OGNI 28 APRILE, IL MONDO SI UNISCE PER COMMEMORARE LE VITTIME DELL’AMIANTO E RIFLETTERE SULLE SFIDE ANCORA PRESENTI LEGATE A QESTA SOSTANZA TOSSICA. NONOSTANTE SIANO TRASCORSI TRENTADUE ANNI DALLA LEGGE CHE HA MESSO AL BANDO L’USO DEL MINERALE, IL SUO IMPATTO LETALE PERSISTE. SOLO IL 25% DELL’ASBESTO È STATO RIMOSSO FINORA. DI CONSEGUENZA, SECONDO LE STIME DI LEGAMBIENTE, CI VORRANNO ALMENO ALTRI 75 ANNI PER COMPLETARE IL PROCESSO DI BONIFICA. E QUESTO, PURTROPPO, NON TIENE CONTO DEI QUARANT’ANNI DI LATENZA TIPICI DELLA COMPARSA DEL MESOTELIOMA, UNA RARA E AGGRESSIVA FORMA DI CANCRO ASSOCIATA ALL’ESPOSIZIONE AL PATOGENO
L’Amianto in Italia
In Italia, nonostante la messa al bando del minerale con l’entrata in vigore della legge 257/92, che ha introdotto il divieto di estrazione, importazione, commercializzazione e produzione di amianto e prodotti contenenti questo materiale fibroso, il problema è ancora drammaticamente attuale. Il settimo Rapporto del registro nazionale dei mesoteliomi (ReNam), pubblicato il 14 febbraio 2022, ha sottolineato che la malattia continua a colpire, con una maggiore incidenza registrata negli ultimi anni.
Questo tipo di cancro, correlato all’esposizione alle fibre di asbesto nell’aria, ma anche all’ingestione, ha visto un’incidenza significativa, nonostante i primi segnali di una leggera riduzione nel tasso di crescita della malattia.
Con una media annua di casi diagnosticati compresa tra 1.500 e 1.800, la Lombardia, il Piemonte, la Liguria e l’Emilia-Romagna rimangono le regioni più colpite. Esse rappresentano oltre il 56% dei casi segnalati. Questi dati evidenziano la necessità di continuare a lottare contro il “killer silente” e a implementare misure efficaci per proteggere la salute pubblica e prevenire futuri casi di mesotelioma e patologie asbesto correlate.
Durante la Giornata Mondiale per le Vittime dell’Amianto, «è fondamentale quindi riflettere sulle vite perse a causa di questa sostanza e rinnovare il nostro impegno per una bonifica completa e per garantire un futuro più sicuro per tutti». A sottolinearlo l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto che da oltre vent’anni si batte per la definitiva messa al bando di questo patogeno.
La persistente minaccia dell’amianto nei posti di lavoro: una giornata del ricordo
Tra gli oltre 30mila casi esaminati nel Rapporto ReNam, il 70% delle modalità di esposizione è direttamente collegato alle condizioni lavorative.
In particolare, l’edilizia emerge come uno dei settori più a rischio, rappresentando il 16,2% dei casi esaminati. Seguono la metalmeccanica (8,8%) e i cantieri navali (7,4%). Ma le tracce di amianto si possono trovare anche in settori inaspettati. Oltre agli impianti di raffinazione e petrolchimici, gli zuccherifici sono stati individuati come luoghi in cui permangono latenti tracce di amianto. Il minerale veniva infatti utilizzato come isolante termico negli impianti di lavorazione.
Le esposizioni non si limitano al contesto lavorativo tradizionale. Sono numerosi anche i casi di esposizione all’amianto nel settore dello spettacolo e dell’agricoltura, per la presenza di manufatti in cemento-amianto. Stessa cosa, nel settore automobilistico, dal momento che sistemi frenanti e guarnizioni erano spesso prodotti con materiale a base di questo minerale.
Persino nelle scuole, il rischio è presente, con numerose segnalazioni di casi di mesotelioma tra il personale docente e non docente. E dove anche gli studenti, potenzialmente, sono esposti all’eternit presente in edifici scolastici datati.
