martedì, Febbraio 11, 2025

Amianto in RAI, la Procura apre un fascicolo

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SCOPERTO L’AMIANTO NELLA STORICA SEDE RAI DI VIALE MAZZINI, A ROMA. IL CASO HA RIPORTATO AL CENTRO DELL’ATTENZIONE UNA QUESTIONE IRRISOLTA. L’AVVOCATO EZIO BONANNI, PRESIDENTE ONA, HA SOLLECITATO L’ADOZIONE IMMEDIATA DI MISURE DI SORVEGLIANZA SANITARIA PER I DIPENDENTI ESPOSTI, AL FINE DI SCONGIURARE I GRAVI RISCHI A LUNGO TERMINE CONNESSI ALLA FIBRA KILLER

Il 17 dicembre 2024, un allagamento al piano terra della storica sede della RAI, in Viale Mazzini, a Roma, ha rivelato la presenza di amianto in alcune aree dell’edificio. I tecnici della ASL RM1 hanno, evidenziato un superamento dei livelli di sicurezza di fibre di amianto, confermando, pertanto, un rischio sanitario rilevante. La Procura di Roma ha avviato, quindi, un’indagine preliminare per verificare eventuali responsabilità penali legate alla presenza delle fibre killer.

«Ricordo che i tempi di latenza delle malattie collegate all’esposizione all’amianto possono arrivare anche a 60 anni – ha evidenziato l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto -. Per questo motivo, chiediamo che vengano effettuati esami diagnostici, come TAC toraciche e addominali, sotto la supervisione di medici qualificati. È una questione di prevenzione e di giustizia per chi ha subito gravi danni».

Una misura “precauzionale”

Il 14 gennaio 2025, a seguito di una comunicazione ufficiale della ASL, il Consiglio di Amministrazione della RAI, presieduto dall’Amministratore Delegato Giampaolo Rossi, ha deciso di ampliare l’accesso allo smart working per i dipendenti e di accelerare il trasferimento degli uffici nella nuova sede di via Alessandro Severo. Una misura, definita “precauzionale”, avviata per tutelare la salute dei lavoratori nei locali contaminati.

La Procura attende ora un rapporto dettagliato dalla ASL RM1, che includa i risultati delle analisi ambientali. Gli inquirenti, quindi, valuteranno le responsabilità penali legate alla sicurezza sul lavoro, in particolare per i dipendenti colpiti da patologie correlate.

Bonifiche inefficienti

La presenza di amianto nella sede di Viale Mazzini è nota dai primi anni 2000, quando iniziarono le prime bonifiche. Tuttavia, queste operazioni non sono state sufficienti a eliminare completamente il problema, lasciando residui pericolosi in aree come gli impianti di aerazione e i rivestimenti.

Secondo l’ONA, questa contaminazione ha interessato non solo i dipendenti della sede principale, ma anche quelli delle strutture vicine.

Nel 2024, la RAI aveva già avviato un piano per trasferire gradualmente i dipendenti nella nuova sede di via Alessandro Severo, con il completamento previsto per il 2025. Tuttavia, la scoperta di dicembre ha imposto un’accelerazione del cronoprogramma, con la presentazione di un piano vincolante entro il 27 gennaio.

La ASL ha inoltre sottolineato che la vetustà degli impianti idrici potrebbe causare ulteriori perdite e aumentare il rischio di esposizione all’amianto.

Franco Di Mare con l’avv. Ezio Bonanni, presidente ONA, durante il Convegno “Amianto e Uranio, in guerra e in pace: ricchezza e povertà, dall’energia alla salute”, a novembre 2023

Franco Di Mare e Mariusz Sodkiewicz, “vittime eccellenti”

L’impatto dell’amianto si è manifestato concretamente in RAI, colpendo diversi dipendenti. Due figure emblematiche, il giornalista Franco Di Mare e Mariusz Sodkiewicz, sono decedute a causa di patologie asbesto correlate, a pochi giorni di distanza nel maggio 2024.

Franco Di Mare, inviato di guerra e conduttore televisivo, è morto dopo una lunga battaglia contro il mesotelioma, una delle malattie più aggressive legate all’amianto. Mariusz Sodkiewicz, tecnico nella sede di Viale Mazzini, ha sviluppato un mesotelioma aggressivo dopo anni di esposizione lavorativa.

Prima della sua morte, avvenuta il 13 maggio 2024, Sodkiewicz, supportato dall’ONA, aveva denunciato la situazione alla Procura di Roma. La sua denuncia ha portato all’apertura di un procedimento per omicidio colposo, ancora in corso.

«La vicenda di Sodkiewicz – ha ribadito Bonanni – dimostra quanto sia urgente un intervento deciso per tutelare i lavoratori e riconoscere i loro diritti. La RAI deve assumersi le proprie responsabilità per garantire giustizia alle vittime dell’amianto».

Le indagini della Procura di Roma

La Procura di Roma sta valutando possibili responsabilità penali nella gestione dell’amianto in RAI. Le indagini si concentrano su presunte violazioni delle normative antinfortunistiche e sui danni subiti dai lavoratori. Il caso assume particolare rilevanza poiché coinvolge un’azienda pubblica che dovrebbe rappresentare un modello di trasparenza e sicurezza.

Gli sviluppi dell’inchiesta saranno determinanti per chiarire le responsabilità e prevenire ulteriori esposizioni al minerale killer.

«Questa vicenda deve rappresentare un punto di svolta. È necessario imparare dagli errori del passato per costruire un futuro più sicuro», ha concluso il presidente dell’ONA.

Numero verde ONA

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