DOPO DUE ANNI DI PAUSA, ANTONIO DIODATO, ROY PACI E MICHELE RIONDINO, DIRETTORI ARTISTICI DELLA MANIFESTAZIONE “UNO MAGGIO TARANTO LIBERO E PENSANTE”, CON GRANDE IMPEGNO E ORGOGLIO, RILANCIANO UNA NUOVA EDIZIONE. IL FINE DAR VOCE AI DIRITTI INASCOLTATI DEI LAVORATORI DELLA CITTÀ E NON SOLO
Finalmente quest’anno, dopo due anni di stop forzato causa covid, ritorna a Taranto il concerto “Uno Maggio Taranto Libero E Pensante”.
La manifestazione è nata per promuovere e rivendicare la tutela dei diritti dei lavoratori dell’ex Ilva e di tutti quei lavoratori italiani, che versano in situazioni di difficoltà sui propri posti di lavoro. Specie in fatto di salute e sicurezza.
Il comitato spontaneo e apartitico “Cittadini Liberi e Pensanti” (composto da operai ex Ilva, lavoratori precari, disoccupati e cittadini della comunità), nato a Taranto il 30 luglio 2012, è il cuore pulsante di questo evento.
Insieme con i direttori artistici Antonio Diodato, Michele Riondino e Roy Paci, che lavorano in sinergia per “fare rumore” attraverso la musica, affinché il diritto a un ambiente salubre e il diritto al lavoro siano tutelati e garantiti in egual misura.
Uno degli obbiettivi chiave del Comitato è, infatti, quello di superare l’annoso conflitto, subìto per anni dai lavoratori dell’ex Ilva, tra il posto di lavoro e la salute.
Conflitto poi sfociato in una scelta difficilissima da prendere: non lavorare per sopravvivere o lavorare rischiando una malattia o la morte?
È noto alle cronache che l’ex Ilva, ora Arcelor Mittal, costituisca una grossa minaccia per la salute e l’incolumità dei lavoratori e dei cittadini tarantini. Nonché una fonte di incalcolabili problemi dal punto di vista finanziario.
Ex Ilva, enorme e vetusta fabbrica, rischiosa
«Sono sotto sequestro dal 2012, poiché creano eventi di malattie e morte nella popolazione, soprattutto in età pediatrica». Così l’on. Giovanni Vianello della commissione attività produttive e della bicamerale d’inchiesta Ecomafie, in merito alla condizione generale di sicurezza della Mittal e delle sue aree a caldo.
E ancora: «quella enorme e vetusta fabbrica è rischiosa per l’incolumità di tutti i lavoratori, non a caso sono quasi all’ordine del giorno infortuni… inoltre il PORA (Piano di Rimozione Amianto) non è stato ancora concluso e nella fabbrica ci sono centinaia di siti pieni della sostanza killer».
È proprio dell’anno scorso, infatti, l’epocale sentenza in primo grado della Corte D’Assise di Taranto, nell’ambito del processo “Ambiente Svenduto”, che eroga pesanti condanne “a cascata” nei confronti di quasi tutti gli imputati (47) in giudizio.
Tra le più significative, quelle a carico dei fratelli Riva, ex proprietari e amministratori dell’Ilva, condannati alla reclusione per i reati di concorso in associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa delle cautele sui luoghi di lavoro.
La sentenza dispone anche la confisca senza facoltà d’uso delle aree a caldo del polo. Disposizione poi aggirata dal primo Decreto Salva Ilva, che ne ha concesso comunque l’uso.
Pericolo prescrizione sul processo “Ambiente Svenduto”
Purtroppo la sentenza non è stata ancora depositata e questo ritardo potrebbe far cadere in prescrizione ulteriori reati su cui si è dibattuto.
Inoltre, come ha ancora specificato l’on. Vianello, «la recente riforma penale denominata Cartabia prevede l’improcedibilità per diversi reati, tra cui il disastro ambientale, che è uno dei capi di imputazione del processo ”Ambiente Svenduto”.
Per cui oggi si corre il doppio rischio della improcedibilità per il reato cardine del processo in oggetto e della prescrizione di altri.
Cosa certa è, però, il nesso di causalità tra le emissioni di diossine e PBC dei “fumi dell’Ilva” e l’inquinamento ambientale registrato a Taranto nel corso degli anni.
La presenza di sostanze tossiche in elevata percentuale è’ stata riscontrata nell’aria, specie nelle zone a ridosso dell’opificio (primo fra tutti il Rione Tamburi), nelle acque, nel terreno, negli animali e di conseguenza nelle carni e in altri alimenti. Tantissimi, dunque, i casi di malattia (ad es. tumori alla tiroide o patologie polmonari) e morte.
Ciò è anche ricordato in un passo del paragrafo introduttivo al PIANO TARANTO, proposto dal Comitato in alternativa al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, noto anche come Recovery Plan) per la città di Taranto e presente sul sito di “Liberi e pensanti”.
