martedì, Dicembre 30, 2025

Brigitte Bardot, l’animalismo come scelta di vita totale

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L’OMAGGIO DE IL GIORNALE DELL’AMBIENTE A BRIGITTE BARDOT, DIVA DEL CINEMA E ATTIVISTA SCOMPARSA A 91 ANNI

«La pelliccia serve solo all’animale che la indossa» è la frase iconica che riassume la vita, dedicata all’attivismo animalista di Brigitte Bardot, morta il 28 dicembre 2025.

Dopo aver incarnato per decenni il mito della donna libera e sensuale del cinema europeo, Bardot compì una delle scelte più radicali mai fatte da una star internazionale: voltare le spalle allo spettacolo per dedicarsi interamente alla difesa degli animali, senza compromessi.

La svolta del 1973: quando il cinema finisce e nasce l’attivista

Il punto di rottura avvenne nel 1973, durante le riprese del film “Colinot l’alzasottane”. Sul set era presente una capretta destinata, una volta terminate le riprese, a essere macellata per una festa di paese. Bardot ne rimase profondamente scossa. Quel momento segnò per lei una frattura definitiva: comprese che non poteva più continuare a recitare ignorando la sofferenza animale.

Da allora non girò più alcun film. Abbandonò la carriera cinematografica nel pieno della notorietà e iniziò un percorso di impegno esclusivo, trasformando la propria fama in uno strumento di denuncia e pressione.

La Fondazione Brigitte Bardot: struttura, missione e azioni concrete

Nel 1986 nacque la Fondation Brigitte Bardot, un’organizzazione dedicata unicamente alla protezione degli animali. Riconosciuta ufficialmente in Francia come ente di pubblica utilità, la fondazione ha costruito nel tempo una rete operativa internazionale, collaborando con associazioni, rifugi e istituzioni in Europa e nel mondo.

Le attività della fondazione si sono articolate su più livelli:

Interventi diretti di salvataggio per animali feriti, maltrattati o abbandonati
Sostegno economico e logistico ai rifugi, inclusi canili, gattili e santuari per animali selvatici
Campagne di sterilizzazione e cure veterinarie, soprattutto nelle aree più fragili
Azioni legali e pressione politica contro abusi, traffici illegali e pratiche considerate crudeli

Con decine di migliaia di sostenitori attivi in oltre settanta Paesi, la fondazione è diventata una delle realtà più influenti nel panorama animalista europeo.

Le grandi battaglie: foche, pellicce e commercio animale. “Fur is not luxury: it is an industry of death and suffering”

Uno dei fronti più noti dell’impegno di Bardot fu la lotta contro la caccia alle foche nei ghiacci del Canada. Le immagini e le denunce promosse dalla fondazione contribuirono a scuotere l’opinione pubblica internazionale, accelerando il processo che portò al divieto di importazione delle pellicce di foca in diversi Paesi europei.

“La pelliccia non è lusso: è un’industria di morte e sofferenza”. Parallelamente, Bardot condusse una durissima campagna contro l’uso delle pellicce nella moda, denunciando l’industria del lusso per la sofferenza inflitta agli animali allevati e uccisi esclusivamente per fini estetici. La sua azione contribuì a rendere l’uso della pelliccia sempre più impopolare e simbolicamente associato alla crudeltà.

Contro l’ippofagia e lo sfruttamento degli animali da allevamento

Nel 2009 la fondazione lanciò una campagna contro il consumo di carne di cavallo, richiamando l’attenzione sulle condizioni di trasporto, macellazione e trattamento degli equini. Anche in questo caso, Bardot non esitò a esporsi personalmente, utilizzando un linguaggio diretto e volutamente provocatorio.

Il suo impegno si estese anche agli animali da allevamento, con prese di posizione contro i trasporti su lunga distanza, gli allevamenti intensivi e le pratiche considerate incompatibili con il benessere animale.

Fauna selvatica, corrida e casi simbolo

La difesa della fauna selvatica fu un altro pilastro del suo attivismo. Bardot si schierò apertamente contro la caccia sportiva, la corrida, l’uso degli animali nei circhi e ogni forma di intrattenimento basata sulla sofferenza.

Negli ultimi anni sostenne anche casi simbolici che divennero emblematici, come quello del cinghiale Rillette, per il quale intervenne con lettere aperte e appelli diretti alle autorità francesi, dimostrando che il suo impegno non si era mai affievolito con il tempo.

Collaborazioni internazionali e riconoscimenti

L’azione della fondazione superò presto i confini nazionali. Tra le collaborazioni più significative vi fu quella con Sea Shepherd, impegnata nella lotta contro la caccia commerciale alle balene. Una delle navi dell’organizzazione venne persino battezzata “Brigitte Bardot”, segno tangibile dell’impatto globale della sua figura.

Per il suo impegno quasi cinquantennale, Bardot ricevette numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui un prestigioso premio alla carriera per la difesa dei diritti degli animali, che celebrava non solo la visibilità della sua azione, ma soprattutto la sua continuità e radicalità.

In italia le è stato conferito il premio Riccia d’Oro come riconoscimento per il suo supporto alla costruzione del primo ospedale per ricci d’Europa, in provincia di Cuneo.

Una strategia fatta di visibilità e pressione politica

Brigitte Bardot usò il proprio nome come leva politica, scrivendo lettere aperte a governi, ministri e capi di Stato, intervenendo nel dibattito pubblico con comunicati durissimi e assumendosi il rischio della controversia.

La sua strategia unì comunicazione mediatica, mobilitazione popolare e azione istituzionale, rendendo la Fondazione Brigitte Bardot un punto di riferimento imprescindibile per il movimento animalista in Francia e in Europa.

Etica e morale

Brigitte Bardot ha dimostrato che la celebrità può diventare uno strumento di cambiamento reale e che la difesa degli animali non è una causa marginale, ma una questione di civiltà.
La sua vita racconta la storia di una donna che ha scelto di rinunciare a tutto per restare fedele a ciò in cui credeva.

(La foto di copertina di Brigitte Bardot è free da Pixabay)

Fonti:

BrainyQuote

Bear Sanctuary Belitsa

Le Monde

IWMC – World Conservation Trust

Eurogroup for Animals

Numero verde ONA

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