IL SECONDO RAPPORTO ONE HEALTH, PRESENTATO DAL CAMPUS BIO-MEDICO DI ROMA AL SENATO, ESAMINA IL FUTURO DELLE CITTÀ ITALIANE, FOCALIZZANDOSI SU SALUTE, SOSTENIBILITÀ E INCLUSIVITÀ. LE PROIEZIONI METTONO IN EVIDENZA L’IMPORTANZA DI INTERVENTI MIRATI PER MIGLIORARE LA VIVIBILITÀ URBANA ENTRO IL 2050, AFFRONTANDO LE SFIDE LEGATE ALL’INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE E ALLE TRASFORMAZIONI SOCIALI ED ECONOMICHE
Soddisfazione dei cittadini e aspettative per il futuro: i dati
Solo l’11% degli italiani è soddisfatto della qualità della vita nelle proprie città, mentre il 39% segnala peggioramenti, specialmente nelle grandi aree urbane. I cittadini immaginano un futuro tecnologico con focus su sostenibilità, inclusione ed efficienza.
Le principali aspettative per le città del futuro riguardano la sicurezza, spazi verdi e accesso a cure, servizi, opportunità professionali e mobilità sostenibile.
Il 68% auspica un futuro tecnologico, con maggiore attenzione alla sostenibilità (51%), efficienza (48%) e inclusione (42%). La qualità della vita dipende dall’accesso a salute, lavoro, casa e istruzione.
Sono questi i dati principali che emergono dal secondo Rapporto One Health “La salute della città e dei territori”, realizzato dal Campus Bio-Medico di Roma, in collaborazione con l’Istituto Piepoli, e presentato al Senato lo scorso febbraio.
Città inclusive e sostenibili per progettare un futuro green
One Health sottolinea che la progettazione urbana è chiamata a creare spazi sicuri e inclusivi, migliorando la salute pubblica e riducendo le disuguaglianze. Le città italiane si caratterizzano per una rete di piccole e medie realtà, con una popolazione che rimarrà sostanzialmente stabile nei prossimi 20-25 anni.
A differenza di altre nazioni europee, le grandi metropoli italiane non registreranno significativi aumenti demografici, mentre le città di medie dimensioni cresceranno.
Due scenari per il futuro delle città italiane
Lo studio propone due modelli di città: quello della “città da usare”, in cui i grandi centri urbani sono destinati a rimanere luoghi di lavoro e servizi, con una popolazione residente limitata, e la “città da vivere”, concepita come uno spazio orientato alla coesione sociale, con aree verdi, abitazioni accessibili e servizi di prossimità.
Questo secondo modello, più inclusivo, è in linea con le aspettative dei cittadini, che chiedono città che favoriscano la qualità della vita in ogni fase dell’esistenza.
Sfide e opportunità
La sfida per il futuro sarà quella di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, fissati per il 2030 e il 2050, attraverso una decisa azione in ambito di ecosostenibilità e trasporto pubblico. Adottando un approccio integrato, il modello One Health si propone come guida per affrontare le problematiche sanitarie, urbane e legate alla sostenibilità per supportare e migliorare la qualità della vita.
Per le città italiane, sarà cruciale sviluppare una rete di trasporto pubblico efficiente, sostenibile e interurbano, basato su soluzioni come il trasporto intermodale e il modello della “città dei 15 minuti”, che mira a rendere tutti i servizi essenziali facilmente accessibili.
Allo stesso tempo, sarà necessario avviare una “transizione verso città più coese e solidali”, anche attraverso interventi mirati alla rigenerazione degli spazi pubblici e alla riduzione del consumo di suolo.
Nel settore sanitario, l’integrazione tra pubblico e privato giocherà poi un ruolo chiave per migliorare l’accesso alle cure e ridurre i costi, grazie anche all’utilizzo di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e la telemedicina. L’attenzione verso la prevenzione sarà “più che mai centrale” e consentirà di far fronte al progressivo invecchiamento della popolazione.
Testimonianze degli esperti
Vannia Gava, viceministro dell’Ambiente, ha sottolineato l’importanza della connessione tra salute ambientale e salute umana, ribadendo l’impegno del governo per creare città più sicure e vivibili, attraverso investimenti sul trasporto pubblico e la protezione del territorio.
«Grazie ai fondi del PNRR e ad altre risorse strategiche, stiamo destinando oltre 6 miliardi al trasporto pubblico locale, per ridurre l’inquinamento e migliorare la mobilità urbana e 1 miliardo solo nel 2024 per il contrasto al dissesto idrogeologico, per proteggere i territori dai rischi climatici. A breve partirà anche un programma di grandi opere finanziato con 240 milioni di fondi FSC, insieme a 45 milioni per l’edilizia climatica, mentre sono già operativi 210 milioni per la forestazione urbana, per aumentare il verde cittadino e migliorare la qualità dell’aria. Il cambiamento è possibile, ma serve il contributo di tutti, istituzioni, imprese e cittadini», aggiunge Gava.
Altri esperti che sono intervenuti, come Francesco Battistoni e Marcello Fiori, hanno evidenziato come la progettazione delle città debba rispondere a criteri di sostenibilità, innovazione e inclusività, ponendo la persona al centro.
Una guida verso un futuro green per le città italiane
Il secondo Rapporto One Health si propone come una guida per il futuro delle città italiane, unendo istituzioni, esperti e cittadini per affrontare le sfide dei prossimi decenni. In un mondo in continuo cambiamento, è necessario un impegno comune per costruire ambienti urbani che rispondano alle esigenze della popolazione, con un focus su salute, accessibilità e sostenibilità. Solo così sarà possibile garantire un futuro migliore e più equo per tutti.