venerdì, Novembre 7, 2025

Ecosounds: quando la musica diventa ecologia

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A PARMA LA NATURA SUONA: “ECOSOUNDS” TRASFORMA LA MUSICA IN UN MANIFESTO DI SOSTENIBILITÀ. DIECI COMPOSITORI, UN SOLO RESPIRO TRA ARTE, SCIENZA E AMBIENTE.

All’Auditorium Paganini di Parma la Filarmonica Arturo Toscanini inaugura la stagione 2025–2026 con un progetto che va oltre il concerto: “Ecosounds – La Natura suona”, un percorso sonoro che unisce arte, scienza e sostenibilità.

Realizzato in collaborazione con il Gruppo Davines, azienda B Corp di Parma, leader nella cosmetica etica, il progetto affida a dieci compositori contemporanei italiani la missione di raccontare la Natura attraverso la musica.

Nove opere sinfoniche e una cameristica compongono un viaggio in dieci tappe, in cui il suono diventa linguaggio civile e poetico per interpretare il nostro rapporto con il pianeta.

Per la Fondazione Toscanini, guidata da Ruben Jais, è un modo per ribadire che la musica non è solo intrattenimento, ma anche coscienza collettiva. «Ecosounds – spiega Jais – nasce dal bisogno di ascoltare davvero la voce della Terra. È un atto artistico ma anche etico: la musica diventa un ponte tra la sensibilità umana e il battito del mondo naturale».

Ecosounds: un dialogo tra note, profumi e paesaggi

L’idea è semplice e potente: mettere in dialogo suono e olfatto, due linguaggi ancestrali che appartengono al corpo prima che alla mente.
La collaborazione con il Gruppo Davines non è solo una sponsorizzazione culturale, ma una partnership filosofica.

«Per noi la natura è un interlocutore e uno stakeholder – ha spiegato il presidente Davide Bollati –. Ecosounds traduce in musica ciò che cerchiamo di fare nel nostro lavoro: rigenerare, non sfruttare. La bellezza è sostenibile solo se nasce dall’ascolto del mondo che ci circonda».

Nel dialogo tra fragranze e armonie, il progetto assume una valenza sensoriale e meditativa. Le note diventano suoni del paesaggio, i profumi evocano luoghi e memorie, e l’ascolto si fa esperienza immersiva. La musica, come la natura, invita al silenzio, all’attenzione, alla cura.

Ecosounds: dieci compositori, dieci visioni della Terra

I dieci autori selezionati dalla Fondazione Toscanini rappresentano alcune tra le voci più vive e originali della scena musicale italiana. Tutti hanno interpretato il tema ambientale in modo personale, creando opere che oscillano tra contemplazione e denuncia, spiritualità e scienza.

Valentina Scheldhofen Ciardelli apre la rassegna, il 7 novembre 2025, con Vincent (The Rite), un brano che celebra la germinazione e la forza dei micro-elementi: «La musica – spiega – deve imparare ad ascoltare il silenzio, i suoni invisibili che sostengono la vita».

Il 16 novembre, Rosita Piritore porta in scena Radici (Echi di Marranzano), un inno al suono arcaico dello scacciapensieri siciliano, simbolo di una ecologia culturale che unisce corpo, respiro e memoria.

Il 14 dicembre, Delilah Gutman firma Cantico di Astri, per ensemble da camera, una meditazione tra melodia e cosmologia: la sua musica, dice, «è un profumo che nasce dalla memoria e si dissolve nell’aria come un atto d’amore».

Programma e autori calendario 2026

Nel 2026 il ciclo continua con Schiffbruch mit Zuschauer di Lucia Ronchetti (30 gennaio), ispirato a De Rerum Natura di Lucrezio. È un dramma sonoro sulla passività dell’uomo di fronte al naufragio del pianeta, un’opera che mette lo spettatore davanti al proprio sguardo “da riva”, incapace di intervenire.

Segue Suoni, Solo (12 febbraio) di Alessandro Melchiorre, un invito a coltivare l’“ecologia dell’ascolto” in un mondo assordato da immagini e rumore.

Il 19 marzo 2026, Riccardo Panfili presenta CambiareRotta, manifesto di ribellione contro l’autodistruzione del genere umano: “Bisogna lottare contro un potere che avvelena i pozzi da cui beviamo”, scrive.

Con De Rerum Natura (27 marzo), Leonardo Marino riprende il pensiero lucreziano contrapponendo razionalità e negazionismo, ragione e paura: un duello musicale che riflette il conflitto contemporaneo tra conoscenza e rifiuto del cambiamento climatico.

