IN OCCASIONE DELLA “GIORNATA MONDIALE DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA”, L’UNICEF PRESENTA IL RAPPORTO “LA CONDIZIONE DELL’INFANZIA NEL MONDO 2024”, EVIDENZIANDO COME CRISI CLIMATICHE, TRASFORMAZIONI DEMOGRAFICHE E INNOVAZIONI TECNOLOGICHE PLASMERANNO LA VITA DEI BAMBINI ENTRO IL 2050
Il futuro dell’infanzia secondo il rapporto UNICEF
Il futuro dell’infanzia globale si trova a un crocevia decisivo. L’UNICEF, nel suo ultimo rapporto “La condizione dell’infanzia nel mondo 2024”, lancia un forte appello in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza: senza azioni immediate, il mondo che i bambini erediteranno sarà segnato da crisi climatiche estreme, disuguaglianze sempre più profonde e una rivoluzione tecnologica che, se non gestita equamente, rischia di lasciare molti indietro.
Le proiezioni mostrano come il 2050 sarà un momento delicatissimo per le nuove generazioni, con sfide senza precedenti in ambito ambientale, demografico e tecnologico. Tuttavia, non mancano opportunità per costruire un futuro più equo e sostenibile. La domanda resta aperta: i governi e le società sapranno agire in tempo? Cerchiamo di capire le ragioni profonde di questa emergenza.
Un pianeta sotto pressione: la crisi climatica e le generazioni future
Il cambiamento climatico rappresenta una delle minacce più gravi per i bambini del futuro. Entro il 2050, il numero di giovani esposti a ondate di calore estreme aumenterà di otto volte rispetto agli inizi del millennio.
L’UNICEF sottolinea che i fenomeni naturali distruttivi, come inondazioni fluviali, incendi boschivi, cicloni tropicali e siccità, non solo saranno più frequenti, ma colpiranno una percentuale di bambini sempre maggiore.
Ad esempio, si stima che quasi un miliardo di bambini vivrà in aree ad alto rischio climatico. Il rapporto evidenzia anche un dato inquietante: dal 2022, oltre 400 milioni di studenti hanno subito interruzioni scolastiche a causa di condizioni meteorologiche estreme. Il futuro climatico, quindi, non riguarda solo la sopravvivenza fisica, ma anche l’accesso all’istruzione, alla salute e alle opportunità di crescita.
Questi dati si intrecciano con la vulnerabilità socioeconomica. I bambini che vivono in aree povere e prive di infrastrutture adeguate – come ripari sicuri, accesso all’acqua potabile e sistemi sanitari resilienti – saranno i più colpiti. Ma non finisce qui.
Un mondo che invecchia: le trasformazioni demografiche
Secondo le proiezioni UNICEF, il 2050 sarà segnato da un profondo cambiamento demografico. La popolazione globale di bambini diminuirà sensibilmente, in particolare in Europa occidentale e Asia orientale, dove la percentuale scenderà sotto il 17%, rispetto al 29% e al 20% degli anni 2000.
In Africa, pur rimanendo elevata, la proporzione di bambini passerà dal 50% al 40%. Questo fenomeno rappresenta una sfida complessa. In alcune regioni del mondo, le risorse dovranno essere destinate a una popolazione infantile numerosa, mentre in altre il progressivo invecchiamento della popolazione richiederà politiche in grado di bilanciare le esigenze delle nuove generazioni con quelle degli anziani.
L’UNICEF sottolinea che tali trasformazioni non sono solo numeri, ma realtà che determineranno il modo in cui i Paesi pianificheranno i servizi essenziali. In Africa subsahariana, ad esempio, il numero di giovanissimi esposti a conflitti aumenterà significativamente, passando da 71 milioni nel 2000 a quasi 98 milioni nel 2050. Questo dato, unito alla necessità di espandere i sistemi educativi e sanitari, evidenzia come i governi debbano prepararsi ad affrontare sfide senza precedenti.
Promesse e rischi della rivoluzione tecnologica
La tecnologia e in particolare l’intelligenza artificiale, rappresenta una lama a doppio taglio per l’infanzia del futuro. Se da un lato essa offre strumenti innovativi per l’istruzione, la salute e il benessere, dall’altro esiste un profondo divario digitale che rischia di amplificare le disuguaglianze.
Nei Paesi ad alto reddito, oltre il 95% delle persone sarà connesso a Internet nel 2050 ma in quelli a basso reddito questa cifra non supererà il 26%. Questo squilibrio avrà un impatto diretto sulla capacità dei bambini di accedere a competenze digitali, fondamentali per il lavoro e l’apprendimento del futuro.
Il rapporto rileva inoltre che i piccoli interagiscono già oggi con l’intelligenza artificiale attraverso app, giocattoli e strumenti educativi ma la mancanza di regolamentazioni chiare può esporli a rischi, tra cui manipolazione e violazioni della privacy. Per affrontare questi problemi, è necessario progettare tecnologie sicure e inclusive che possano essere accessibili a tutti, senza distinzione di reddito o luogo di nascita.
Un futuro da costruire: opportunità e azioni necessarie
Nonostante i dati preoccupanti, il rapporto dell’UNICEF non manca di sottolineare anche gli aspetti positivi. L’accesso all’istruzione è in costante crescita: nel 2050, quasi il 96% dei bambini avrà completato almeno la scuola primaria, rispetto all’80% degli anni 2000. Anche la sopravvivenza neonatale registrerà progressi significativi, con tassi globali superiori al 98%. Inoltre, con investimenti mirati, i Paesi potranno ridurre il divario di genere nell’istruzione e migliorare le condizioni ambientali.
Tuttavia, queste prospettive positive dipenderanno dalle scelte dei governi e delle istituzioni internazionali. È fondamentale integrare i diritti dei più piccoli in tutte le politiche e strategie future, affrontando le sfide poste dalle megatendenze globali con investimenti in infrastrutture sostenibili, tecnologie inclusive e sistemi educativi resilienti. La domanda “i governi e le società sapranno agire in tempo?”, resta quindi aperta.