domenica, Maggio 5, 2024

Bombi “acquatici”: i calabroni orientali sfidano l’acqua per una settimana

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GLI STUDIOSI HANNO SCOPERTO CHE I BOMBI ORIENTALI, UNA SPECIE DIFFUSA NEL NORD AMERICA, POSSONO RESISTERE ALL’IMMERSIONE PER UN PERIODO FINO A UNA SETTIMANA DURANTE L’IBERNAZIONE. IL TEAM HA EVIDENZIATO CHE QUESTA STRATEGIA POTREBBE ESSERE FONDAMENTALE PER LA SOPRAVVIVENZA DEGLI INSETTI IN CASO DI INONDAZIONI. ORA I RICERCATORI STANNO TENTANDO DI CAPIRE SE QUESTO FENOMENO SI VERIFICHI ANCHE IN ALTRE SPECIE DI BOMBI

I bombi, che fantastiche creature

Il nome “bombo” deriva dall’antico inglese “bumblen” che significa ronzare o ronzare confusamente. Insomma, un termine onomatopeico che riflette il caratteristico suono prodotto dalle ali durante il volo.

Il nome scientifico è “Bombus” e questi insetti appartengono alla famiglia degli Apidae, che include anche le api mellifere. Questa famiglia è nota per includere insetti sociali che vivono in colonie.

Varietà, abitudini e habitat

Esistono oltre 250 specie di bombi in tutto il mondo, con una grande varietà di dimensioni, colori e abitudini. Di sicuro, sono insetti sociali che vivono in colonie organizzate, simili alle api, con una regina, operaie e maschi. Le regine e le operaie raccolgono il polline e il nettare dai fiori per nutrire la colonia.

Questi insetti si trovano in una vasta gamma di habitat, dalle praterie alle foreste, ai giardini urbani. Sono adattabili e possono prosperare in diversi tipi di ambienti, purché ci siano fiori da cui raccogliere cibo.

Curiosità

  • I bombi sono impollinatori di primaria importanza per numerose essenze vegetali;
  • Le regine vanno in uno stato di ibernazione durante l’inverno, e si risvegliano in primavera per fondare nuove colonie;
  • Hanno la capacità di raccogliere il polline anche da fiori con corolle lunghe, grazie alla loro lunga lingua;
  • Nonostante le loro piccole ali, volano velocemente grazie alla frequenza di battito delle stesse e alla muscolatura robusta;
  • Alcune specie sono considerate in via di estinzione a causa della perdita di habitat e della diminuzione delle popolazioni di fiori selvatici;
  • Sono stati venerati in molte culture come simboli di laboriosità, cooperazione e vitalità;
  • Le colonie sono governate da regine, che sono le uniche femmine fertili e che depongono le uova, mentre le operaie si occupano della raccolta del cibo, della cura delle uova e della costruzione del nido;
  • Circa un terzo di tutte le specie di bombi sono attualmente in declino; non è il caso di del comune calabrone orientale.

Ma torniamo allo studio 

Una delle tante scoperte avvenute per caso 

Quello di Sabrina Rondeau e Nigel E. Raine, rispettivamente dell’Università di Ottawa e della Scuola di Scienze Ambientali presso l’Università di Guelph, è un classico esempio di “serendipità” (capacità di fare scoperte inaspettate o fortuite mentre si cerca qualcos’altro). 

Numerosi esempi storici dimostrano l’importanza della serendipità nella ricerca scientifica. Ad esempio, la scoperta della penicillina da parte di Alexander Fleming è avvenuta quando notò casualmente che il fungo Penicillium stava uccidendo batteri nelle sue colture.

In un’altra occasione, la scoperta dei raggi X fu il risultato del caso, quando Wilhelm Conrad Röntgen notò la fluorescenza di una schermata chimica in presenza di radiazioni elettromagnetiche.

Allo stesso modo, la scoperta di Rondeau e Raine è stata inizialmente causata da un incidente in laboratorio che ha portato le api regina in letargo a entrare in contenitori d’acqua. Questo imprevisto ha suscitato la curiosità dei ricercatori e li ha spinti a condurre un esperimento completo per esplorare ulteriormente questo fenomeno. 