A tal proposito, l’ONA ha effettuato una mappatura e un censimento degli istituti. Nel 2021, i dati dell’Osservatorio, tenendo conto di tutte le segnalazioni e delle bonifiche in itinere, avevano identificato 2.292 scuole non ancora bonificate.
La stima dei quantitativi di materiali contenenti amianto rimane complessa. Utile precisare che, sebbene ci siano dati relativamente aggiornati sulla presenza di asbesto nel Paese, le cifre sono spesso sottostimate. Ciò rende fondamentale un coordinamento efficace tra le autorità locali e centrali per identificare e gestire correttamente i siti contaminati e garantire la sicurezza della popolazione.
L’amianto a trentadue anni dal bando: rischi e complicazioni
La pericolosità dell’amianto è legata principalmente alla sua capacità di provocare patologie alle vie respiratorie se inalato. Cosa che mette a rischio la vita di chiunque entri in contatto con esso.
Il contatto con il cancerogeno, presenta una serie di rischi per la salute che possono derivare sia dall’esposizione diretta sia da quella indiretta a questa sostanza pericolosa. Questi rischi includono una vasta gamma di tumori e patologie asbesto-correlate che possono avere conseguenze gravi e talvolta fatali per chiunque entri in contatto con la “fibra killer”.
Mesotelioma: è probabilmente il più noto tra i tumori correlati all’amianto. Il mesotelioma è un tipo di cancro raro e aggressivo che colpisce i tessuti sottocutanei e può svilupparsi nel rivestimento dei polmoni, dell’addome, del cuore o nella tunica vaginale;
Cancro ai polmoni: l’esposizione all’amianto aumenta significativamente il rischio di sviluppare il cancro ai polmoni. Se inalate, le fibre possono causare danni ai tessuti polmonari che, nel tempo, possono evolvere in cellule cancerogene;
Asbestosi: è una malattia polmonare cronica causata dall’inalazione di fibre di amianto. Il patogeno provoca cicatrici e infiammazione nei polmoni, che causano difficoltà respiratorie, tosse persistente e insufficienza respiratoria;
Cancro all’esofago, all’ovaio e ai reni: anche questi tumori possono essere causati dall’esposizione al “killer silente“, sebbene il legame sia meno comune rispetto ai tumori ai polmoni e al mesotelioma.
Esposizione diretta e indiretta
La differenza tra esposizione diretta e indiretta è importante. La prima si verifica quando una persona entra in contatto diretto con materiali contenenti amianto. L’esposizione indiretta, d’altra parte, può avvenire quando una persona entra in contatto con qualcuno che è stato esposto all’asbesto, ad esempio lavando i vestiti di un soggetto che lavorava in un ambiente contaminato dalle sottilissime fibre.
Un esempio emblematico di esposizione indiretta è il caso di Johnson & Johnson, in cui si è scoperto che alcuni dei prodotti per l’igiene personale, come la polvere di talco per bambini, erano contaminati dalle fibre.
Infine, è importante sottolineare che l’amianto può essere ingerito attraverso l’acqua che scorre negli acquedotti. Anche questi ultimi, purtroppo, fino all’aprile del 1993 (data di entrata in vigore del divieto di utilizzo del minerale), sono stati realizzati con tubature in cemento-amianto: l‘eternit.
L’amianto escluso dal PNRR
Il Parlamento Europeo, attraverso una risoluzione del 20 ottobre 2021, ha sollevato l’attenzione sul rischio dell’amianto, raccomandando alla Commissione di avviare iniziative per proteggere i lavoratori esposti a questa sostanza pericolosa.
Tuttavia, in Italia, la questione sembra essere stata trascurata nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con un solo accenno all’argomento in riferimento agli investimenti nel parco agrisolare. Questo ha suscitato preoccupazione tra gli esperti, considerando che l’amianto continua a mietere migliaia di vittime ogni anno nel Paese.
