A PESARO 2024, CAPITALE DELLA CULTURA DI QUEST’ANNO, PER SABATO 20 APRILE È PREVISTA LA MANIFESTAZIONE “IL BOSCO CHE CAMMINA”. CENTO ALBERI SFILANO PER LE VIE DELLA CITTÀ
Cento tra alberi e arbusti, in grandi vasi di canapa, sfileranno per le vie di Pesaro, Capitale della Cultura di quest’anno. È “Il Bosco che cammina”, progetto appena presentato da Pesaro 2024 che prende forma nella sezione del dossier dedicato alla “natura vivente della cultura”.
Da Viale della Liberazione fino a Piazza del Popolo, prenderà il via la prima tappa del nuovo progetto di Pesaro 2024: un’installazione temporanea che invade di verde luoghi della città in cui l’elemento vegetale era assente.
Destinazione finale l’Istituto Alberghiero Santa Marta. Qui a ottobre le piante saranno messe a dimora. L’area dunque ne risulterà “fortemente riqualificata, trasformando un suolo pesantemente degradato e asfittico in un parco dotato anche di aule verdi” – si legge in una nota.
Il Bosco che cammina: invasione del verde in città
Il percorso del Bosco che cammina parte sabato 20 aprile 2024 alle 10. Sarà una vera e propria giornata di festa di comunità cui tutti sono chiamati a partecipare. Otto le tappe che si snoderanno fino al mese di ottobre. Ciascuna sarà un’occasione per creare eventi di animazione e divulgazione culturale attorno al verde itinerante.
Per Pesaro 2024 dunque un’installazione temporanea di alberi e arbusti, collocati in vasi di canapa di un metro cubo, in luoghi della città in cui l’elemento vegetale fosse assente. Come un’invasione verde. Sei metri e mezzo la pianta più alta. «Considerando la complessità logistica di tutta l’opera, probabilmente il Bosco non si sarebbe potuto fare senza l’ospitalità dell’Esercito. Un ringraziamento enorme è rivolto dunque al 28° Reggimento “Pavia” nella persona del suo comandante, il colonnello Antonio di Leonardo, per avere ospitato il Bosco in costruzione», afferma l’amministrazione in una nota.
Il progetto è stato coordinato dal consigliere comunale Michele Gambini e affidato operativamente ad Aspes, soggetto attuatore. Quest’ultima si è avvalsa dell’opera professionale di Olga Moskvina, paesaggista che ha curato tutta la parte progettuale e logistica.
Dalla progettazione dello spazio di destinazione finale delle piante al
reperimento delle stesse in oltre dieci vivai sparsi in Italia fino all’ideazione del vaso di canapa, soluzione specificamente studiata per minimizzare l’impatto ambientale dell’evento.
Pesaro 2024, le tappe del Bosco che cammina
La cura degli eventi artistici e divulgativi che accompagneranno le diverse tappe del Bosco è di Sergio Paladino.
Sabato 20 aprile è prevista dunque la prima tappa del Bosco che cammina, da Viale della Liberazione a Piazza del Popolo. Le tappe successive sono previste per il 4 maggio, quando da Piazza del Popolo gli alberi si sposteranno a Via San Francesco, per spostarsi di nuovo il 18 maggio verso Mengaroni (Piazzetta della creatività). E ancora, il primo giugno verso Viale Marconi (auditorium Scavolini), il 29 giugno verso Calata Caio Dullio. Il 13 luglio le piante torneranno in Viale Marconi per poi ripartire il 3 agosto alla volta della Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro.
La tappa finale del viaggio è prevista per il 7 settembre nell’area del Santa Marta. Qui le piante saranno messe a dimora con tutti i vasi, costruiti di un materiale che può essere interrato perché compostabile. I vasi infatti sono in pannelli di canapa totalmente naturale (fibre pressate) e terra cruda: non esistevano e sono stati prodotti appositamente.
La giornata inaugurale: sabato 20 aprile
Questo il programma di sabato 20 aprile: dalle 10 la convocazione dei volontari che vorranno collaborare allo spostamento delle piante attesi nello spazio di uscita della caserma dell’EI, in Viale della Liberazione, previsto lo spostamento di 25 piante a ogni trasferimento; ci sarà musica nella pausa pranzo a cura dei ragazzi del Santa Marta, la performance di Simone Morotti e della compagnia di marionette Pouët, la Banda di Candelara alle 15 e djset finale a cura di uno studente del Santa Marta.
«L’idea è stata quella di portare alberi in spazi che normalmente non vedono l’elemento vegetale, per reinventarli, per produrre uno shock visivo. Il modo in cui l’abbiamo declinata è stato un processo di
partecipazione in cui i cittadini ci hanno restituito cosa pensavano di questa cosa. E ci siamo resi conto che la cosa avrebbe avuto senso solo se avesse prodotto una trasformazione reale definitiva della città e così accade perché le 100 piante che partono sabato e che a ottobre saranno collocate al Santa Marta», ha sottolineato Gambini.