ENTRO IL 2100, IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO POTREBBERO PROVOCARE FINO A 30 MILIONI DI MORTI ALL’ANNO. QUESTO SCENARIO, PROSPETTATO DARGLI STUDIOSI DEL MAX PLANCK INSTITUTE FOR CHEMISTRY DI MAGONZA (GERMANIA), EVIDENZIA UN FUTURO IN CUI GLI IMPATTI AMBIENTALI SI INTRECCIANO DRAMMATICAMENTE CON I RISCHI PER LA SALUTE GLOBALE. A DIFFERENZA DI ALTRE EMERGENZE SANITARIE, IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E LO SMOG RAPPRESENTANO UNA MINACCIA LENTA MA INESORABILE
Cambiamento climatico e smog: una minaccia sempre più concreta
L’aumento delle temperature globali porta con sé ondate di calore più frequenti, intense e durature, che colpiscono in modo particolare anziani, bambini e persone con patologie croniche. Questi eventi estremi mettono sotto pressione il sistema cardiovascolare e respiratorio, causando un incremento significativo di infarti, ictus e insufficienze respiratorie.
.«Il cambiamento climatico non è solo un fenomeno che riguarda il futuro: sta già accadendo e sta già uccidendo», sottolinea Andrea Pozzer, del Max Planck Institute, in Germania.
«Entro la fine del secolo, nello scenario più probabile, i decessi legati a temperature estreme raggiungeranno quota 10,8 milioni all’anno, un aumento di sette volte rispetto al 2000». A questo si aggiungono i 19,5 milioni di morti causati dall’inquinamento atmosferico, cinque volte in più rispetto agli inizi del millennio. Dietro queste cifre ci sono storie di vite spezzate, sistemi sanitari sovraccaricati e società costrette a fare i conti con sfide mai viste prima. Ma entriamo nel vivo della questione.
Lo smog, un killer silenzioso
L’inquinamento atmosferico, spesso definito un “killer silenzioso”, colpisce ogni respiro che facciamo. Il particolato fine (PM2.5) e altri inquinanti come biossido di azoto e ozono troposferico penetrano nei polmoni, causando infiammazioni croniche e danneggiando i tessuti.
Le ricerche condotte dal Max Planck Institute for Chemistry, pubblicate su Nature Communications, indicano che i decessi annuali attribuibili all’inquinamento atmosferico potrebbero aumentare significativamente entro la fine del secolo. Nel 2000, si stimava che circa 4,1 milioni di persone morissero ogni anno a causa dell’esposizione a inquinanti atmosferici.
Secondo le proiezioni dello studio, questo numero potrebbe salire a 19,5 milioni di decessi annuali entro il 2100. Questa crisi è particolarmente grave nelle regioni ad alta densità di popolazione e con rapida industrializzazione, come l’Asia meridionale e orientale.
Nei Paesi a basso reddito, il fenomeno è aggravato da altri fattori: la mancanza di infrastrutture adeguate, come sistemi di raffreddamento o riscaldamento, amplifica infatti gli effetti delle temperature estreme. Allo stesso tempo, l’aumento delle temperature favorisce la diffusione di malattie infettive, come la malaria e la dengue, in aree dove queste erano precedentemente sconosciute.
Lo smog è una minaccia democratica: non conosce confini sociali o geografici
A differenza degli impatti del cambiamento climatico, gli effetti dello smog non risparmiano nemmeno i Paesi ad alto reddito. Nelle città europee e nordamericane, il traffico veicolare e l’industria continuano a essere fonti principali di particolato fine e biossido di azoto, con conseguenze dirette sulla salute dei cittadini. «Lo smog è una minaccia democratica: non conosce confini sociali o geografici», afferma Jean Sciare, del Climate and Atmosphere Research Center.
I bambini: vittime innocenti del cambiamento climatico e dell’inquinamento atmosferico
Nei bambini, tali effetti sono particolarmente preoccupanti: lo smog può alterare il normale sviluppo polmonare, riducendo la capacità respiratoria e aumentando la vulnerabilità a infezioni polmonari per tutta la vita.
