IL 18 AGOSTO È INIZIATA LA QUINTA EDIZIONE DELLA “CAROVANA DEI GHIACCIAI” ORGANIZZATA DA LEGAMBIENTE. DAL GHIACCIAIO DEI FORNI, NEL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO, IN LOMBARDIA, AL MER DE GLACE, IL PIÙ GRANDE GHIACCIAIO DELLA FRANCIA SUL MASSICCIO DEL MONTE BIANCO, LE SEI TAPPE RACCONTERANNO L’IMPATTO DEVASTANTE DELLE ATTIVITÀ UMANE SU QUESTI FRAGILI ECOSISTEMI. L’AVVENTURA SI CONCLUDERÀ IL 9 SETTEMBRE
L’anteprima della Carovana alla scoperta del Ghiacciaio dei Forni

Prima dell’inizio ufficiale della Carovana dei Ghiacciai 2024, il team di Legambiente, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, ha organizzato un viaggio di ricognizione sul Ghiacciaio dei Forni, il secondo più grande d’Italia, nel Parco Nazionale dello Stelvio.
Questa iniziativa rientra nell’ambito della campagna “Puliamo il Mondo”. Duplice l’obiettivo: monitorare l’avanzamento della crisi climatica e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’abbandono di immondizia in alta quota.
I primi dati
Per quanto riguarda l’aumento delle temperature, sin dalla seconda settimana di luglio, l’anticiclone africano ha spinto il termometro a livelli record, provocando una fusione accelerata delle masse glaciali.
Questo processo di scioglimento è ulteriormente aggravato da un fenomeno noto come “darkening“, in cui i ghiacciai si scuriscono a causa dell’accumulo di detriti, carbonio nero e sedimenti atmosferici. La riduzione della riflettività che ne deriva fa sì che il ghiaccio assorba più calore, accelerando ancora di più il suo scioglimento.
Quanto ai ritrovamenti, oltre agli antichi reperti bellici come un ordigno inesploso della Prima Guerra Mondiale, i volontari hanno raccolto oltre 150 “rifiuti moderni”, tra cui fazzoletti di carta, bottiglie di plastica e pezzi di attrezzatura tecnica. Ma ora, proseguiamo il viaggio.
Dalle Alpi alla Slovenia
Dopo l’anteprima dedicata al Ghiacciaio dei Forni, la Carovana ha ufficialmente preso il via il 18 agosto 2024. Questo viaggio, che ha avuto inizio nel cuore delle Alpi, ha visto i partecipanti affrontare cinque tappe tra i ghiacciai più affascinanti d’Europa, estendendo il percorso anche oltre i confini italiani.
La prima tappa: il Ghiacciaio Mer de Glace

La prima tappa, che si è svolta il 18 e 19 agosto, ha portato il team al Mer de Glace, il ghiacciaio più esteso delle Alpi francesi, situato nel massiccio del Monte Bianco.
Lungo la visita, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di osservare da vicino le “cicatrici” lasciate dal riscaldamento globale. Il Mer de Glace, che un tempo dominava il paesaggio alpino, ha subito una notevole contrazione. Dal 1850, ha perso ben 300 metri di spessore all’altezza della stazione Montenvers, con un’accelerazione particolarmente evidente dagli anni Novanta, quando ha subito una riduzione di 190 metri. Negli ultimi due anni, 2022 e 2023, la perdita è stata di ulteriori 30 metri.
Il bilancio della prima tappa
ll ghiacciaio ha subito un arretramento significativo della sua fronte, ovvero della parte terminale che si affaccia verso valle, di oltre 2,7 chilometri dalla fine della Piccola Età Glaciale.
Oggi, la superficie totale del Mer de Glace è scesa al di sotto dei 30 chilometri quadrati, un’area che rimane comunque doppia rispetto a quella del ghiacciaio dell’Adamello, il più esteso in Italia.
Questo ritiro della fronte glaciale ha contribuito a un aumento della copertura detritica: i frammenti rocciosi affiorano o si accumulano sulla superficie a causa del progressivo scioglimento e della contrazione del ghiaccio, oltre che per l’incremento dei crolli di roccia dalle pareti circostanti.
In sintesi, la prima tappa al Mer de Glace ha offerto una chiara dimostrazione dell’impatto devastante del cambiamento climatico, evidenziando non solo la gravità della situazione attuale, ma anche l’importanza della consapevolezza e dell’azione per preservare questi ecosistemi vitali.
19/22 agosto 2024: Valle d’Aosta, ghiacciaio della Valpelline
Dopo la tappa iniziale in Francia, la Carovana si è spostata in Valle d’Aosta, nei pressi del Ghiacciaio della Valpelline, un luogo di rara bellezza nascosto tra le cime delle Alpi.
Anche in questo caso, gli esperti hanno concluso che le masse glaciali stanno diventando sempre più fragili e vulnerabili. Dal 1850, l’antico ghiacciaio della Valpelline, ha registrato un arretramento di ben 7 chilometri.
Nel 1959, questo si è frammentato in diverse masse glaciali minori e, da allora, il loro ritiro è proseguito a un ritmo accelerato, sia in larghezza sia in altezza, soprattutto a partire dagli anni 2000. L’accelerazione del ritiro è particolarmente evidente nei ghiacciai delle Grand Murrailes e di Tza de Tzan.