Un singolare test 

I ricercatori hanno preso 143 regine e le hanno collocate in tubi di plastica contenenti terriccio umido. Dopo aver dotato i tubi di coperchi perforati, sono stati conservati in un’unità refrigerata scura per una settimana.

Nel tentativo di replicare diverse condizioni di inondazione, i ricercatori hanno diviso i tubi in due gruppi: uno in cui le regine galleggiavano sopra l’acqua e un altro in cui erano spinte sott’acqua da uno stantuffo.

Ogni gruppo è stato quindi suddiviso in terzi, con i tubi lasciati in immersione per otto ore, 24 ore e sette giorni. Dopo il periodo di immersione, gli insetti sono stati trasferite in nuovi tubi e la loro sopravvivenza è stata monitorata attentamente. Risultato?

Bombi waterproof 

I risultati dello studio rivelano che le regine dei bombi possono sopravvivere all’essere sommerse nell’acqua per periodi prolungati. Sorprendentemente, i tassi di sopravvivenza rimangono simili indipendentemente dalla durata e dalle condizioni di immersione. L’88% dei controlli e l’81% delle regine sommerse per una settimana erano ancora vive dopo otto settimane. Tuttavia, le regine con un peso maggiore avevano maggiori probabilità di sopravvivenza.

Questi risultati sono insoliti considerando che molti insetti che svernano da adulti, inclusi molti coleotteri terrestri, non possono tollerare l’immersione nell’acqua e devono lasciare le pianure alluvionali per sopravvivere. Sebbene sia probabile che anche le regine di altre specie di bombi siano tolleranti alle inondazioni, le api che nidificano a terra, incluse alcune specie di bombi, potrebbero essere più vulnerabili poiché le loro larve potrebbero non sopravvivere.

Ricerche future

Per le future ricerche, gli scienziati intendono esplorare i meccanismi alla base della resilienza delle regine alle inondazioni. Uno dei possibili fattori chiave potrebbe essere il loro basso fabbisogno di ossigeno durante il letargo.

Il professor Dave Goulson, esperto di api dell’Università del Sussex, osserva che la ricerca sfida l’ipotesi tradizionale secondo cui le piogge invernali, associate alla crisi climatica, potrebbero mettere a rischio le regine di bombi in letargo.

Questo studio suggerisce che la resistenza delle regine ai periodi di immersione potrebbe essere un aspetto meno preoccupante del cambiamento climatico rispetto a quanto precedentemente ipotizzato.

L’importanza dei bombi come impollinatori: un quadro essenziale per la ricerca

I bombi, insieme ad altri insetti impollinatori, svolgono un ruolo vitale nell’ecosistema e nell’agricoltura. La ricerca svolta su di loro riveste un’importanza fondamentale, poiché contribuisce a comprendere e preservare l’equilibrio delicato che regola la nostra natura.

L’impollinazione è infatti un processo fondamentale per la riproduzione di molte piante, comprese molte delle coltivazioni alimentari di cui dipendiamo. Questi insetti, trasportano il polline da una pianta all’altra, consentono la fecondazione e la produzione di semi e frutti. Cosa che favorisce la biodiversità vegetale e contribuisce alla sicurezza alimentare globale.

Tuttavia, negli ultimi decenni, i bombi hanno affrontato una serie di minacce, tra cui la perdita di habitat, l’uso eccessivo di pesticidi e i cambiamenti climatici. Questi fattori hanno portato a un declino delle popolazioni di impollinatori in molte parti del mondo.

La ricerca assume quindi un ruolo importante nel comprendere e affrontare le minacce che li mettono a rischio. Gli scienziati studiano i loro modelli di comportamento, le relazioni con le piante, i fattori ambientali che li influenzano e le strategie per proteggerli. Questo lavoro è essenziale per sviluppare politiche di conservazione efficaci e pratiche agricole sostenibili che promuovano la salute delle popolazioni di bombi e il loro ruolo nell’impollinazione.

Fonte

Biology Letters

Numero verde ONA

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