LE RICERCHE SCIENTIFICHE CERCANO DI STARE AL PASSO DELLO SVILUPPO TECNOLOGICO. L’INTRODUZIONE DELL’UTILIZZO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE SI È ESPANSO ANCHE NELL’AMBITO MEDICO. E, PIÙ IN GENERALE, IN QUELLO SCIENTIFICO, PERMETTENDO DI FARE ULTERIORI PASSI AVANTI NELLA RICERCA. ADESSO, CON L’UTILIZZO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE È POSSIBILE INDIVIDUARE ANCHE SOSTANZE TOSSICHE
Tecnologia e scienza hanno sempre tentato di andare a pari passo e continuano a farlo anche a fronte degli ultimi sviluppi tecnologici. Grazie a un recente studio, è stato possibile sfruttare l’Intelligenza Artificiale per individuare sostanze tossiche, basandosi esclusivamente sulla struttura molecolare di queste. Un ulteriore passo avanti fatto dalla ricerca in Svezia, è stato fatto grazie alla collaborazione della Chalmers University of Technology e dell’Università di Göteborg.
L’Intelligenza Artificiale ha indubbiamente mutato il nostro approccio, anche nella vita di tutti i giorni. Basti pensare all’assiduo utilizzo di cui molti, ormai, non riescono a fare a meno. A questo proposito, è proprio del 21 maggio la notizia che il Consiglio Europeo ha approvato una legge con l’obiettivo di armonizzare le norme sull’Intelligenza Artificiale, il cosiddetto Artificial Intelligence Act.
Ma se in alcuni casi può quasi spaventare questo progresso scientifico e tecnologico, d’altronde ha anche apportato un efficiente contributo nell’ambito della scienza e della ricerca.

Lo studio condotto in Svezia
Le sostanze chimiche sono pervasive nella società moderna. Per questo motivo, si rendono sempre più spesso necessari test che possano valutare la potenziale pericolosità di specifici prodotti per l’ambiente e per la salute umana.
Questo comporta talvolta anche lunghi test sugli animali per attestarne la sicurezza. Di conseguenza, evidenzia la necessità e l’urgenza di valutare metodi alternativi per tali scopi. È stato questo il punto di partenza che ha portato alla cooperazione della Chalmers University of Technology e dell’Università di Göteborg, in Svezia. Al fine di ricercare un nuovo metodo di individuazione delle sostanze tossiche.
Gli scienziati hanno sfruttato l’efficacia dei trasformatori (ossia di modelli come Chat Gpt) per estrarre informazioni dalle strutture chimiche, consentendo previsioni di tossicità ed eventuali ulteriori pericoli.
Grazie alle reti neurali profonde, infatti, questi modelli di AI analizzano vasti insiemi di dati derivati da test di laboratorio. Tendando, in questo modo, di migliorare la precisione della valutazione della tossicità chimica, anche per composti precedentemente non testati.
Mikael Gustavsson e Erik Kristiansson, che hanno contribuito e svolto attivamente le attività di ricerca scientifica, hanno sottolineato la singolare capacità di questo metodo di prevedere la tossicità di una sostanza solo in base alla sua composizione chimica, perfezionata con il tempo attraverso un’ampia analisi dei dati.
Ma, soprattutto, entrambi hanno evidenziato l’importanza di tale progetto, considerando l’elevata mole di sostanze tossiche al giorno d’oggi in circolazione, alcune delle quali non ancora completamente identificate.
Ne sono un esempio i Pfas (“perfluorinated alkylated substances” – sostanze alchilate perfluorurate), un gruppo di sostanze che stanno generando allarme, scoperte di recente nelle acque sotterranee e nell’acqua potabile.

L’Intelligenza Artificiale sostituirà gli esperimenti in laboratorio?
Ancora c’è un briciolo di scetticismo nel pensare che l’Intelligenza Artificiale possa sostituire, come in questo caso, gli esperimenti in laboratorio. Spesso, infatti, alcuni strumenti non si sono rivelati poi così tanto efficaci da rendersi perfettamente sostituibili ai test in laboratorio. I nuovi studi condotti dai ricercatori svedesi hanno però dimostrato di superare gli strumenti convenzionali sia in termini di precisione sia di versatilità.
Lo studio ha, infatti, sottolineato il potenziale dell’Intelligenza Artificiale nel rivoluzionare le valutazioni della tossicità. In questo modo, possiamo provare a immaginare un futuro in cui i sistemi di AI potrebbero sostituire sempre più gli esperimenti di laboratorio.
Allo stesso modo, si trarrebbero vantaggi anche in termini di sicurezza ed economici, riducendo i costi e accelerando lo sviluppo di sostanze chimiche più sicure. Non solo sarà diminuita e quasi del tutto evitata la sperimentazione sugli animali, bensì sarà facilitata anche l’identificazione di alternative ecologiche alle sostanze nocive, mitigando ulteriormente gli effetti negativi dell’inquinamento chimico sia sulla salute umana sia sugli ecosistemi.
Quindi, sì, l’AI potrebbe sostituire gli esperimenti di laboratorio, nell’ottica in cui scienza e tecnologia continuino la loro collaborazione attiva nello scopo comune di tutelare l’ambiente e la salute umana.