DAL 2005, L’ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO (OIL) HA ISTITUITO IL 28 APRILE LA GIORNATA MONDIALE DELLE VITTIME DELL’AMIANTO, PER COMMEMORARE I DECEDUTI E SENSIBILIZZARE SUI RISCHI ANCORA LEGATI A QUESTA PERICOLOSA SOSTANZA
Il 28 aprile il mondo ricorda le vittime. Gli esperti: “Serviranno 75 anni per bonificare tutto l’amianto”
Il 28 aprile il mondo si è fermato per ricordare le vittime dell’amianto, in occasione della Giornata Mondiale dedicata a chi ha perso la vita per l’esposizione a questa sostanza micidiale. Numeri che parlano di una tragedia silenziosa.
«Questa giornata nazionale non è solo memoria – afferma Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto -. È un grido. Un richiamo alla responsabilità, alla bonifica, alla giustizia per le vittime e alla tutela di chi oggi vive, lavora, studia in luoghi contaminati. In questa giornata, ricordiamo i caduti invisibili dell’amianto. E riaffermiamo un impegno: mai più profitto sulla pelle delle persone. Mai più silenzio. Mai più vittime».
Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), solo nel 2023 in Italia si sono contati circa 7mila decessi e 10mila nuovi casi di malattie correlate, come il mesotelioma, il tumore al polmone e l’asbestosi. Negli ultimi dieci anni, il nostro Paese ha visto morire circa 60mila persone per malattie asbesto-correlate.
«Il bando globale dell’amianto che semina morte è ancora una utopia – continua Bonanni -. Sono numeri che non appartengono al passato. Sono volti, storie, famiglie spezzate oggi. Molti non sapevano, altri sono stati ignorati. Troppi sono stati sacrificati nel nome del profitto. Non è più ammissibile che ci governi la lobby dei produttori del minerale killer e che le bonifiche vadano a rilento, nonostante la chiara presa d’atto di tutte le Istituzioni».
Un’eredità tossica ancora presente
L’amianto, chiamato anche asbesto, è un minerale fibroso con spiccate proprietà fonoassorbenti e termoisolanti. Queste caratteristiche lo resero un materiale diffusissimo nell’industria e nell’edilizia, con il marchio Eternit che identificava manufatti come tegole e lastre cementizie.
Ha coibentato edifici, coperture, navi e treni, garantendo isolamento da umidità e calore. Imprese e stabilimenti lo usarono anche per produrre vernici e tute antincendio.
L’amianto, nonostante la messa bando ufficiale, resta presente ovunque. Secondo una stima dell’ONA, ci sono 40milioni di tonnellate di manufatti di amianto e cemento-amianto, come l’Eternit, sparse in un milione di siti e micrositi, di cui 50mila industriali, e 42 di interesse nazionale.
Si contano 2.500 scuole e almeno 500 ospedali contaminati, coinvolgendo oltre 352mila studenti e 50mila membri del personale. Quindi, 1.500 biblioteche ed edifici pubblici che contengono ancora quantità pericolose di amianto, esponendo ogni giorno migliaia di cittadini.
E la stima per difetto perché la mappatura dell’ONA è ancora in corso. E ancora: sempre secondo l’Osservatorio, la rete idrica italiana comprende circa 300mila km di tubature in amianto, allacciamenti inclusi, su un totale stimato di 500mila km realizzati principalmente prima del 1992, quando il minerale era ampiamente usato in edilizia.
Una crisi globale
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lancia l’allarme: oltre 125milioni di lavoratori risultano ancora esposti nel mondo, con più di 107mila decessi ogni anno. In Europa, sono circa 70mila i morti annuali riconducibili all’amianto.
Bonifiche lente e insufficienti
Il nostro Paese ha il triste record europeo per decessi da mesotelioma, superando Germania e Francia. In Italia, infatti, solo il 25% dell’amianto censito è stato rimosso. Se il ritmo delle bonifiche resterà quello attuale, serviranno altri 75 anni per liberare il Paese da questa minaccia, denuncia Legambiente. Il tempo, però, non è un lusso a disposizione: ogni ritardo nella bonifica si traduce in nuove vittime.
La voce delle vittime e degli attivisti
In occasione della Giornata Mondiale, organizzazioni come ONA e Legambiente chiedono piani straordinari di bonifica, sostegno economico alle famiglie colpite e un impegno reale nella prevenzione.
Associazioni come l’AFeVA Emilia-Romagna hanno organizzato presidi, eventi e la proiezione in prima nazionale del docufilm “Fibre di Ingiustizia”, di Gabriele Morelli e Simone Braca. Clicca qui per vedere il trailer.
Non solo memoria: servono azioni concrete
La lotta contro l’amianto non riguarda il passato. È una sfida attuale che investe la salute pubblica, la sicurezza nei luoghi di lavoro e la tutela ambientale. Ricordare le vittime è doveroso, ma oggi più che mai servono interventi rapidi e determinati.
Ogni giorno di inattività costa vite umane.