Il Centro Ricerche ENEA della Trisaia (Matera) è riuscito ad “allevare” un insetto con scarti alimentari e cerealicoli.
Alimenti da insetti allevati con scarti alimentari
Scopo dell’esperimento ricavare farine per alimenti; per il test è stato scelto il “Tenebrio molitor”.
Detto anche “tarma della farina”, il “Tenebrio molitor” è facile da allevare. È un insetto pulito, non richiede cure particolari e si nutre di alimenti facilissimi da reperire.
In via di esaurimento le risorse naturali della Terra
L’eccessivo sfruttamento del pianeta, da parte dell’uomo, sta esaurendo le risorse naturali della Terra. Tuttavia, l’uomo continua a produrre sempre maggiori quantità di energia e alimenti.
Oggi, per ottenere 1 libbra di carne – poco meno di mezzo chilogrammo -, è necessario impiegare in media 25 libbre di mangime. Per contro, per produrre 1 libbra di grilli, per esempio, sono sufficienti 2 libbre di mangime. La differenza, come si vede, è notevole.
Questa differenza è dovuta anche al fatto che gli insetti, rispetto agli animali da macello, mammiferi e volatili, si riproducono a una maggiore velocità.
Il ciclo vitale del “Tenebrio molitor” dura dai 130 ai 220 giorni. Si divide in quattro fasi: uovo, larva, pupa e coleottero adulto.
Secondo ricerche di mercato, entro il 2054, le fonti alternative supereranno un terzo della produzione globale di contenuti nutritivi.
Novelfood, le nuove farine per l’alimentazione umana
Nuove farine proteiche saranno prodotte sia per mangimi animali sia per l’alimentazione umana (novelfood).
ENEA, centro di Trisaia, allevamento di insetti – Pupe e nuovi adulti. «L’allevamento di insetti – evidenzia l’entomologo ENEA Ferdinando Baldacchino – con sottoprodotti dell’industria agroalimentare risponde pienamente ai principi dell’economia circolare. Partendo quindi dalla crusca – l’alimento principale del “Tenebrio molitor” – siamo riusciti a ottenere nuovi prodotti dal maggior valore aggiunto».
Il “novelfood” sarà composto di farine ricche di vitamine e minerali per l’alimentazione dell’uomo. E, in base alla “dieta” somministrata agli insetti, sarà possibile modulare anche le caratteristiche del prodotto finale.
Infatti, con diete specifiche, sarà possibile “migliorare le composizioni di amminoacidi, il rapporto in acidi grassi, il contenuto in omega 3 e la biodisponibilità di vitamine e minerali come ferro, zinco e calcio”, è scritto nella nota.
Dal “Tenebrio molitor” si ricava già mangime per rettili e anfibi. Dallo stesso coleottero, però, si potrà ricavare anche mangime per l’itticoltura, in sostituzione delle farine di pesce e di soia. E pure prodotti meno noti, come la chitina.
I tempi di crescita e l’aumento del numero delle larve e la quantità delle procreazioni delle stesse determinano l’idoneità e la qualità del prodotto.
«Tali elementi incidono fortemente sulla sostenibilità, anche economica, di un allevamento d’insetti e quindi sul costo dei prodotti finali», conclude Baldacchino.