A GALLARATE, UN GRUPPO DI GIOVANI DECIDE DI INTRAPRENDERE UN’AZIONE DIRETTA E PACIFICA PER PROTEGGERE UNO DEGLI ULTIMI POLMONI VERDI DELLA CITTÀ. QUESTA STORIA RACCONTA LA LORO LOTTA PER DIFENDERE UN BOSCO DI DUE ETTARI, MINACCIATO DALL’ABBATTIMENTO PER FAR POSTO A UNA NUOVA SCUOLA
La minaccia al polmone verde di Gallarate
Il comune di Gallarate ha pianificato la costruzione di una scuola su un’area boschiva di due ettari, uno degli ultimi spazi verdi rimasti in una zona già fortemente urbanizzata.
Questo piccolo ecosistema, delimitato da una ferrovia, un’autostrada e un quartiere residenziale, è abitato da alberi secolari. Non manca, inoltre, una ricca fauna, tra cui leprotti, tassi, ricci e numerose specie di uccelli. Il progetto di abbattimento, promosso dall’amministrazione comunale, ha suscitato l’indignazione di molti cittadini, che ritengono la costruzione superflua, suggerendo invece di destinare i fondi alla ristrutturazione delle scuole già esistenti.
La protesta del collettivo Tanuki
Di fronte all’imminente inizio dei lavori di disboscamento, il comitato Salviamo gli alberi di Gallarate, già attivo in passato contro simili iniziative, ha iniziato a presidiare l’area. La situazione è precipitata all’inizio di agosto, quando la ditta incaricata, con il supporto delle forze dell’ordine, ha abbattuto la parte centrale del bosco, incluse le piante più antiche.
Questo ha fatto scatenare la protesta di un gruppo di giovani del collettivo Tanuki che decidono di correre in aiuto del comitato, montando piattaforme sugli alberi per vivere lì giorno e notte e impedire ulteriori abbattimenti.
Il conflitto con le autorità
Nonostante i tentativi di avviare una trattativa per fermare i lavori, il sindaco e l’amministrazione non hanno voluto negoziare. La situazione è degenerata con l’intervento quotidiano della polizia, a detta dei volontari “intimidatorio”, terminato con l’arresto di una ragazza, immediatamente processata, che cercava di bloccare l’accesso al bosco.
Nonostante la tensione, i manifestanti hanno mantenuto una linea pacifica, resistendo agli interventi delle forze dell’ordine, comprese camionette con agenti antisommossa che presidiano la zona.
Tre generazioni insieme per rivendicare il diritto all’esistenza di animali e alberi
Già a inizio lavori di taglio viene chiesto l’intervento di esperti di fauna selvatica tra i quali il dottor Massimo Vacchetta, fondatore del Centro di Recupero Ricci La Ninna’ di Novello, per valutare la situazione di rischio dei selvatici nel bosco.
Il coinvolgimento degli esperti
Insieme alla protesta, è stato anche richiesto l’intervento di esperti di fauna selvatica. Il veterinario Massimo Vacchetta è intervenuto in aiuto dei volontari, per valutare i rischi per gli animali del bosco, in particolare per la colonia di ricci, che in questo periodo si trova in piena stagione riproduttiva.
Il rilevamento di ricci tramite fototrappole notturne poste all’esterno dell’area di cantiere rivela la presenza di numerosi esemplari che vanno assolutamente messi in sicurezza, a maggior ragione trattandosi di una specie protetta.
Un appello su cui riflettere
Vacchetta ha lanciato un appello urgente al Comune chiedendo di fermare i lavori, sottolineando come l’abbattimento degli alberi comporterebbe un grave danno alla fauna locale, violando le leggi sul benessere animale e la protezione della fauna selvatica, con potenziali conseguenze, oltre che morali, anche penali.
Secondo il dottore, la distruzione di piccole foreste urbane come quella di Gallarate aggrava la crisi climatica. «Gli animali e le piante lavorano in sinergia e ci forniscono i tre elementi essenziali alla nostra stessa sopravvivenza sulla terra, ovvero l’aria che respiriamo, l’acqua, il cibo e un clima mite», aggiunge il veterinario, concludendo con un appello per un dialogo civile e democratico, chiedendo al sindaco di riconsiderare il progetto e salvare un bene naturale che appartiene a tutti.
Cosa sta accadendo: ultimatum al 16 settembre
È stato lo stesso sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, a dichiarare che non sarà possibile posticipare il taglio degli alberi in via Curtatone oltre il 15 ottobre, contrariamente alle richieste di Legambiente Lombardia. Cassani ha spiegato che i ritardi potrebbero avere gravi conseguenze sui contratti milionari in corso. Durante la Commissione Lavori Pubblici, ha spiegato che il regolamento del verde non si applica al progetto in corso.
Il prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello, ha mediato tra Comune, ambientalisti e Legambiente, stabilendo che l’area occupata dovrà essere liberata entro il 16 settembre per consentire una valutazione dell’area.