IL RECENTE STUDIO “GlaMBIE” FOTOGRAFA UN’ACCELERAZIONE PREOCCUPANTE DELLO SCIOGLIMENTO DEI GHIACCI CON CONSEGUENZE PREVEDIBILI E PIÚ VICINE DEL PREVISTO
Ghiacciai: riserve preziose in rapido declino
I ghiacciai non sono solo spettacolari paesaggi alpini o polari: sono essenziali per la vita sulla Terra. Queste immense masse di ghiaccio rappresentano una delle principali riserve di acqua dolce, regolano il livello del mare e contribuiscono a mantenere stabili interi ecosistemi climatici.
Eppure, stanno scomparendo sotto i nostri occhi. Dal 2000 ad oggi, il mondo ha perso circa il 5% del volume glaciale globale, un cambiamento che minaccia direttamente il nostro futuro.
GlaMBIE: una ricerca mondiale per capire cosa sta succedendo
Per comprendere meglio l’entità del fenomeno, oltre 450 ricercatori internazionali hanno unito le forze nel progetto GlaMBIE (Glacier Mass Balance Intercomparison Exercise). Lo studio è coordinato dal World Glacier Monitoring Service con il supporto dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea.
Il risultato è uno studio pubblicato su Nature, che ha analizzato l’evoluzione di 275mila ghiacciai (escluse le calotte di Groenlandia e Antartide) tra il 2000 e il 2023. Grazie a tecnologie avanzate – tra cui rilievi satellitari, modelli digitali del terreno, altimetria e misurazioni sul campo – è stato possibile delineare un quadro preciso e inquietante.
Uno degli aspetti più significativi di GlaMBIE è la precisione dei suoi risultati, frutto della combinazione di metodi di rilevamento diversi e complementari.
“Abbiamo costruito una nuova base osservativa per prevedere con maggiore certezza gli effetti futuri del cambiamento climatico”, spiega Michael Zemp, direttore del WGMS. I dati satellitari, in particolare, si sono rivelati fondamentali per monitorare anche le aree più remote del pianeta.
Una corsa verso lo scioglimento dei nostri ghiacciai
I dati parlano chiaro: tra il 2012 e il 2023, la velocità di fusione è aumentata del 36% rispetto al decennio precedente. Ogni anno vengono persi in media 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio, contribuendo all’innalzamento del livello del mare (+18 mm dal 2000 a oggi). Se il trend non si inverte, entro il 2040 potremmo registrare un incremento tra i 32 e i 67 mm, rendendo i ghiacciai la seconda causa principale di innalzamento marino dopo il riscaldamento degli oceani.
Le Alpi tra le vittime principali
I ghiacciai non sono tutti uguali. Se nelle isole antartiche la perdita è stata contenuta (circa il 2%), in Europa la situazione è drammatica: i ghiacciai delle Alpi e dei Pirenei hanno perso il 39% della loro massa in poco più di vent’anni.
La loro bassa altitudine li rende particolarmente vulnerabili alle alte temperature, e la loro massa ridotta impedisce loro di esercitare quell’effetto di raffreddamento che spesso contribuisce a stabilizzare il microclima locale. In pratica, si sciolgono più in fretta e con meno possibilità di reazione.

Il picco di acqua disponibile
Oggi molti ghiacciai sembrano offrire ancora un flusso d’acqua abbondante, ma è un’illusione temporanea. Questo fenomeno, noto come “picco del deflusso glaciale”, porterà a un aumento dell’acqua disponibile… per poi causare un crollo. Nelle Alpi, il picco è già stato superato. Ciò significa che da ora in poi, ogni anno la portata d’acqua dolce fornita dai ghiacciai sarà sempre più bassa. Questo impatterà in modo critico su agricoltura, approvvigionamento idrico e biodiversità
Un’emergenza globale nel 2025, Anno Internazionale dei Ghiacciai
Il 2025 è stato proclamato dalle Nazioni Unite Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai. E mai come oggi questo tema è urgente. Il rapporto GlaMBIE non è solo un campanello d’allarme: è un vero e proprio grido di emergenza. Se vogliamo tutelare le nostre risorse idriche, contenere l’innalzamento del livello del mare e difendere la biodiversità, dobbiamo agire ora.
Cosa possiamo fare?
Anche se il quadro è allarmante, la partita non è ancora persa. Ridurre le emissioni di gas serra, promuovere politiche climatiche ambiziose, migliorare la gestione dell’acqua e finanziare la ricerca sono passi imprescindibili. Ma serve anche consapevolezza individuale: ogni scelta sostenibile – dal risparmio energetico al consumo consapevole – può contribuire a rallentare lo scioglimento dei nostri ghiacciai.