6MILA DECESSI IN TUTTA LA PUGLIA, A CAUSA DELL’AMIANTO. 1.020 SOLO DEI QUARTIERI TAMBURI, PAOLO VI, CITTÀ VECCHIA-BORGO DI TARANTO. INDISPENSABILE LA PREVENZIONE.
«È necessario un diverso approccio da parte delle istituzioni. Questi problemi non possono essere risolti solo con le azioni giudiziarie repressive di reati. È indispensabile mettere in pratica il concetto di prevenzione primaria che, attraverso la bonifica, restituisca dignità ai territori sfregiati da una cultura che ha privilegiato il profitto alla vita umana».
Così l’avv. Ezio Bonanni, nel corso della conferenza stampa sul “Danno da amianto” che si è tenuta nei giorni scorsi a Taranto.
«In Puglia sono stati registrati 3.200 casi di cancro del polmone e almeno 2.800 decessi – ha continuato Bonanni -. Sommati alle altre patologie asbesto correlate, si arriva a 6mila decessi in tutta la regione. Di questi, 1.020 (periodo dal 1993 al 2021) provengono dai quartieri di Taranto: Tamburi, Paolo VI, Città Vecchia-Borgo di Taranto. Il 68% diagnosticati in individui di sesso maschile e il restante 32% in quelli di sesso femminile».
“Danno da amianto”, prevenzione, previdenza, risarcimenti
Alla conferenza stampa ha fatto seguito il convegno, in un hotel del capoluogo jonico, organizzato dall’Osservatorio nazionale Amianto e dall’Unione Sindacale di Base.
Per ONA e USB, da anni impegnati nella tutela dell’ambiente e della salute, «la città di Taranto e tutta la Puglia sono il nuovo epicentro dell’emergenza amianto in Italia». «Nel sesto Rapporto ReNaM – ha proseguito il presidente dell’ONA – per la Regione Puglia i mesoteliomi ufficialmente registrati sono stati 1.191 nel periodo tra il 1993 e il 2015, pari al 4,4% di quelli registrati nel Paese. Nel 67,2% dei casi, il mesotelioma è stato causato da esposizione all’amianto di tipo professionale».
I dati aggiornati dell’ONA e del Rapporto ReNaM
Il Registro Nazionale Mesoteliomi è stato aggiornato con il VII Rapporto ReNaM. Anche il dato epidemiologico dell’ONA è aggiornato fino a tutto il 2021, «per un numero di casi complessivo che si avvicina a 1600, con un indice di mortalità pari al 93% entro in cinque anni, di cui il 90% entro il primo anno dalla diagnosi».
Nell’ex Italsider giacciono 4mila tonnellate di amianto
Francesco Rizzo, della Segreteria Nazionale USB ha evidenziato che «il territorio, quello jonico, è purtroppo interessato in maniera importante dalla presenza dell’amianto. Solo all’interno dello stabilimento siderurgico si contano ancora ben 4mila tonnellate della sostanza, molto pericolosa per la salute. Altrettanto preoccupante la situazione all’interno dell’Arsenale. Da qui la nostra esigenza di riportare sui tavoli l’urgente questione e soprattutto di richiamare l’attenzione della politica».
Lavoratori dell’industria lasciati soli ad affrontare le gravi crisi globali
«Da molti decenni i lavoratori dell’industria, a Taranto ed altrove, sono stati lasciati soli ad affrontare le gravi crisi globali – ha dichiarato il Prof. Gaetano Veneto, Ordinario di Diritto del lavoro all’Università di Bari -. L’internazionalizzazione di aziende del settore meccanico – siderurgico, dalla Fiat alla Italsider, o del trasporto aereo, ha causato processi di emarginazione, ignorando la ricaduta sul lavoro. Quest’ultima amplificata dal vuoto di rappresentanza della politica, con decisioni prese senza alcun progetto globale, talvolta perfino lasciando adito a gravi sospetti».
L’avvocato Emanuela Sborgia ha, poi, spiegato che «le molteplici difficoltà che si incontrano in ambito penale ci inducono, spesso, ad intraprendere la strada delle azioni civili. Ma anche in questo settore giudiziario non mancano le difficoltà».
Nel corso del convegno è stato fatto anche il punto sulla situazione sulle principali inchieste giudiziarie in corso nelle Procure pugliesi tra ex ITALSIDER e Marina Militare nella “Città dei due Mari” e Fibronit di Bari.
Sono intervenuti all’incontro:
Tino Ferrulli, (Coordinatore Nazionale USB Difesa), Rosa D’Amato (Europarlamentare Greens), Ubaldo Pagano (Deputato PD), Mario Turco (Senatore M5S), Giovanni Gentile (avvocato giuslavorista ONA Taranto), Luciano Carleo (Presidente di Contramianto -Taranto) e Nicla Miceli, (ingegnere, consulente Ambiente e Sicurezza). Ha moderato l’incontro la giornalista Debora Notarnicola.
Una App per segnalare la presenza dell’amianto
È necessaria la prevenzione. Ogni singolo cittadino, può segnalare i siti contaminati e, allo stesso tempo, consultarne l’evento e/o evitare di essere esposti, grazie all’App Amianto. Grazie anche all’intervento dei singoli, l’ONA può aggiornare la mappatura dell’amianto nel Paese.
L’Osservatorio Nazionale Amianto, associazione presieduta dall’avv. Bonanni, assiste i cittadini esposti e vittime della fibra killer e altri cancerogeni. Il servizio dello sportello online fornisce assistenza gratuita tecnica, medica e legale.