IL TERRITORIO COME VALORE FUTURO: “MEDITERRANEI INVISIBILI” RIVELA LA CALABRIA CHE RESISTE, RINASCE E GUARDA LONTANO. DUE GIORNI TRA STORIA, PAESAGGIO E VISIONE SOSTENIBILE IN CUI IL VIAGGIO NELLO STRETTO DIVENTA MANIFESTO PER UNA NUOVA CULTURA DELLA BELLEZZA E DELL’UNITÀ
Cos’è Mediterranei Invisibili?
Mediterranei Invisibili è un viaggio nel viaggio nato nel 2018 per scoprire ciò che nel Mediterraneo resta nascosto, dimenticato o sottovalutato. È un progetto di esplorazione territoriale e culturale che mira a rendere visibili le aree del Mediterraneo dimenticate o marginali, valorizzandole come risorsa.
Ogni anno, architetti, artisti e studiosi guidati da Alfonso Femia, dal team della società benefit 500×100 e la fondazione “Le città del futuro”, attraversano territori, ascoltano le persone, raccolgono testimonianze e restituiscono valore a luoghi marginali, ma straordinari.
Da questa esperienza è nata anche la Biennale dello Stretto, evento culturale e interdisciplinare che intreccia architettura, arte, paesaggio e design, ponendo al centro il dialogo tra Calabria e Sicilia come simbolo di un Mediterraneo unito da una comune identità
Il Viaggio nello Stretto, giunto nel 2025 alla sua sesta edizione, ha portato questa volta i partecipanti nella Locride e nella Valle del Torbido, tra coste ioniche, rovine romane e paesi fantasma alla scoperta del territorio come valore futuro.
Bellezza e abbandono in Calabria
Il territorio visitato tra l’11 e il 12 ottobre 2025 è una sintesi potente della Calabria contemporanea: bellezza e abbandono, potenzialità e ferite. L’itinerario si è aperto alle Saline Ioniche, tra le rovine industriali della Liquichimica Biosintesi, un impianto nato negli anni Settanta per produrre mangimi poi risultati cancerogeni.
Chiuso in pochi mesi, è rimasto per decenni come monumento al fallimento di una modernità sbagliata. Ma oggi, nella visione dei partecipanti, quell’area potrebbe rinascere come parco marittimo, osservatorio naturalistico o centro culturale di respiro mediterraneo.
Dalla costa, il viaggio è poi risalito verso i calanchi di Palizzi Marina e il borgo di Pentedattilo, arroccato sul Monte Calvario, abbandonato dopo il terremoto del 1783 e oggi simbolo di un recupero turistico lento e rispettoso.
Qui, gli architetti Salvatore Greco e Michelangelo Pugliese hanno invitato a riflettere sul doppio volto della Calabria: da un lato l’abbandono che degrada, dall’altro quello che preserva la memoria e riapre al futuro.
Mediterranei invisibili: il patrimonio nascosto della Locride?
La Locride è una miniera di storia ancora parzialmente invisibile. Dalla Villa Romana di Casignana al Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri, il territorio conserva tracce di un passato glorioso che potrebbe diventare motore di rinascita.
Antonio Crinò, ingegnere che cura gli scavi di Casignana, ha sottolineato come l’area, con i suoi 15 ettari e i mosaici straordinari, rappresenti un sistema archeologico diffuso che va da Precacore a Capo Bruzzano, ancora in attesa di una valorizzazione sistemica.
Anche Elena Trunfio, direttrice del Parco Archeologico di Locri, ha ribadito la necessità di una visione contemporanea dell’archeologia. «Il parco deve essere un luogo in cui stare bene, un modello per il futuro che unisce cultura, benessere e paesaggio», ha affermato, indicando la strada per un turismo culturale sostenibile e lontano dalle logiche del consumo veloce dei luoghi.
Mediterranei invisibili: il ruolo dell’arte
Nel cuore della Valle del Torbido, a Mammola, sorge il MuSaBa – Museo Santa Barbara, fondato nel 1969 dagli artisti Nik Spatari e Hiske Maas. È un luogo visionario dove arte, natura e architettura si fondono in un linguaggio universale.