Il 16 aprile arriva Sacred Goddess, Mother Earth di Silvia Colasanti, tratta dalla sua opera Proserpine, ispirata al mito di Persefone: la discesa e il ritorno della dea negli inferi diventano metafora del ciclo vitale e stagionale della Terra.

A maggio, due chiusure simboliche: Landscape di Martino Traversa (10 maggio), paesaggio sonoro che trasforma il grido della natura in un linguaggio di speranza, e E(h)art di Federico Gon (23 maggio), gioco tra le parole heart, earth e art, dove cuore, terra e arte si fondono in un’unica sinfonia.

Ogni composizione è accompagnata da un “profilo sensoriale”: un profumo, una pianta, un’immagine. Dalla cannella di Scheldhofen alla zagara di Melchiorre, dai limoni di Marino al calicanto invernale di Gon, la Natura diventa un personaggio vivo, che respira dentro la musica.

Foto scattata alla conferenza stapa di presentazione di Ecosounds il 17 ottobre 2025

Dall’eredità di Vivaldi al futuro della sostenibilità sonora

Il debutto di Ecosounds è stato preceduto da una performance simbolica: l’Ensemble d’Archi de La Toscanini ha eseguito alcune pagine dalle Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, esattamente tre secoli dopo la loro pubblicazione.

Quel ciclo, che nel Settecento imitava il canto degli uccelli e il rumore dei temporali, oggi appare come una premonizione ecologica. Nella fragilità dell’Estate vivaldiana, nell’inverno tagliente, si nasconde già la consapevolezza di un mondo in equilibrio precario.

Così Ecosounds si pone come erede contemporaneo di quella tradizione, trasformando la descrizione della natura in una riflessione sulla sua sopravvivenza. Non più imitazione, ma empatia. Non più rappresentazione, ma responsabilità.

Davines e Toscanini: la sostenibilità come linguaggio comune

Il sodalizio tra la Fondazione Toscanini e il Gruppo Davines non è casuale: entrambi nascono a Parma e condividono una filosofia che mette la bellezza al servizio dell’etica.

Davines, azienda certificata B Corp, è da anni impegnata nel modello rigenerativo che supera la logica del consumo per abbracciare quella della cura. Nei suoi laboratori lavorano più di 60 ricercatori che coniugano scienza e natura per creare prodotti sostenibili, riducendo gli sprechi e valorizzando i cicli biologici.

«Non è possibile separare il benessere del pianeta da quello delle persone – ricorda Bollati –. La natura è un’alleata, non una risorsa da sfruttare. Ecosounds ci offre la possibilità di raccontarlo attraverso un linguaggio che tocca direttamente l’emozione e la coscienza».

Per la Fondazione Toscanini, che nel 2024 ha celebrato i suoi 30 anni e nel 2025 festeggia il cinquantesimo della Filarmonica, il progetto rappresenta anche un nuovo passo nel solco della Community Music: la musica come spazio inclusivo, educativo e sociale, coerente con gli obiettivi dell’Agenda 2030.

«Non basta più rappresentare la natura – afferma Valentina Scheldhofen Ciardelli –. Dobbiamo entrare in relazione con essa, ascoltarla davvero. L’arte non deve parlare sulla natura, ma con la natura».

In un mondo che consuma rumore e produce silenzi sbagliati, Ecosounds insegna un’altra forma di ascolto: più lenta, più profonda, più umana. Un ascolto che è già un atto d’amore.

Foto scattata alla conferenza stampa del 17 ottobre 2025

FAQ

Che cos’è “Ecosounds – La Natura suona”?
È un progetto ideato dalla Fondazione Toscanini in collaborazione con il Gruppo Davines, che unisce musica contemporanea e sostenibilità ambientale attraverso dieci nuove composizioni ispirate alla natura.

Dove si svolge?
All’Auditorium Paganini di Parma, nell’ambito della Stagione Concertistica 2025–2026 della Filarmonica Arturo Toscanini.

Qual è il messaggio centrale?
Promuovere la consapevolezza ecologica e riscoprire il legame tra uomo e ambiente attraverso la musica come linguaggio universale.

Chi sono i compositori coinvolti?
Valentina Scheldhofen Ciardelli, Rosita Piritore, Delilah Gutman, Lucia Ronchetti, Alessandro Melchiorre, Riccardo Panfili, Leonardo Marino, Silvia Colasanti, Martino Traversa e Federico Gon.

Perché è un progetto innovativo?
Perché trasforma il concerto in un’esperienza sensoriale e civile, dove arte e impresa condividono lo stesso obiettivo: rendere la sostenibilità un valore estetico e culturale, non solo ambientale.

Numero verde ONA

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