IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE MATTEO SALVINI, INFONDATO RISCHIO SISMICO PER IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA. MARIO TOZZI, PRIMO RICERCATORE DEL CNR, STRETTO DI MESSINA ZONA DI MAGGIOR RISCHIO SISMICO DEL MEDITERRANEO. RENATO ZERO: IL PONTE RISCHIA DI “SOFFOCARE LA MERAVIGLIA E LA STORIA DI UN PAESAGGIO“
«Sulla sicurezza di un infrastruttura non c’è dibattito politico, ci sono ingegneri, geologi, architetti, docenti universitari di mezzo mondo: è chiaro che i tecnici non mettono il ponte in una zona sismica a rischio». Così il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a Radio 24 e come riportato dall’ITALPRESS. Secondo il vicepremier l’allarme sul rischio sismico per il Ponte sullo Stretto di Messina è infondato.
A questo proposito, abbiamo sentito al telefono Mario Tozzi, Primo Ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR (Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria). Tozzi, noto divulgatore scientifico televisivo, ha così risposto: «La zona dello Stretto di Messina è la zona di maggior rischio sismico del Mediterraneo. Se ha detto – Salvini – che quella zona non è a rischio, ha detto una sciocchezza. Se ha detto sì, lì il rischio sismico è alto ma noi ce lo mettiamo lo stesso – il ponte -, quello si può fare. I tecnici lo possono mettere. Si possono costruire, come in Turchia e Giappone, ponti in zone sismiche a rischio. Quella zona è al massimo rischio sismico del Mediterraneo, però, volendo, uno ce lo può costruire. Quello è un altro discorso».
L’antefatto
Mercoledì 13 novembre 2024, la Commissione per la Valutazione di Impatto Ambientale del ministero dell’Ambiente – MASE ha approvato il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina. L’autorizzazione è stata concessa con alcune condizioni: sono state richieste, infatti, leggere modifiche che i progettisti dovranno integrare per proteggere l’ecosistema dello Stretto durante i lavori.
L’analisi condotta dalla Commissione Tecnica per la Valutazione dell’Impatto Ambientale ha sottolineato l’importanza di rispettare le condizioni ambientali indicate, da attuarsi in gran parte nella fase di presentazione del progetto esecutivo.
Le prescrizioni della commissione per il ponte sullo Stretto riguardano “l’ambiente naturale, terrestre, marino e agricolo”, e includono dettagli progettuali per le opere di terra, con focus su cantierizzazione, gestione dei materiali, approvvigionamento, rumore e vibrazioni.
Resta solo un’ultima autorizzazione per avviare i lavori, quella del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile – CIPESS, prevista entro il 31 dicembre.
Il progetto prevede la costruzione di un ponte, il più lungo al mondo a campata unica, di 3.660 metri, con una campata sospesa di 3.300 metri. Le due torri di sostegno, alte 399 metri, saranno composte ciascuna da due piloni uniti da tre grandi travi orizzontali. Il costo stimato per la cantierizzazione si aggira intorno ai 13,5 miliardi di euro, oltre a circa 1miliardo per le opere accessorie.
Le critiche e le contestazioni al progetto
La convenienza del ponte ha sollevato numerose polemiche. Tra queste, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – INGV ha negato il via libera in relazione al rischio sismico.
Quindi, il leader di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), Angelo Bonelli, ha accusato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, di aver compiuto un “vergognoso blitz” nella Commissione di Valutazione. Secondo Bonelli, il ministro ha nominato dodici nuovi membri, “quasi tutti politici” e “quasi tutti in quota FdI”.
In un documento richiesto ad aprile scorso alla società Stretto di Messina, mancavano analisi importanti sulla tutela della biodiversità, gli effetti dell’inquinamento acustico, le vibrazioni, i campi elettromagnetici e uno studio sulla pericolosità dei maremoti.
Nonostante queste carenze, mercoledì la commissione ha ritenuto il progetto valido nel suo complesso. Le modifiche al progetto esecutivo dovranno essere presentate nei prossimi mesi, prima dell’avvio dei cantieri.
Fonti
ANSA
ITALPRESS