MuSaBa non è solo museo, ma un laboratorio di futuro: un esempio concreto di come la cultura possa diventare motore di sviluppo locale, generando attrattività e lavoro.
Il complesso, immerso in un paesaggio che sembra sospeso nel tempo, è oggi considerato un simbolo di rinascita. Rappresenta ciò che la Calabria può diventare: trasparente, inclusiva, connessa all’Europa e capace di trasformare la propria eredità in energia creativa.

Valle del Torbido: le amministrazioni locali fanno rete
Le sei amministrazioni della Valle del Torbido – Gioiosa Ionica, Marina di Gioiosa Ionica, Grotteria, San Giovanni di Gerace, Martone e Mammola – hanno scelto di fare sistema. I sindaci e il presidente dell’Unione dei Comuni, Giorgio Imperitura, insieme al consigliere metropolitano Salvatore Fuda, hanno parlato di un progetto comune che unisce identità e sviluppo.
L’obiettivo è condividere servizi, potenziare la mobilità dolce, creare una ciclovia e percorsi di trekking che colleghino i borghi lungo la fiumara, ripercorrendo anche la vecchia ferrovia calabro-lucana dismessa. Una rete di piccoli numeri e ospitalità diffusa per contrastare lo spopolamento e valorizzare le case inutilizzate.
Sistema, circuito, equilibrio e azione sono le quattro parole chiave scelte per raccontare questa visione: una governance condivisa che guarda ai prossimi vent’anni e punta a un modello territoriale sostenibile e umano.
Mediterranei invisibili: un modello per tutta l’Italia
Mediterranei Invisibili non parla solo alla Calabria, ma all’intero Paese. Ogni tappa rivela un paradosso comune: aree di bellezza straordinaria offuscate dal degrado, borghi che si spopolano ma potrebbero diventare motori di turismo culturale, patrimoni archeologici dimenticati che chiedono solo di essere messi in rete.
L’iniziativa è un esperimento di conoscenza collettiva e di progettazione sociale. Non un viaggio estetico, ma un esercizio di ascolto. Le oltre 600 testimonianze raccolte in questi anni documentano una nuova geografia del Mediterraneo, fatta di comunità resilienti, di architetti che ascoltano e di cittadini che immaginano.
Che cos’è la Biennale dello Stretto e come si collega al progetto?
Dalla ricerca sul campo di Mediterranei Invisibili è nata la Biennale dello Stretto, ideata da Alfonso Femia e organizzata da 500x100sb con il sostegno di università, ordini professionali, enti locali e partner privati. La prima edizione, nel 2022, ha restituito vita e valore a Forte Batteria Siacci, una fortezza militare abbandonata, trasformandola in luogo simbolo del dialogo tra arte e paesaggio.
L’obiettivo della Biennale dello Stretto è di promuovere il dialogo tra arte, architettura, società e ambiente, creando un ponte culturale tra Calabria e Sicilia e tra il Mediterraneo e il mondo.
Con 10mila presenze in ottanta giorni e oltre ottantacinque patrocini, la Biennale ha dimostrato che il Sud può essere protagonista di un progetto culturale internazionale. L’edizione 2024, ampliata e ancora più globale, ha coinvolto professionisti da Europa, Cina, Stati Uniti e Sud America, affrontando il tema “Le linee d’acqua” e “Le città del futuro”.
Mediterranei invisibili: qual è il messaggio finale del Viaggio 2025?
Il Viaggio sullo Stretto del 2025 è stato un attraversamento fisico e simbolico. In due giorni, i partecipanti hanno toccato un ecomostro industriale, un borgo rinato, un sito archeologico millenario e sei paesi uniti dal desiderio di rinascere insieme.
È la Calabria che resiste e si reinventa, una regione che guarda al mare e alla montagna e che, da invisibile, torna a essere visibile, condiviso e compreso.
Come ha detto Alfonso Femia, Mediterranei Invisibili è una chiave di lettura del presente: ridurre le distanze, valorizzare le differenze, allineare le geografie attorno a un denominatore comune: la territorialità come valore condiviso e come speranza di futuro.
La foto di copertina rappresenta Forte Batteria Siacci (©fotoarchitetto_RiGymnasium, ©S. Anzini)









