L’INIZIATIVA DI PAOLO GOGLIO ARRIVA IN TOSCANA E SI UNISCE ALLA BATTAGLIA CONTRO LA PESCA ILLEGALE E LA DISTRUZIONE DEI FONDALI DEL MARE
Il cielo accoglie un raggio di luce per la pace. È questa l’iniziativa portata avanti da Paolo Goglio, regista e camperista milanese.
«A giugno sono partito da Capo Nord, per portare un raggio di luce, che proietto dal tetto del mio camper, in segno di pace tra i popoli – racconta Goglio -. Ho attraversato Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Austria, Svizzera e adesso sono giunto in Toscana, a Talamone».
Proprio qui ha conosciuto Paolo Fanciulli, pescatore maremmano, la cui passione per il mare ha animato molte battaglie per la salvaguardia dell’ambiente marino. Così ha deciso di dedicare un raggio di luce in difesa delle acque e contro la pesca illegale.
«Ho scelto di proiettare il raggio di luce, ispirato alla spada di San Michele Arcangelo, nel suo giardino. Lo dedico proprio alla forza d’animo che alimenta le sue imprese – continua Goglio -. Paolo il Pescatore è un vero angelo del mare: lo difende, lo custodisce, lo protegge, affronta sofferenze e difficoltà, ma non si arrende mai».
Infatti Paolo il Pescatore da anni combatte contro la pesca illegale che sta distruggendo i nostri mari, che subiscono anche l’inquinamento da rifiuti tossici e detergenti chimici. Il suo sogno, invece, è quello di creare uno spazio che unisca, in maniera sostenibile, la natura e la tradizione della pesca.
Le imprese di Paolo il Pescatore per difendere il mare
Il tratto della costa della Maremma, area compresa fra Toscana e Lazio, è tra i più belli d’Italia. Qui il promontorio di Talamone domina le acque della baia, contornato dai monti dell’Uccellina, dal monte Argentario e dalle isole dell’arcipelago toscano.
Purtroppo però anche questo luogo incontaminato non è al sicuro dalle oltre 2mila imbarcazioni che devastano i fondali marini in tutta Italia, provocando danni irreparabili all’ambiente e non risparmiando neanche aree protette, oasi e parchi marini.
Per cercare di proteggere le acque che bagnano la zona di Talamone, Paolo il Pescatore ha deciso di posare sul fondo del mare numerosi blocchi di cemento, per impedire l’utilizzo illegale delle reti a strascico in prossimità della costa. L’impresa di Paolo ha coinvolto molti cittadini che condividono il suo stesso amore per il mare. Tra questi c’è anche il titolare di una cava di marmo a Carrara, che ha offerto cento blocchi di marmo per l’impresa.
Così l’attivista ha deciso di far scolpire e modellare la pietra da artisti internazionali e le opere d’arte finali sono state poi posizionate in acqua. È nato così un vero e proprio museo sottomarino che ha il duplice scopo di:
- contrastare la pesca illegale;
- informare su questa catastrofe ecologica.
“La casa dei pesci”, contrastare la distruzione dei fondali
Questa è solo una delle attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica portata avanti da Paolo il Pescatore. La sua azione di contrasto si avvale del supporto della Guardia Costiera e degli enti di sorveglianza, i quali vengono costantemente informati sulla presenza di barche che praticano la pesca illegale.
Inoltre è anche l’ideatore di un’associazione, La casa dei pesci, che ha lo scopo di contrastare la distruzione degli stock ittici da parte della pesca industriale e la desertificazione dei fondali.
Il problema della pesca illegale in Italia
Il problema della pesca illegale non coinvolge solo la zona della costa maremmana ma colpisce tutta Italia. Secondo i dati forniti delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera emerge, infatti, come, a fronte di un numero di ispezioni tra le 110 e le 140mila, sono state registrate sanzioni molto elevate, che vanno da 7 a oltre 12 milioni di euro. In particolare, nel 2016, sono stati sequestrati oltre 760 tonnellate di prodotto ittico.
Tra le specie principali oggetto di illeciti vi sono l’anguilla, le oloturie, alcuni tipi di squali e, soprattutto, i datteri di mare. Quest’ultimi sono una particolare specie di molluschi bivalve, la cui caratteristica è quella di vivere all’interno delle rocce, soprattutto di natura calcarea. Questo tipo di substrati rocciosi è tipico delle coste sud-orientali del Golfo di Napoli e di molte barriere frangiflutti. Il dattero di mare è in grado di perforare la roccia grazie alla secrezione di un acido, creando così cunicoli in cui insediarsi.
La raccolta, il trasporto e la commercializzazione del dattero di mare sono severamente vietati perché costituiscono una “specie ombrello”, cioè un tipo di animale attraverso la cui tutela è possibile preservare centinaia di altre specie, il cui habitat ideale è rappresentato proprio dalle rocce su cui si insediano i datteri di mare e dai loro cunicoli.
Tutelare il mare: regole nel settore della pesca
Oltre a tutelare determinati tipologie di animali, in Italia il decreto legislativo “Misure per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura” del 2012 disciplina tutto il comparto della pesca, stabilendo determinati divieti. Per esempio è vietato:
- pescare, detenere, trasbordare, sbarcare, trasportare e commercializzare le specie di cui sia vietata la cattura in qualunque stadio di crescita, in violazione della normativa vigente;
- danneggiare le risorse biologiche delle acque marine con l’uso di materie esplodenti, energia elettrica o sostanze tossiche atte a intorpidire, stordire o uccidere i pesci e gli altri organismi acquatici;
- esercitare la pesca in acque sottoposte alla competenza di un’organizzazione regionale per la pesca, violando le misure di conservazione o gestione e senza avere la bandiera di uno degli Stati membri dell’organizzazione;
- sottrarre o asportare gli organismi acquatici che si trovano in spazi acquei sottratti al libero uso e riservati agli stabilimenti di pesca e di acquacoltura.