martedì, Febbraio 11, 2025

“La giustizia italiana seppur lentamente, poi arriva alla meta”

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A DISTANZA DI QUASI 20 ANNI, LA CORTE DI APPELLO DI ROMA RICONOSCE I DIRITTI DI UNDICI EX DIPENDENTI DELLO STABILIMENTO “POSILLIPO” DI SABAUDIA ESPOSTI ALL’AMIANTO. CONDANNATO L’INPS A MAGGIORARE LA PENSIONE AI RICORRENTI

«Per fortuna la Suprema Corte ha annullato la sentenza della Corte di Appello di Roma, disponendo un nuovo riesame, ora i lavoratori, e per quelli morti i loro eredi, avranno la rivalutazione della pensione, con la maggiorazione dei ratei».

Così l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, commenta la sentenza della Corte di Appello di Roma, in merito al ricorso di undici ex operai dello stabilimento Posillipo esposti all’amianto.

Il ricorso in Cassazione dell’avv. Bonanni

A distanza di quasi 20 anni, la Corte di Appello di Roma ha riconosciuto i diritti degli undici ex dipendenti dello stabilimento di Sabaudia esposti all’amianto – la maggior parte dei quali ormai sono deceduti a causa delle patologie causate dall’esposizione al cancerogeno – che hanno, così, ottenuto la maggiorazione contributiva, come previsto dalla legge.

I tempi così lunghi del riconoscimento sono stati causati dalle sentenze avverse del Tribunale di Latina e della Corte di Appello di Roma. Grazie a quanto sostenuto dall’avv. Bonanni, che ha assistito gli operai ancora in vita e le famiglie dei defunti, la Corte di Cassazione ha annullato la precedente decisione e rinviato gli atti alla Corte di Appello, così come sostenuto anche dall’Osservatorio Nazionale Amianto.

Siamo difronte a un «classico esempio della giustizia italiana che seppur lentamente, poi, arriva alla meta», conclude Bonanni.

La decisione della Corte di Appello di Roma

Sulla base della decisione della Corte di Appello di Roma, quindi, a ciascuno dei ricorrenti spetta una pensione mensile con un aumento di 400 euro. Alle vedove, invece, un aumento di 250 euro sulla pensione di reversibilità.

La decisione del tribunale inciderà anche sugli arretrati. Infatti, a ogni lavoratore spetteranno circa 100 mila euro. Alle vedove l’importo erogato sarà ridotto tra i 60 e 70 mila euro.

Lavoravano in ambienti ristretti e non ventilati senza le necessarie protezioni

Gli undici operai, in gran parte di Terracina e Monte San Biagio, hanno lavorato nel Cantiere Navale “Posillipo” di Sabaudia che si occupava della realizzazione di imbarcazioni in vetro resina di medie dimensioni.

L’asbesto era utilizzato per imbottire l’intercapedine tra guscio e paratoie, per rivestire le paratie della sala macchine e dei vani di alloggio dei motori e dei serbatoi. Quindi per coibentare la zona motori, oppure come pannelli delle porte tagliafuoco e rivestire marmitte e altri parti dei motori.

Anche le guarnizioni contenevano amianto. I pezzi di questo materiale erano conservati in magazzino e poi tagliati direttamente nelle navi, in spazi ristretti e senza ventilazione.

A tutto questo si devono aggiungere le coperture in amianto dei capannoni che negli anni deteriorandosi hanno rilasciato le fibre killer nell’ambiente di lavoro.

Numero verde ONA

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