PASSA IN TOSCANA UN PROVVEDIMENTO DEI DEM CHE CONSENTE AI BOSCAIOLI DI TAGLIARE ALBERI NELLE ZONE VINCOLATE SENZA L’AUTORIZZAZIONE DELLA SOPRINTENDENZA.
Il “partito delle motoseghe” colpisce ancora. Nel periodo natalizio è stata la volta della Toscana. Il territorio già duramente colpito dai tagli, si è visto eliminare “l’obbligo di autorizzazione della Soprintendenza per il taglio degli alberi nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico”.
Una proposta passata in aula con l’obiettivo di “rinnovare le foreste e la tenuta idrogeologica del territorio”. In realtà, favorisce le attività delle imprese boschive, riducendo i tempi e i costi sia per la “manutenzione” dei boschi, sia per “rinnovare” le foreste.
I fatti
Poco prima di Natale, nel corso di una seduta del Consiglio regionale toscano, è stato approvato un emendamento del Pd. La variante ha soppresso l’obbligo dell’autorizzazione della Soprintendenza per procedere al taglio degli alberi nelle aree tutelate da vincolo paesaggistico.
L’approvazione del suddetto emendamento ha suscitato le proteste degli ambientalisti. Questi hanno fatto anche notare l’uso inappropriato della terminologia. Parlare, infatti, di “manutenzione dei boschi”, come se fossero oggetti da riparare, li equipara a manufatti bisognosi di cure.
Le reazioni
Il provvedimento è stato subito osteggiato da alcuni consiglieri, secondo i quali «in Toscana si va verso il Far West in un territorio già martoriato dai tagli».
Ancora più incisiva è stata la dichiarazione della consigliera del GUFI (Gruppo Unitario per le Foreste Italiane) e vice presidente di Italia Nostra, Mariarita Signorini. Lei è convinta che il provvedimento sia un favore «alle ditte che producono cippato destinato agli impianti di combustione di biomasse vegetali, che aumenta la CO2».
E va oltre. Infatti, parla di favori fatti alle lobby delle false rinnovabili, segnala i disastri che si stanno compiendo sull’Amiata e anche in altre zone, dove le montagne appaiono spelacchiate.
Sono sparite faggete e riserve bellissime, sacrificate dalle motoseghe, in parte per alimentare le centrali a biomasse, in parte per fare campi di coltivazioni.
I paradossi della legge
Le Soprintendenze, individuate come enti di controllo sui tagli selvaggi, sono state private di autorità sui boschi toscani. Il Pd, tuttavia, asserisce che la legge è utile per ridurre i rischi idrogeologici del territorio. Dimenticando, però, che le zone a rischio erosione sono sostenute proprio dalle radici degli alberi.
Le foreste italiane, peraltro, non hanno il tempo di invecchiare abbastanza per produrre legname adeguato, così si ricorre all’importazione dall’estero. E mentre il Pd definisce la sua proposta di “ordinaria attività silvana”, la realtà appare, invece, molto diversa. Infatti, molti ettari di bosco sono stati abbattuti, lasciando un paesaggio spettrale. L’unica speranza ora è che la legge venga impugnata e abrogata.