giovedì, Ottobre 10, 2024

La delibera “Ammazza cervi” e il sit-in per salvare gli esemplari in Abruzzo

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IL FUTURO DEI CERVI IN ABRUZZO È IN GRAVE PERICOLO A CAUSA DI UNA RECENTE DELIBERA REGIONALE CHE HA AUTORIZZATO L’UCCISIONE DI 469 ESEMPLARI A PARTIRE DA OTTOBRE 2024. QUESTA DECISIONE, HA SCATENATO UNA FORTE REAZIONE DA PARTE DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE E ANIMALISTE, CHE SI MOBILITANO PER IMPEDIRE QUELLO CHE DEFINISCONO UN MASSACRO DI CERVI. LA PROTESTA CULMINERÀ IN UN SIT-IN DI GRANDE SIGNIFICATO, PREVISTO PER DOMENICA 15 SETTEMBRE A L’AQUILA

La delibera “Ammazza-Cervi”: cosa c’è dietro?

L’8 agosto 2024, la Giunta regionale dell’Abruzzo, presieduta dal presidente Marco Marsilio, ha approvato una delibera che ha suscitato accese polemiche: la decisione di autorizzare la caccia a 469 cervi nel prossimo mese di ottobre. Questo provvedimento, definito come una vera e propria “sentenza di morte“, è stato giustificato dalla giunta come una misura necessaria per il controllo della popolazione di cervi, ritenuta eccessiva e dannosa per le colture e i pascoli della regione. Cerchiamo di capire meglio.

Contesto e motivazioni

Negli ultimi anni, la popolazione di cervi in Abruzzo è aumentata notevolmente, tanto da suscitare preoccupazioni tra autorità e agricoltori locali. Questi ultimi hanno attribuito danni alle colture e ai pascoli a questi splendidi mammiferi.

Tuttavia, molti esperti ecologici e attivisti ritengono che l’incremento della popolazione sia parte di un naturale ciclo ecologico e che il problema non debba essere affrontato con misure estreme come l’abbattimento massiccio degli animali.

Critiche e proposte alternative 

La delibera, ha sollevato indignazione generalizzata. I suoi detrattori evidenziano che non sono stati considerati adeguatamente gli effetti a lungo termine di questa misura sull’ecosistema e sulle singole popolazioni di cervi. 

In alternativa, sono state proposte soluzioni alternative. Metodi di controllo non letali, come la gestione della fertilità, la creazione di barriere fisiche o l’implementazione di programmi di educazione per gli agricoltori, potrebbero infatti offrire soluzioni più equilibrate e rispettose dell’ambiente. Purtroppo, le voci fuori dal coro non hanno scalfito i fautori della delibera. Le associazioni animaliste e ambientaliste hanno quindi organizzato un sit-in di protesta a L’Aquila per opporsi alla delibera.

La mobilitazione del 15 Settembre

L’appuntamento per il sit-in a favore della protezione dei cervi è fissato per le ore 10.30 di domenica 15 settembre in Piazza Regina Margherita, a L’Aquila, in Abruzzo. La mobilitazione vedrà la partecipazione di numerose organizzazioni locali, tra cui WWF Abruzzo, Altura, Animalisti Italiani, Appennino Ecosistema, CAI Abruzzo, Dalla Parte dell’Orso, ENPA, GADIT – Guardie Ambientali d’Italia Abruzzo. E ancora, Guardie ambientali Italicum – Roseto degli Abruzzi, Guide del Borsacchio, Italia Nostra Abruzzo, LAV Pescara, Lega Italiana dei Diritti degli Animali Teramo, Lega Nazionale del Cane – Animal Protection, LIPU Abruzzo, ProNatura, Rifiuti Zero Abruzzo, Salviamo l’Orso, Tutela Animal.

Durante il sit-in, i partecipanti avranno l’opportunità di ascoltare interventi di esperti del mondo scientifico e culturale, e protagonisti del turismo locale. Gli oratori discuteranno delle preoccupazioni relative alla decisione della Giunta regionale di autorizzare la caccia ai cervi e presenteranno argomentazioni a favore di metodi di gestione faunistica alternativi e più sostenibili.

L’obiettivo principale della protesta è sensibilizzare l’opinione pubblica sui potenziali effetti negativi della delibera e fare pressione sulla giunta affinché ritorni sui suoi passi. 

Il supporto della comunità: artisti e cittadini si mobilitano

Il movimento contro la delibera ha ottenuto un ampio sostegno anche dal mondo dell’arte e della cultura. Personaggi noti come Alessandro Gassmann, Elisa Di Eusanio e Giorgio Panariello hanno espresso il loro dissenso pubblicamente. Inoltre, la petizione avviata su Change.org dal WWF Abruzzo e dalla travel blogger Martina Mammarella ha raccolto quasi 100mila firme in sole due settimane.

In sintesi, la battaglia per salvare i cervi dell’Abruzzo è diventata un simbolo della lotta per la conservazione della fauna e per la protezione dell’ambiente naturale. Ma perché i cervi abruzzesi sono così importanti per l’ecosistema?

I cervi dell’Abruzzo: un simbolo della biodiversità

Il cervo (Cervus elaphus) è una delle specie di ungulati più grandi e iconiche d’Europa. In Abruzzo, questi mammiferi trovano un habitat ideale nelle dense foreste e nei pascoli montani. La loro capacità di adattarsi a diversi ambienti e di influenzare le dinamiche ecologiche locali li rende una specie fondamentale per l’ecosistema.

Nel loro habitat naturale, i cervi esercitano un ruolo ecologico che va oltre la semplice alimentazione. Essendo erbivori, il loro consumo di piante influisce direttamente sulla composizione e sulla salute della vegetazione. Nello specifico, quando consumano frutti e bacche, le loro feci, che contengono semi, vengono sparse in nuove aree. Questo processo favorisce la diversità vegetale, che è essenziale per sostenere una vasta gamma di altre specie animali.

Inoltre, modellano il paesaggio attraverso il loro pascolo e il movimento continuo all’interno del bosco. Il loro comportamento, che può includere la rimozione di erbe e foglie, impedisce la crescita eccessiva di alcune piante. Questo crea sentieri e percorsi e habitat benefici per altre specie animali, come insetti e uccelli, che dipendono da ambienti più aperti o da particolari tipi di vegetazione per la loro sopravvivenza.

Le implicazioni ecologiche della caccia intensiva

La recente delibera della giunta regionale, potrebbe avere impatti negativi profondi sugli ecosistemi abruzzesi. I cervi sono parte integrante del ciclo biologico delle foreste e dei pascoli e una loro diminuzione potrebbe influenzare negativamente la dispersione dei semi e la gestione della vegetazione. Questo potrebbe portare a una diminuzione della biodiversità vegetale, con conseguenze a catena per altre specie che dipendono dalle piante e dall’habitat creato dai cervi.

Inoltre, un abbattimento eccessivo può destabilizzare le strutture sociali dei gruppi di questi animali, rendendo più difficile per le popolazioni recuperare e mantenere una densità sostenibile. 

L’Importanza della conservazione

In molte aree dell’Europa, i cervi sono stati oggetto di programmi di reintroduzione e protezione per via del loro ruolo ecologico. La stessa attenzione e cura dovrebbero essere applicate agli habitat dell’Abruzzo per garantire che non solo i cervi, ma anche l’intero sistema ecologico, rimangano in equilibrio.

Investire nella conservazione dei cervi e dei loro habitat significa mantenere la salute ecologica delle foreste e dei pascoli, che sono vitali per la biodiversità e la resilienza ambientale.

Numero verde ONA

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