IL GIUDICE CONDANNA L’INAIL A INDENNIZZARE LA VEDOVA DI VINCENZO PATRUCCO, MORTO A CAUSA DI UN MESOTELIOMA PLEURICO DOVUTO ALL’ESPOSIZIONE ALL’AMIANTO, A CASALE MONFERRATO. ALLA DONNA SPETTA UN RISARCIMENTO PREVIDENZIALE DI 150MILA EURO
Il Tribunale di Vercelli ha condannato l’INAIL a costituire in favore della sig.ra Rita Sempio, vedova Patrucco le prestazioni previdenziali per il decesso del marito Vincenzo, a causa dell’esposizione all’amianto. Patrucco deceduto all’età di 67 anni ha lavorato per anni a Casale Monferrato, come operaio nel settore del trasporto e della lavorazione di cemento e amianto.
Nella sentenza, passata in giudicato, Il giudice dott. Patrizia BAICI scrive che “il Sig. Patrucco Vincenzo è deceduto per patologia professionale asbesto correlata per l’attività di lavoro svolta in esposizione a fibre e polveri di amianto per l’intero periodo di lavoro”.
La vedova, Rita Sempio assistita dall’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, riceverà una rendita mensile di circa 1.740 euro, oltre le maggiorazioni del Fondo Vittime Amianto, e tutti gli arretrati a partire dal giorno dopo il decesso del marito, per una cifra di circa 150mila euro (calcolo ONA) che saranno erogati anche a tutti gli eredi.
«La nostra battaglia non finisce qui – commenta Bonanni – agiremo per avere dall’INPS anche le maggiorazioni contributive e la riliquidazione della pensione di reversibilità».
Vincenzo Patrucco, di Casale Monferrato
Dal 1977 al 2006, Vincenzo Patrucco, di Casale Monferrato, lavora come operaio trasportatore di carico-scarico cemento-eternit. Durante il lungo periodo lavorativo, Patrucco è esposto quotidianamente al rischio fatale delle fibre di asbesto, senza adeguati dispositivi di protezione.
Prima dell’introduzione della Legge 257/92, questo minerale veniva ampiamente utilizzato per diverse applicazioni. In particolare per fabbricare le onduline per tettoie, per rivestire tubazioni, isolare sistemi termici e acustici, nelle guarnizioni e nei componenti dei freni.
Quindi, nell’aprile del 2016, Vincenzo riceve la diagnosi di mesotelioma pleurico, una grave forma di cancro causata dall’inalazione di fibre di amianto. Patologia che provoca la sua morte pochi mesi dopo, nel luglio dello stesso anno.
L’esposizione giustifica il nesso causale con le patologie
Il giudice sostiene che Vincenzo Patrucco è stato professionalmente esposto all’inalazione di fibre di amianto. Un’esposizione che giustifica un nesso causale con le patologie di cui soffriva, tra cui mesotelioma pleurico, neoplasia polmonare destra e pneumoconiosi asbestotica.
La causa terminale del decesso è stata un’“emorragia subdurale con decerebrazione”, dovuta a una caduta. Ma, insiste la corte, nel periodo che ha preceduto il decesso, il suo stato generale era già compromesso in maniera grave.
I consulenti tecnici
Così come ha sostenuto il CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio).
“È pertanto, a mio avviso, possibile affermare in occasione della presente consulenza per C.T.U, che: il decesso del Sig. Vincenzo PATRUCCO sia stato concausato dagli effetti disfunzionali delle lesioni di natura professionale da cui era affetto”.
Consulenza con la quale il CT di parte ricorrente concorda. Il CT di parte INAIL non ha presentato osservazioni.
L’INAIL continua a negare
«L’INAIL continua a negare il riconoscimento del mesotelioma causato dall’ amianto e costringe i familiari dei defunti a intraprendere lunghe azioni giudiziarie», conclude Bonanni.