martedì, Febbraio 11, 2025

Tribunale di Taranto riconosce tutti i benefici di legge a ex Maresciallo della Marina Militare, vittima dell’amianto

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TRIBUNALE DI TARANTO, IL GIUDICE MONOCRATICO HA DISPOSTO CHE I FIGLI DI UN MARESCIALLO DELLA MARINA MILITARE, VITTIMA DELL’AMIANTO, RICEVANO LA SPECIALE ELARGIZIONE, L’ASSEGNO VITALIZIO, LO SPECIALE ASSEGNO VITALIZIO E GLI ULTERIORI BENEFICI DI LEGGE CON DECORRENZA DAL DECESSO DEL GENITORE

“Deve pertanto dichiararsi il diritto di Abbate Francesco al riconoscimento dello status di soggetto equiparato alle vittime del dovere… con conseguente condanna – del ministero dell’Interno – all’adozione dei relativi adempimenti”. Così il giudice monocratico del Tribunale di Taranto nella sentenza a favore di un ex sottufficiale della Marina Militare.

Accertato che il lavoratore abbia “svolto i propri compiti istituzionali in condizioni di particolare rischio per la salute”, scrive il giudice che: “ai fini del riconoscimento della condizione di equiparato alla vittima del dovere, è necessario e sufficiente che il militare abbia contratto l’infermità in occasione o a seguito dello svolgimento della propria attività di servizio a bordo delle unità navali, ovvero su mezzi o in infrastrutture militari nei quali era documentabilmente presente amianto”.

La sentenza, passata in giudicato, condanna i ministeri della Difesa e dell’Interno al riconoscimento del Maresciallo Francesco Abbate quale vittima del dovere e l’inserimento del suo nominativo nella graduatoria. I famigliari avranno diritto alla speciale elargizione e all’assegno vitalizio a decorrere dalla data della morte del loro caro per un importo complessivo di circa 500mila euro.

L’avv. Ezio Bonanni: «risultato positivo che ci incoraggia ad andare avanti»

«Questa sentenza di condanna – ha commentato l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che rappresenta gli eredi – non lascia dubbi sulla grave esposizione all’amianto del Maresciallo, ed è schiacciante anche alla luce dell’indagine tecnico peritale del Tribunale di Taranto. Si tratta dell’ennesimo risultato positivo che ci incoraggia ad andare avanti per la tutela dei nostri uomini in divisa».

“I motoristi navali erano esposti particolarmente ad amianto”

Francesco Abbate ha prestato servizio in Marina per quarant’anni, prima come allievo motorista navale, poi nel ruolo di sottoufficiale dei servizi permanenti. Quindi come Maresciallo Aiutante con anzianità di grado, con periodi trascorsi anche a bordo. Durante la sua vita lavorativa, Abbate è stato esposto alla fibra killer e ed altri cancerogeni, che lo hanno condotto alla morte all’età di 75 anni.

A suffragare la tesi dei ricorrenti la testimonianza di un ex collega del “de cuius”, del defunto cioè e di un tecnico della prevenzione ambientale secondo cui, si legge nell’ordinanza del giudice, “i motoristi navali erano esposti particolarmente ad amianto, presente in grande quantità sia in arsenale che sulle navi, in assenza di idonei presidi di protezione e di adeguata informazione sui relativi rischi”.

Risulta, quindi, nel dibattimento, che sia sulle navi sia in officina a terra, le tubature e gli apparati meccanici erano coibentati in amianto friabile e che agli operatori non sono stati forniti adeguati dispositivi di protezione dalla inalazione delle polveri.

Riconosciuti al Maresciallo e alla sua famiglia tutti i benefici previsti dalla legge

Il giudice, quindi, ha ordinato al ministero della Difesa di riconoscere al defunto lo status di soggetto equiparato alle vittime del dovere, ai sensi dell’articolo 1, comma 564, della legge n. 266/2005. Ha condannato, inoltre, il ministero a corrispondere agli eredi gli importi spettanti al de cuius per speciale elargizione, assegno vitalizio, speciale assegno vitalizio e altri benefici previsti dalla legge, dalla data della domanda fino al decesso.

Come familiari superstiti, il Tribunale ha disposto che ricevano la speciale elargizione, l’assegno vitalizio, lo speciale assegno vitalizio e gli ulteriori benefici di legge con decorrenza dal decesso del genitore. Il giudice ha ordinato, infine, al ministero dell’Interno di inserire il nominativo di Abbate Francesco nell’elenco previsto dall’articolo 3, comma 3, del D.P.R. n. 243/2006.

Numero verde ONA

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