul campo”
L’ecologista senegalese ha, però, avuto anche modo di lamentarsi che molte ONG coinvolte nel progetto ricevono parecchi finanziamenti, ma invece di investirli sul campo, organizzano seminari, ricerche e altro. “Da quando sono stato nominato direttore generale – ha rivelato ad Africa ExPress – non ho mai potuto avere accesso ai fondi. Vogliamo creare una banca dei semi di tutte le specie di alberi che si adattano sia alle zone del nord che a quelle del sud”.
Pertanto, nel corso del One Planet Summit for Biodiversity, i grandi del mondo hanno deciso di aumentare i fondi con la realizzazione di un acceleratore.
La funzione del Great Green Wall Accelerator
Funzione del Great Green Wall Accelerator accelerare il compimento della Grande Muraglia Verde. Grandi istituzioni come la Banca europea per gli investimenti, la Banca Mondiale e la Banca Africana per lo Sviluppo, si sono impegnate a finanziare 14,3 miliardi di dollari agli undici Paesi coinvolti, entro il 2025.
L’Istituzione finanziaria panafricana dovrebbe intervenire con 6,5milioni di dollari.
Ma, secondo le previsioni dell’UNCCD, dovrebbero volerci almeno 33miliardi di dollari per completare l’intera opera.
Costruire un mondo migliore per le generazioni future
“La Grande Muraglia Verde non è solo per il Sahel – si legge sul sito ufficiale -. È un simbolo globale per l’umanità che supera la sua più grande minaccia, il nostro ambiente mutevole. Ci dimostra che se possiamo lavorare con la natura, anche in posti impegnativi come il Sahel, possiamo superare le avversità e costruire un mondo migliore per le generazioni future”.