Parallelamente, i problemi cardiovascolari rappresentano un’altra emergenza sanitaria correlata. Gli inquinanti atmosferici, penetrando nel sistema circolatorio, favoriscono l’infiammazione e l’accumulo di placche aterosclerotiche, aumentando il rischio di ipertensione, aritmie cardiache, infarti e ictus, ma anche malattie croniche come asma, bronchite, malattie polmonari ostruttive croniche (BPCO) e cancro ai polmoni.
A questo si aggiungono le temperature estreme, una delle manifestazioni più evidenti del cambiamento climatico, che amplificano il carico di stress sul cuore, causando un aumento delle ospedalizzazioni e della mortalità cardiovascolare, soprattutto durante le ondate di calore.
Cambiamento climatico e smog: ripercussioni anche sul sistema nervoso centrale e sulla salute mentale
Le ripercussioni non si fermano ai sistemi respiratorio e cardiovascolare, ma si estendono anche al sistema nervoso centrale, con conseguenze che solo recentemente stanno emergendo nella loro interezza. Studi epidemiologici e sperimentali suggeriscono un legame tra esposizione cronica all’inquinamento atmosferico e un aumento del rischio di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson.
Questo collegamento è attribuito all’infiammazione sistemica e all’accumulo di particelle tossiche nel cervello, fenomeni che accelerano il declino cognitivo, soprattutto negli anziani. Si tratta di un campo di ricerca ancora in espansione, ma già sufficiente per destare serie preoccupazioni.
Anche la salute mentale risente pesantemente dell’impatto combinato di smog e cambiamento climatico. Gli eventi climatici estremi, come uragani, alluvioni e ondate di calore, provocano uno stress psicologico acuto, aumentando l’incidenza di ansia, depressione e disturbi da stress post-traumatico.
Allo stesso tempo, l’esposizione quotidiana a livelli elevati di inquinamento atmosferico contribuisce a un disagio psicologico cronico, spesso amplificato nelle aree urbane densamente popolate, dove lo smog diventa una presenza costante e opprimente.
Aumento della mortalità infantile
Infine, l’aumento della mortalità infantile rappresenta uno degli effetti più tragici e strazianti. Le donne in gravidanza esposte a inquinanti atmosferici e a temperature elevate affrontano un rischio maggiore di complicazioni, tra cui nascite premature e neonati con basso peso alla nascita. Tali fattori non solo compromettono la sopravvivenza neonatale, ma possono avere effetti duraturi sulla salute e sullo sviluppo del bambino, perpetuando un ciclo di vulnerabilità e disuguaglianza.
Mitigazione e soluzioni: un’azione urgente e globale
Per affrontare questa doppia crisi, sono necessarie misure immediate e globali. La mitigazione del cambiamento climatico richiede una transizione verso fonti di energia rinnovabile, l’abbandono progressivo dei combustibili fossili e l’adozione di politiche volte a ridurre le emissioni di gas serra. Contemporaneamente, la lotta contro lo smog deve includere regolamentazioni più severe per l’industria e il traffico, incentivi per la mobilità sostenibile e il potenziamento degli spazi verdi urbani.
«L’implementazione di programmi di monitoraggio della qualità dell’aria e di politiche climatiche ambiziose non è più un’opzione, ma una necessità», puntualizza Sciare. Inoltre, è essenziale aumentare gli investimenti nella ricerca medica e nelle infrastrutture sanitarie, per prepararsi a gestire le future ondate di malattie causate da questi fattori ambientali.
Salvare vite, proteggere il pianeta
Il futuro prospettato dallo studio del Max Planck Institute è una chiamata all’azione che non può essere ignorata. Cambiamento climatico e inquinamento atmosferico sono due facce della stessa medaglia, una minaccia che non risparmia nessuno e che esige risposte immediate e coordinate a livello globale.
Tuttavia, non tutto è perduto. Ogni sforzo di mitigazione può fare la differenza, non solo per ridurre le emissioni e limitare il riscaldamento globale, ma anche per salvaguardare la salute di milioni di persone. La nostra generazione ha la responsabilità storica di agire ora, non solo per il nostro presente, ma per consegnare alle future generazioni un mondo più sano e vivibile. Come dimostrano le proiezioni, il prezzo dell’inazione sarà pagato in vite umane. Agire oggi significa garantire un domani.