È STATA LANCIATA UFFICIALMENTE LA NUOVA RIVISTA SCIENTIFICA INTERNAZIONALE EUROPEAN JOURNAL OF MEDIA AND DIGITAL COMMUNICATION STUDIES (EJMDCS), CON IL SOTTOTITOLO SOCIOLOGICAL PERSPECTIVES ON COMMUNICATION IN THE DIGITAL AGE. LA TESTATA, PUBBLICATA DALL’INTERNATIONAL CENTER FOR SOCIAL RESEARCH, HA RICEVUTO L’ISSN 3103-4004 DAL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE (CNR), CONFERMANDO QUINDI LA SUA REGISTRAZIONE UFFICIALE COME RIVISTA SCIENTIFICA
Un punto di riferimento internazionale per la ricerca sui media digitali
Focus e ambiti di pubblicazione
EJMDCS è una rivista peer-reviewed (ossia esaminata da esperti del settore prima della pubblicazione).
Ha una diffusione internazionale che approfondisce gli aspetti sociologici, culturali e tecnologici della comunicazione digitale. La pubblicazione accoglie quindi: studi originali e articoli di ricerca, saggi teorici e recensioni critiche, analisi su giornalismo, semiotica, marketing digitale e comunicazione di massa. Non mancano inoltre approfondimenti su social media, studi transmediali e diversity di genere nei media
Qualità e trasparenza scientifica
Il periodico è trimestrale, pubblicato in lingua inglese e adotta il sistema di revisione a doppio cieco (double-blind peer reviewed, una modalità di valutazione scientifica in cui né gli autori conoscono l’identità dei revisori, né i revisori conoscono quella degli autori). Il tutto in linea con le norme del Committee on Publication Ethics (COPE). Questo garantisce imparzialità, trasparenza e rigorosità scientifica.
Il primo numero: media e crisi climatica
Il numero inaugurale (Gennaio–Marzo 2026) presenta una ricerca il cui autore è dottor Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte, direttore della rivista, sulla percezione della crisi climatica tra i giornalisti italiani. Advisor dello studio la prof. Susanna Maria Roberta Esposito, basato su un’indagine su 548 professionisti dei media.
Direzione e leadership accademica
Abbiamo contattato il direttore responsabile, dottor Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte. Sociologo e giornalista, già ricercatore alla Universidad del Salvador (USAL) di Buenos Aires. Nel 2000 presentò il suo primo lavoro di ricerca “Guerra y paz: los conflictos de la última década”, alla presenza del Premio Nobel Ilya Prigogine.
Le dichiarazioni del direttore
D: Siamo stati colpiti dal fatto che, secondo il vostro studio, solo una percentuale dei giornalisti riconosce un forte legame tra cambiamenti climatici e salute, può spiegarci la problematica?
«Il dato più allarmante che emerge dalla nostra indagine è che solo il 38,6% dei giornalisti italiani riconosce un legame forte (pericolo concreto o imminente) tra cambiamento climatico e salute umana. Questo significa che quasi due professionisti dell’informazione su tre continuano a sottovalutare o negare l’esistenza di una correlazione che la comunità scientifica considera ormai evidente e incontestabile», sottolinea Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte.
«Questa scarsa percezione – prosegue Jantus Lordi de Sobremonte – non è un problema marginale. È lo specchio di una lacuna sistemica nella comunicazione scientifica e ambientale, che finisce per riflettersi sulla consapevolezza dei cittadini. Se i media non raccontano in modo corretto e costante la crisi climatica come emergenza sanitaria globale, l’opinione pubblica non può sviluppare gli strumenti culturali per comprendere la gravità del fenomeno».
D: Cosa si può fare?
«I numeri della ricerca mostrano chiaramente che il 61,4% dei giornalisti tende a minimizzare il nesso tra degrado ambientale e salute. È un segnale di allarme che impone una riflessione urgente: chi informa deve essere formato. Servono redazioni più competenti, capaci di dialogare con la comunità scientifica e di tradurre i dati in narrazioni accessibili, senza cedere a pressioni economiche o ideologiche».
«È necessario – aggiunge il direttore dell’European Journal of Media and Digital Communication Studies (EJMDCS) – liberare l’informazione ambientale dai condizionamenti delle industrie più inquinanti e dal greenwashing che spesso inquina la verità dei fatti. La crisi climatica non è un tema di nicchia, ma il problema di salute pubblica più urgente del nostro tempo. Ignorarlo significa abdicare al compito etico del giornalismo».
«Il giornalismo ambientale deve recuperare la propria funzione sociale originaria: essere strumento di consapevolezza e di responsabilità collettiva. Solo così potremo affrontare la crisi climatica non come una notizia occasionale, ma come una priorità quotidiana che riguarda la vita e la salute di tutti» conclude il direttore.
Obiettivi della rivista
La rivista è iscritta al Registro della Stampa del Tribunale di Roma con il numero 70/2025 (03/07/2025). EJMDCS si propone come piattaforma internazionale per studiosi, ricercatori e professionisti dei media, promuovendo:
- Il dialogo interdisciplinare sui media e la comunicazione
- L’ analisi delle trasformazioni sociali e culturali generate dal digitale
- La diffusione di studi scientifici rigorosi in ambito sociologico
Con la nascita di EJMDCS, l’International Center for Social Research rafforza il suo impegno nella promozione della ricerca scientifica internazionale e nel supporto a un dialogo globale su media e comunicazione, strumenti chiave per comprendere e trasformare la società contemporanea.





