sabato, Gennaio 18, 2025

La “città delle meraviglie” si trova sotto l’Oceano Artico

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AL LARGO DELLE COSTE DELLE ISOLE SVALBARD, IN NORVEGIA, È STATA SCOPERTA UNA “CITTÀ DELLE MERAVIGLIE”. QUESTA FORMAZIONE NATURALE CHE SI TROVA A PIÙ DI 3MILA METRI DI PROFONDITÀ SI È FORMATA GRAZIE A UNA SORGENTE IDROTERMALE

La “città delle meraviglie”, a oltre 3mila metri di profondità al largo delle coste delle Isole Svalbard, è un campo di sorgenti idrotermali che si estende lungo la catena montuosa sottomarina Knipovich. L’attività vulcanica sotto il fondale marino riscaldando le rocce, crea ambienti particolari dove la vita prospera in modo ottimale.

L’area, che misura almeno un chilometro di lunghezza e 200 metri di larghezza, è stata denominata Jøtul, in omaggio ai giganti della mitologia norrena, ossia della Scandinavia al tempo dei Vichinghi, che abitano sotto le montagne della Groenlandia.

In questo contesto, il gigante mitologico simboleggia i processi interni della Terra, responsabili della formazione di incredibili strutture sottomarine.

Il geologo marino Gerhard Bohrmann dell’Università di Brema, in Germania, spiega su “Scientific Reports” che «l’acqua penetra nel fondale oceanico dove viene riscaldata dal magma sottostante, quindi risale verso il fondale marino attraverso crepe e fessure. Nel suo percorso verso l’alto, il fluido si arricchisce di minerali e materiali disciolti dalle rocce della crosta oceanica. Questi fluidi fuoriescono insieme all’acqua sul fondale marino attraverso camini tubolari chiamati “fumatori neri”, dove i minerali ricchi di metalli si depositano».

Le sorgenti idrotermali “oasi” in un ambiente ostile

Le sorgenti idrotermali, di grande interesse geologico, si trovano solitamente a profondità tali da impedire alla luce del sole di penetrare.

A queste profondità, l’ambiente è del tutto buio, gelido e, inoltre, contraddistinto da alte pressioni. Tutte condizioni in genere sfavorevoli alla vita. Tuttavia, le sorgenti idrotermali agiscono come “oasi” in questo contesto ostile.

I minerali che si dissolvono nell’acqua creano la base per una rete alimentare che si basa sulla chemiosintesi, anziché sulla fotosintesi, come avviene per la maggior parte delle forme di vita vicine alla superficie. Questo processo chimico permette a questi ambienti di rendere i fondali marini molto più fertili del previsto, suggerendo come la vita potrebbe emergere in mondi molto diversi dal nostro.

Jøtul si trova al confine tra due placche tettoniche della Terra, lungo una dorsale nota come a lenta espansione. Le placche si allontanano lentamente l’una dall’altra, formando nuova crosta, valli e dorsali. Gli scienziati hanno individuato attività idrotermale lungo quasi tutte le creste a nord dell’Islanda, ma la dorsale Knipovich rappresentava un’eccezione. Tuttavia, nel 2022, un gruppo di ricercatori ha individuato tracce di chimica idrotermale lungo tutta la formazione.

Una scoperta magnifica

Questa scoperta ha dato il via a una ricerca approfondita con un sottomarino comandato a distanza. Il batiscafo ha raggiunto la cresta della dorsale per esplorarla e identificare la fonte di queste tracce.

Il veicolo subacqueo autonomo MARUM-QUEST (*) è sceso fino a 3mila metri di profondità, dove ha catturato immagini e campionato le acque. In questo modo, gli scienziati hanno individuato il campo Jøtul, un’ampia area del fondale marino con sorgenti idrotermali sia estinte sia attive, evidenziata dal caratteristico luccichio del calore vulcanico che si diffonde nell’acqua.

Il campo idrotermale di Jøtul è il primo scoperto lungo la dorsale Knipovich, lunga 500 chilometri e rappresenta un nuovo collegamento con i sistemi idrotermali attivi situati più a sud.

«Si tratta di una scoperta magnifica, che colma una lacuna significativa nella configurazione idrotermale del Mare di Norvegia e della Groenlandia», conclude Bohrmann.

Non solo. Questa scoperta, infatti, offre nuove informazioni sulla chimica oceanica e sul ruolo delle acque terrestri nella circolazione e distribuzione di materiali vitali come il carbonio, essenziali per la vita in superficie.

(*) MARUM è il Centro di Ricerca Marina dell’Università di Brema

Fonte: FOCUS

Numero verde ONA

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