Il porto, volano dello sviluppo economico, alternativo
“Abbiamo ripercorso gli allarmanti dati sanitari – (è scritto nel PNRR) a partire dallo studio Forastiere-Triassi- Biggeri, che per la prima volta ha stabilito il nesso di causalità tra inquinamento ed incremento di malati e morti – fino ai dati ISTAT diffusi dalla ASL nel dicembre scorso. Abbiamo evidenziato come, negli anni, ci sia stato un incremento costante del surplus di malattie correlate all’inquinamento ambientale e i relativi costi sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale. Abbiamo riconosciuto nel porto il volano dello sviluppo economico, alternativo alla grande industria impattante sul territorio”.
Da tutta questa disastrosa situazione sono scaturiti anche una forte crisi produttiva e forti problemi per i lavoratori dell’Ilva e degli altri centri produttivi italiani ad essa collegati.
La riduzione della produzione, la pericolosità e insalubrità del posto di lavoro e, infine, il processo, hanno causato lunghi periodi di cassa integrazione per i lavoratori. Che, appunto, si sono trovati nelle condizioni di non poter più lavorare per non rischiare di morire e per la stretta data dalla stessa Mittal.
Ma quanto potrà durare ancora questa situazione? Non sarebbe più utile e meno anti economico reimpiegare la forza lavoro ad oggi ferma, nella bonifica e smantellamento graduale del polo siderurgico, spostando l’attività produttiva principale della città nel porto di Taranto?
Questo non darebbe la possibilità ai lavoratori di essere reintegrati e ai giovani di trovare occupazione? Non si potrebbe puntare sul green e sulle rinnovabili? Queste sono alcune delle tante domande e obiettivi contenuti nel succitato PIANO TARANTO.
L’idrogeno al posto del carbone, per poter continuare a produrre acciaio
Ma se si pensa al PNRR, predisposto dall’Italia per accedere ai fondi del NGEU (NEXT GENERATION UE, piano di ripresa economico che punta anche su un futuro molto più green e digitale entro il 2050), questo sembra aver destinato ingenti somme al processo di transizione ecologica e somme specifiche per “risanare” l’ex Ilva.
Tuttavia il MiTE (Ministero della Transizione Economica) e la Regione Puglia, immaginano un processo di transizione prevalentemente basato sulla sostituzione dei fossili con l’idrogeno, per poter continuare a produrre acciaio.
Quello che però non torna è che la “decarbonizzazione” riguarderebbe comunque impianti obsoleti, risalenti agli anni ’60, pericolosi e quasi più utilizzabili, come sopra anticipato nelle dichiarazioni dell’on. Vianello.
Riondino, decarbonizzare gli impianti solo un’utopia priva di utilità
Ecco che, quindi, il Comitato dei cittadini e lavoratori proprio non ci sta. Anche Michele Riondino, durante la conferenza stampa di presentazione dell’Uno Maggio Taranto Libero e Pensante, sottolinea come l’ex Ilva sia sempre stato «un impianto a ciclo integrale che va esclusivamente a fossile. Ha fatto la sua storia e bisogna andare avanti, anche perché la transizione ecologica, energetica deve passare anche da una transizione tecnologica».
Per cui pensare di risolvere tutto, decarbonizzando quegli impianti datati, sembra solo un’utopia priva di utilità.
Il concertone dell’Uno Maggio Taranto Libero e Pensante
Queste, dunque, sono solo alcune delle tematiche principali che animano il concerto dell’Uno Maggio Taranto Libero e Pensante, evento che, anno dopo anno, vede aumentare l’adesione di nomi eccellenti della musica italiana. Come Ermal Meta, Gianni Morandi, The Niro, 99 Posse, Erica Mou, Gaia e tantissimi altri. I quali suoneranno senza compenso, in linea con il senso della manifestazione.
Tantissime anche le associazioni interessate che parteciperanno a sostegno della causa, come Campagna Giudizio Universale, Fridays For Future, Movimento NO TAP, NO TAV, Terra dei Fuochi ecc.
Tanti anche i lavoratori, tra cui quelli di Bergamo, Civitavecchia, Falconara, di Alitalia e Cementir.
Il programma del concerto “Uno Maggio Taranto Libero e Pensante”
Il concerto, a ingresso gratuito, ha luogo presso il Parco Archeologico delle Mura Greche. Inizio alle 14.00. Si può anche seguire in diretta su Antenna Sud; in streaming su antennasud.com; sul canale 14 del nuovo digitale terrestre e in diretta sulla pagina Facebook dell’Uno Maggio Libero e Pensante.
Vietato introdurre bottiglie e bicchieri di vetro, spray urticante, lattine, animali senza museruola e guinzaglio.
Apriranno l’evento i vincitori del contest “Destinazione Uno Maggio” e i direttori artistici Antonio Diodato e Roy Paci.