Il PNRR mira principalmente a incentivare l’installazione di pannelli solari sui tetti per rimuovere l’eternit, con un investimento di 500milioni di euro per la bonifica dei siti contaminati. Tuttavia, tali misure sono considerate insufficienti di fronte all’emergenza rappresentata dall’amianto.
Nuova direttiva europea
Una nuova direttiva dell’Unione Europea, entrata in vigore il 20 dicembre 2023, ha introdotto importanti modifiche alla protezione dei lavoratori esposti all’amianto durante l’attività lavorativa.
La Direttiva 2023/2668/UE ha ridotto drasticamente il limite massimo di esposizione dei lavoratori all’amianto, passando da 0,1 a 0,01 fibre di amianto per cm3. Gli Stati membri sono tenuti a conformarsi a questa nuova normativa entro il 21 dicembre 2025.
Una delle novità più significative è l’introduzione di un nuovo metodo di misurazione, basato sulla microscopia elettronica, che consentirà di rilevare le fibre di amianto sottili, con una larghezza inferiore a 0,2 micrometri.
Questo nuovo metodo sarà operativo entro il 2029, e i datori di lavoro saranno tenuti a rispettare il limite massimo di esposizione di 0,01 fibre per cm3 una volta che questo sarà attuato. Nel caso in cui vengano misurate anche le fibre sottili, il valore limite si abbasserà ulteriormente a 0,002.
Il ruolo dell’operatore qualificato nella gestione del killer invisibile
La norma europea ha anche introdotto disposizioni che riguardano la formazione dei lavoratori esposti all’amianto. La formazione dei cosiddetti “operatori qualificati”, dovrà essere impartita all’inizio del rapporto di lavoro e dovrà essere adattata alle specifiche mansioni assegnate ai dipendenti.
Inoltre, sono previste sessioni di formazione aggiuntive ogni volta che siano individuate ulteriori esigenze di apprendimento. Per i lavoratori che svolgono attività di demolizione o rimozione dell’amianto, è prevista una formazione specifica sull’uso delle attrezzature per contenere l’emissione e la dispersione delle fibre durante le lavorazioni.
Ma torniamo alla Giornata Mondiale
Giornata Mondiale per le Vittime dell’Amianto: Un appello alla riflessione e alla prevenzione
La Giornata della Memoria delle vittime di amianto, che cade il 28 aprile di ogni anno, rappresenta un momento internazionale di commemorazione per onorare i lavoratori deceduti a causa di malattie causate dal pericolo minerale.
In questa giornata, si terranno numerosi eventi in tutto il mondo per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti dei lavoratori e sulla necessità di proteggere la loro salute e sicurezza. L’ONA si unisce a questo evento globale e invita tutti a partecipare ad accendendo una candela il 28 aprile.
Perché è così importante l’evento? Elenchiamo i principali motivi:
Circa 125milioni di lavoratori in tutto il mondo sono ancora regolarmente esposti all’amianto, una sostanza estremamente pericolosa per la salute;
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, più di 107mila lavoratori muoiono ogni anno a causa di patologie asbesto-correlate. Ogni giorno, più di trecento persone perdono la vita a causa di malattie prevenibili causate dall’amianto;
L’amianto è classificato dalla International Agency for Research on Cancer (IARC) come un cancerogeno per i polmoni e la laringe, con prove che suggeriscono un aumento del rischio di altre forme di cancro come il linfoma non Hodgkin, la leucemia linfocitica cronica e il mieloma multiplo;
Le sostanze pericolose causano la morte di 440mila lavoratori ogni anno, con l’amianto responsabile di oltre 100mila di queste vite perse.
Questi fatti sono un richiamo urgente alla necessità di rafforzare le norme sulla sicurezza sul lavoro e di adottare misure efficaci per proteggere i lavoratori da esposizioni nocive.
Accendendo una candela il 28 aprile, ci uniamo alla comunità globale nel ricordo delle vittime e nell’impegno per un futuro in cui nessun lavoratore debba perdere la vita a causa delle condizioni lavorative. E che la giornata del ricordo non sia solo un momento di ricordo ma di azioni concrete!