venerdì, Dicembre 13, 2024

Amianto, rischi ambientali e informazione: il convegno a Roma

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L’OSSERVATORIO NAZIONALE AMIANTO INSIEME CON L’ORDINE DEI GIORNALISTI DEL LAZIO, PER UN MOMENTO DI TESTIMONIANZA E DI RIFLESSIONE SU ARGOMENTI SCOTTANTI COME I RISCHI AMBIENTALI. VEDI DANNI ALLE PERSONE DA PATOLOGIE ASBESTO CORRELATE, CRIMINI AMBIENTALI E GIORNALISTI MINACCIATI PER IL LORO LAVORO E SOTTO SCORTA

Problematiche causate dal serial killer silente

Se ne parla il 25 maggio prossimo a Roma nel corso del convegno / evento formativo: “Amianto e rischi ambientali. La funzione sociale ed etica del giornalista”. Auditorium del CONI, Viale Tiziano, 74 ore 14.30.

L’incontro vale anche come formazione per i 120 giornalisti che hanno aderito all’iniziativa, per i quali è previsto il riconoscimento di 6 crediti deontologici ai colleghi dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio.

Quella dell’ambiente è una sfida sempre più importante per la collettività. Inchieste su temi sensibili come l’inquinamento, l’estrazione di combustibili fossili, la deforestazione, mettono a rischio la vita di quei giornalisti che pur di raccontare la verità osano mettersi contro governi e multinazionali. Si suppone, per esempio, che la nostra Ilaria Alpi avesse scoperto un traffico di rifiuti tossici e radioattivi dall’Europa arrivati sulle coste della Somalia e che la giornalista RAI sospettasse che fusti pieni di scorie nucleari fossero già stati scaricati e tumulati in un posto vicino all’autostrada che collega Garowe a Bosaso.

Un rapporto di Reporters Sans Frontières – organizzazione impegnata nella difesa della libertà di informazione – conferma che dal 2010 al 2015, sono stati uccisi dieci giornalisti impegnati in indagini legate all’ambiente; quasi tutti questi omicidi sono avvenuti in Asia meridionale (India) e Sud-Est asiatico (Cambogia, Filippine e Indonesia). Altri cronisti sono stati minacciati, aggrediti o tenuti in carcere per anni a causa delle loro inchieste.

Italia traffico illecito di veleni, troppi silenzi

In Italia, secondo Legambiente, Il 2010 è stato «un anno da record per le inchieste sull’unico delitto ambientale, quello contro i professionisti del traffico illecito di veleni (art. 260 Dlgs 152/06)».

Colletti bianchi con competenze professionali e imprenditori con ampia disponibilità di denaro liquido e società di copertura, sono ormai alleati imprescindibili dell’ecomafia.

Eppure, nonostante l’impegno, costante, di tutte le Forze dell’ordine, «il virus ecomafioso continua a diffondersi e moltiplicarsi approfittando di gravi sottovalutazioni, molte complicità e troppi silenzi».

«Il loro lavoro meticoloso ma rischioso di raccolta e diffusione delle informazioni – afferma Christophe Deloire, segretario generale di RSF – è tuttavia di vitale importanza se vogliamo aumentare la consapevolezza dei pericoli che minacciano il nostro pianeta»; ed è per questo che l’organizzazione ritiene si debba prestare attenzione alla sorte dei giornalisti ambientali di inchiesta.

«Il crimine ambientale si può battere con la lealtà olimpica e con la schiena dritta dei giornalisti onesti» dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha voluto fortemente questo convegno.

Nel nostro Paese le istituzioni tentano di occultare la verità sulla strage di amianto in atto, per esempio, rimanendo inerti anche di fronte alla necessità di bonificare le scuole. «Riteniamo che l’informazione libera – conclude Bonanni – sia lo strumento fondamentale per contribuire a combattere e vincere la nostra battaglia contro l’amianto per sognare un mondo senza cancro».

Numero verde ONA

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