Dal 2005, il Grand Murrailes ha perso 1,3 chilometri di lunghezza, con la sua fronte che ora si trova a un’altitudine di circa 2900 metri, 500 metri più in alto rispetto al passato. In modo simile, dal 2002, il Tza de Tzan ha perso 1,2 chilometri di lunghezza e la sua fronte si è alzata di 400 metri, raggiungendo la stessa quota del Ghiacciaio delle Grand Murrailes.
Oltre all’aumento delle temperature, a compromettere la salute di questi luoghi sono anche gli effetti degli eventi meteorologici estremi. L’ultima grave conseguenza di queste condizioni è avvenuta a fine giugno, quando intense piogge in quota hanno provocato il crollo della morena laterale (un accumulo di sedimenti e detriti) Tza de Tzan.
Resoconto della terza tappa sul Monte Rosa
Nella terza tappa del 26 agosto, gli esperti si sono concentrati sul versante meridionale del Monte Rosa, la seconda vetta più alta delle Alpi. Qui, i partecipanti hanno osservato la drammatica realtà del ghiacciaio di Flua, ormai scomparso.
Nel XIX secolo, copriva un’area pari a 112 campi da calcio, ma oggi non rimane altro che un vasto mare di rocce e detriti, interrotto solo da piccoli accumuli di neve delle ultime nevicate tardive.
Anche i ghiacciai delle Piode e di Sesia-Vigna stanno subendo un rapido deterioramento. Dagli anni ’80, si sono ritirati di oltre 600 metri, evidenziando l’impatto devastante del cambiamento climatico e degli eventi meteorologici estremi, che minacciano costantemente le montagne e i loro fragili ecosistemi.
Eventi meteorologici estremi in sensibile aumento
Nel 2024, fino a luglio, ci sono stati ben 101 eventi meteorologici estremi nelle regioni alpine, un significativo aumento rispetto agli anni precedenti. Tra i ghiacciai del Monte Rosa, l’intensa precipitazione piovosa alla fine di giugno ha causato ulteriori danni, con erosioni visibili lungo i torrenti e i sentieri. Questa situazione critica richiede un’azione urgente per proteggere le montagne e i nuovi ecosistemi emergenti dalle aree glaciali ritirate.
Durante la tappa, i partecipanti hanno assistito a una performance musicale di Martin Mayes, che con il suo corno alpino ha reso omaggio ai ghiacciai e a una testimonianza video di Giuseppe Dematteis, geografo e professore emerito del Politecnico di Torino, che ha contribuito a sensibilizzare il pubblico sulla necessità di intervenire per affrontare la crisi climatica.
In conclusione, come affermato da Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di CIPRA Italia, la situazione sul Monte Rosa dimostra la drammatica realtà del ritiro dei ghiacciai.
Da qui, l’importanza di adottare politiche di mitigazione e adattamento, nonché di protezione dei nuovi ecosistemi che stanno emergendo.
Anche Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano e professore dell’Università di Torino, ha evidenziato l’importanza di monitorare costantemente questi fenomeni per aumentare la consapevolezza sul cambiamento climatico e gestirne meglio gli effetti.
28/31 agosto 2024
In Lombardia, il Fellaria, nel massiccio del Bernina, rappresenta la quarta tappa. Questo ghiacciaio, che si riversa nel pittoresco Lago Palù, è uno dei più monitorati d’Italia, e il suo costante ritiro è un segnale allarmante delle trasformazioni in atto nelle Alpi.
31 agosto/5 settembre 2024: Friuli-Venezia-Giulia/ Slovenia, ghiacciai delle Alpi Giulie
La Carovana poi attraverserà il confine italo-sloveno per raggiungere i ghiacciai delle Alpi Giulie, una regione che si distingue per la sua biodiversità e la sua bellezza paesaggistica. Qui, l’equilibrio tra natura e clima è particolarmente fragile, e la Carovana intende portare l’attenzione sulle sfide uniche che questi ghiacciai affrontano.
5/9 settembre 2024: Veneto, ghiacciaio della Marmolada
Il viaggio si concluderà infine in Veneto, sul Ghiacciaio della Marmolada, il più alto delle Dolomiti e simbolo della crisi climatica. La Marmolada, con il suo rapido scioglimento, è diventata un emblema della lotta per la salvaguardia dei ghiacciai alpini.
La Carovana: oltre l’osservazione, l’azione
La Carovana dei Ghiacciai non è solo un viaggio di osservazione, ma un vero e proprio appello all’azione. Ogni tappa è accompagnata da eventi, dibattiti e incontri con esperti, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere politiche concrete per la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Tra gli argomenti trattati ci sono le strategie di adattamento, le politiche di conservazione della biodiversità e le buone pratiche di sviluppo sostenibile. Documentari e reportage fotografici realizzati durante il viaggio contribuiranno a diffondere la consapevolezza sull’agonia dei ghiacciai e sull’importanza di preservare questi fragili ecosistemi per le future generazioni.
Tra i testimonial che accompagneranno la Carovana ci sono figure di spicco come il giornalista e scrittore Marco Albino Ferrari, noto per i suoi racconti di montagna e la scrittrice Dacia Maraini, che con la sua sensibilità artistica darà voce alle storie di chi vive a contatto con questi giganti di ghiaccio. Anche l’alpinista Agostino Da Polenza, che ha esplorato alcune delle montagne più alte del mondo, sarà presente per testimoniare l’importanza di una montagna rispettata e protetta.