giovedì, Dicembre 12, 2024

Le regine dei bombi e l’inquietante preferenza per i suoli contaminati

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LE REGINE DEI BOMBI, IMPOLLINATORI ESSENZIALI PER LA BIODIVERSITÀ E L’AGRICOLTURA, MOSTRANO UN COMPORTAMENTO SORPRENDENTE MA ANCHE PREOCCUPANTE: SCELGONO DI IBERNARE IN TERRENI CONTAMINATI DA PESTICIDI PIUTTOSTO CHE IN SUOLI PRIVI DI SOSTANZE CHIMICHE. QUESTA SCOPERTA, FRUTTO DI UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI GUELPH, IN CANADA, SOLLEVA SERI INTERROGATIVI SULLA SALUTE DELLE COLONIE DI QUESTI INSETTI E SULLA SOSTENIBILITÀ DEGLI ECOSISTEMI AGRICOLI IN UN MONDO SEMPRE PIÙ SEGNATO DALL’INQUINAMENTO

L’insolito comportamento delle regine dei bombi

In una serie di esperimenti sul campo, gli scienziati canadesi hanno offerto alle regine dei bombi (Bombus impatiens) due opzioni di terreno: uno contaminato con tracce di pesticidi comunemente usati in agricoltura e l’altro completamente privo di agenti chimici. Sorprendentemente, le regine hanno preferito il terreno contaminato, scegliendolo con una frequenza doppia rispetto a quello non trattato. Questo comportamento ha lasciato i ricercatori perplessi. Ma perché le regine dei bombi preferiscono frequentare i terreni contaminati?

Pesticidi e suolo: un legame preoccupante

Gli scienziati ipotizzano che i pesticidi possano alterare i segnali olfattivi o sensoriali che guidano le regine nelle loro decisioni, rendendo i terreni trattati artificialmente attraenti per ragioni non del tutto comprese.

Una delle teorie suggerisce che i fungicidi, eliminando microrganismi patogeni come funghi e nematodi, possano creare un ambiente apparentemente più sicuro per l’ibernazione delle regine dei bombi. Questa teoria, tuttavia, non è stata ancora completamente validata scientificamente.

Ad ogni modo, questa predilezione per suoli contaminati potrebbe risultare dannosa nel lungo periodo. Anche in assenza di effetti letali immediati, l’esposizione costante a bassi livelli di sostanze tossiche può influire significativamente sulle capacità vitali dei bombi. Studi evidenziano come tali sostanze chimiche interferiscano con i sistemi neurologici e fisiologici degli insetti, compromettendo la loro capacità di orientarsi, alimentarsi e riprodursi. L’impatto cumulativo di queste alterazioni non solo indebolisce la salute e la resistenza delle colonie, ma contribuisce anche al declino di una specie già minacciata. Cosa che influenza negativamente la biodiversità e la produttività degli ecosistemi che dipendono dall’impollinazione.

In ambito agricolo inoltre, una diminuzione significativa delle popolazioni di bombi potrebbe compromettere gravemente la produzione di numerose colture, con conseguenze rilevanti sull’approvvigionamento alimentare a livello mondiale.

Le lacune nella valutazione del rischio dei pesticidi

Lo studio evidenzia una grave mancanza nelle valutazioni del rischio ambientale legate ai pesticidi: l’esigenza cioè di considerare il suolo come una via significativa di esposizione per i bombi, soprattutto per le regine che vi entrano in contatto durante il letargo. Fino ad oggi, la maggior parte delle ricerche si è concentrata sugli effetti diretti dei pesticidi sulle api durante il foraggiamento, trascurando il ruolo del terreno come habitat essenziale per il riposo invernale e la sopravvivenza delle regine.

L’osservazione di questo comportamento anomalo evidenzia pertanto l’urgenza di rivedere le normative attuali. 

È fondamentale che le regolamentazioni agricole e ambientali considerino l’esposizione prolungata ai residui di pesticidi nel suolo e il loro potenziale impatto sulla salute degli impollinatori. Questo approccio richiede anche lo sviluppo di pratiche agricole più sostenibili, che riducano al minimo l’uso di sostanze chimiche persistenti e limitino l’accumulo di residui tossici nel terreno.

Ma conosciamo meglio questi straordinari insetti. 

I bombi: incredibili impollinatori

I bombi, noti scientificamente come Bombus, sono insetti della famiglia degli Apidi.

Sono facilmente riconoscibili per via della loro corporatura più robusta rispetto alle api, per la presenza di peluria e vivaci striature di colore, generalmente in combinazioni di giallo, nero e bianco. Questi impollinatori popolano principalmente le regioni temperate e fredde dell’emisfero settentrionale, trovandosi diffusi tra Europa, Asia e Nord America.

Grazie alla loro capacità di adattamento, riescono a prosperare in una vasta gamma di habitat, che vanno dalle praterie e foreste montane agli ambienti agricoli. Essenziali per la biodiversità e l’agricoltura, si distinguono per la tecnica di “buzz pollination” o impollinazione vibrante: grazie alle loro potenti vibrazioni, riescono infatti a rilasciare grandi quantità di polline da fiori difficilmente accessibili ad altri insetti. La loro dieta è composta principalmente da nettare, che fornisce energia e da polline, una risorsa proteica fondamentale per la crescita delle larve.

I bombi come le rose

Le colonie, strutturate in modo gerarchico, includono una regina, numerose operaie e alcuni maschi. A differenza delle api, il ciclo vitale dei bombi ha una durata stagionale. Nascono in primavera, raggiungono il massimo sviluppo in estate e muoiono in autunno. Con l’arrivo dell’inverno, solo le nuove regine sopravvivono, rifugiandosi in luoghi sicuri e isolati dove possono trascorrere la stagione fredda in ibernazione. 

Questo periodo di dormienza è essenziale per la loro sopravvivenza: il metabolismo rallenta, consentendo alle regine di risparmiare energia fino alla primavera, quando emergono dal “letargo” per fondare nuove colonie.

Curiosità 

Nella cultura popolare, queste creature sono spesso viste come simboli di laboriosità e adattabilità. Una curiosa leggenda metropolitana sostiene che, a causa della loro struttura corporea tozza e delle ali relativamente piccole, non dovrebbero essere in grado di volare secondo le leggi della fisica, ma lo fanno comunque, sfidando apparenti limitazioni. Benché smentita dalla scienza, questa idea ha contribuito a conferire loro un’aura di resilienza e tenacia. In molte tradizioni, inoltre, i bombi rappresentano abbondanza e prosperità.

Quanto alla loro storia evolutiva, è davvero affascinante: capaci di tollerare basse temperature, sono stati tra i pochi insetti a colonizzare regioni fredde, adattandosi attraverso strategie come l’ibernazione per sopravvivere ai climi rigidi.

Insomma, la loro tutela va ben oltre il semplice valore ecologico: è un omaggio alla straordinaria capacità della vita di adattarsi e rinnovarsi, a dimostrazione che ogni piccola creatura svolge un ruolo unico e insostituibile nella grande rete della biodiversità.

Fonti

Rondeau, S., Raine, N. et al. (2024), Bumblebee (Bombus impatiens) queens prefer pesticide-contaminated soil when selecting underground hibernation sites, Science of The Total Environment.

New York Times, “Bumblebee Queens Prefer Pesticide-Contaminated Soil”,

Numero verde ONA

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