Agenti cancerogeni e tutela legale
Per agenti cancerogeni indichiamo un fattore chimico, fisico o biologico (molecola o miscela chimica, radiazione, agente virale, batterico, fungino, animale, condizione di esposizione) in grado di causare tumori o favorirne l’insorgenza e la propagazione. L’Organizzazione mondiale della sanità, tramite lo IARC, classifica questi fattori o agenti espositivi, valutandone il grado di rischio, secondo criteri generali condivisi dalla comunità scientifica internazionale.
Mutagenicità e cancerogenicità possono essere correlate, visti i meccanismi biomolecolari che sovraintendono a molte funzioni cellulari, ma molti mutageni sono cancerogeni e alcuni cancerogeni non sono mutageni.
Come accennato, mutageni e cancerogeni non sono sempre correlati. Ad esempio l’alcool e gli estrogeni sono o possono essere in determinate condizioni, cancerogeni ma non mutageni; essi stimolano la mitosi e l’aumento della velocità tra le divisioni cellulari riduce il tempo a disposizione per la riparazione del DNA, incrementando la possibilità di un errore genetico che sarà trasmesso alle cellule figlie.
Oltre a specifiche molecole di formula chimica ben definita, spesso molto note come il benzene (C6H6), il benzo[a]pirene (C20H12), l’amianto crocidolite ([Na2(Mg,Fe)6Si8O22(OH)2]), esiste una variegata tipologia di agenti in grado di indurre neoplasie. Tra gli agenti cancerogeni più nocivi, possiamo trovare esemplificativamente una estrema diversificazione di cancerogeni.
La diversificazione in classi di fattori è puramente formale; le uniche realtà scientifiche sono l’effetto e la classificazione internazionale.
Ad esempio il summenzionato amianto causa mesotelioma, viene classificato Gruppo 1: agente sicuramente cancerogeno per l’uomo, formalmente un cancerogeno chimico anche se esplica la sua azione anche per la sua struttura fisica (forma, resistenza, dimensioni) delle sue fibre, non intervenendo solo in reazioni chimiche (si ritrova chimicamente inalterato, a distanza di anni, nei tessuti biologici), anche se si ipotizzano meccanismi molto diversificati e fasi sequenziali di iniziazione e di promozione. Tra questi meccanismi si citano il mediare l’ingresso di DNA estraneo in cellule bersaglio, catalizzare la produzione di specie chimiche molto reattive, e agire direttamente attraverso interazioni fisiche con le cellule del mesotelio in congiunzione con effetti indiretti seguenti l’interazione con cellule infiammatorie quali i macrofagi.
L’analisi delle interazioni tra fibre di amianto e DNA ha mostrato che le fibre fagocitate sono in grado di entrare in contatto con i cromosomi, spesso aderendo alle fibre cromatiniche o rimanere “impigliati” all’interno del cromosoma. Questo contatto tra la fibra di amianto e cromosomi o proteine strutturali dell’apparato del fuso può indurre anomalie complesse, come la monosomia del cromosoma 22.