L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE PRAIESE HA DECISO DI ABBATTERE UN GIGANTESCO PIOPPO CON MOLTA LEGGEREZZA. NOVE ANNI FA, ERA STATA AVVIATA LA PROCEDURA DI RICONOSCIMENTO DELLA MONUMENTALITÀ
Praia a Mare è una bella cittadina dell’Alto Tirreno cosentino, teatro, nei giorni scorsi, di un vero e proprio misfatto. L’amministrazione comunale, infatti, ha abbattuto un pioppo di oltre 170 anni, diventato il simbolo del paese.
Ma c’è di più: il pioppo era in procinto di essere dichiarato albero monumentale. Purtroppo, nemmeno questa richiesta di riconoscimento è servita a impedire alle motoseghe di fare a pezzi un gigante del verde pubblico e della storia locale.
Come spesso accade, le amministrazioni comunali decidono con leggerezza e in questo modo l’Italia sta perdendo il suo patrimonio arboreo, con effetti devastanti sull’ambiente e sulla salute.
Ultimamente, la distruzione degli alberi decretata da moltissimi Comuni italiani ha assunto dimensioni inaudite, mentre intorno a noi si parla sempre più insistentemente di transizione verde.
Val la pena ricordare che è stato istituto un ministero ad hoc e che si attendono con ansia i fondi del PNRR anche per piantare alberi. Ma intanto si eliminano. Contraddizioni italiane.
Il caso di Praia a Mare è stato portato alla ribalta da Roberto Russo, musicista e ambientalista calabrese, a cui abbiamo posto alcune domande.
Un attacco sistematico al verde
Da anni documenta l’attacco sistematico al verde, perché c’è tutta questa voglia di distruzione?
«La devastazione che il verde, pubblico o privato che sia, sta subendo da parte delle amministrazioni comunali, enti di varia natura e singoli cittadini è la prova di insensibilità e ignoranza. Queste sono dure a morire nel rapporto uomo-natura. La casistica, come ben sa chi si occupa di queste faccende, è oggigiorno amplissima».
L’accanimento su Madre Natura si ripercuote maggiormente sugli alberi, parliamone
«In ogni angolo dello Stivale gli abbattimenti sono ormai fuori controllo e gli incendi boschivi sempre più estesi e persistenti. Le capitozzature sono così estreme da cambiare i connotati anche ai più imponenti e vetusti esemplari, che in molti casi diventano irriconoscibili nelle loro peculiarità. Tutto questo in barba alle più elementari regole del buon senso e ai principi scientifici legati alla fisiologia delle piante. Si ignorano volutamente sia il ciclo ossigeno-carbonio (la ben nota fotosintesi clorofilliana che molti di noi conoscono dalla scuola primaria) sia le recenti disposizioni di legge. Queste, dal marzo del 2020, regolano la gestione del verde con indicazioni precise quanto inconfutabili».
Abbattuto il simbolo di Praia a Mare
Nonostante la sua lunga militanza in questo settore, l’abbattimento del pioppo è stato per lei un episodio molto doloroso, vero?
«Non mi sono mai risparmiato, ho fatto denunce, mi sono scontrato, sono rimasto sconcertato tante volte dalle risposte e dalle azioni di chi oltraggia la natura. Ma nel novero dei disastri perpetrati ai danni del verde mancava ancora la distruzione degli alberi monumentali. Il centro di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, ha colmato questo vuoto con l’abbattimento di un esemplare vetusto di pioppo. L’albero svettava in un’area pubblica del paese dal 1850, anno in cui era stato lì piantato. Come si può immaginare, era diventato un simbolo per il ridente comune calabrese e per i suoi abitanti».
Italia Nostra: burocrazia colpevole
È stata l’associazione “Italia Nostra, Sezione Alto Tirreno Cosentino” a denunciare il taglio?
«Sì, e dietro questo abbattimento vi è un’incredibile storia fatta di inadempienze, incompetenze, ritardi e farraginosa burocrazia. Dal presidente di Italia Nostra, infatti, abbiamo appreso che per l’albero abbattuto era stata avviata, ben nove anni fa, la procedura di riconoscimento della monumentalità. Non si sa, però, per quali impedimenti non era ancora giunta a conclusione. Nel frattempo, il pioppo, sul quale non si era mai intervenuto per anni e anni, aveva subito qualche tempo fa una pesante capitozzatura. Da qui i primi segni di sofferenza che hanno portato l’amministrazione comunale di Praia a Mare a decretarne la pericolosità e a deciderne l’abbattimento. Il presidente della sezione di Italia Nostra, nel perorare la sua causa, ha affermato che l’albero non dava comunque segni di instabilità. Difatti, i solerti addetti alla motosega sembra abbiano faticato non poco per averne ragione».
L’amministrazione comunale ha detto che è tutto in regola?
«Nella immancabile ridda di botte e risposte, il comune di Praia a Mare ha affermato che tutto è stato fatto “a norma di legge”. L’abbattimento, secondo gli amministratori, è stato deciso per la salvaguardia dell’incolumità di residenti e turisti. Lo scontro sembra avere tutti i presupposti per durare nel tempo. Ma, al di là di ogni possibile causa dell’abbattimento e delle ragioni che sono alla base di questa scelta, urge una riflessione. È doloroso constatare come dagli organi competenti, in casi del genere, venga sempre preferita la strada più semplice, sbrigativa e senza appello. Quella, cioè, dell’eliminazione del problema – è il caso di dire – alla radice».
Abbattimento del pioppo, fallimento dell’uomo
L’abbattimento del pioppo è stata una perdita immane per la comunità
«Un albero monumentale, specialmente in un periodo storico come quello attuale, andrebbe tutelato, eventualmente curato e a dir poco venerato, come accade in tutta Europa. La condanna a morte di un simile esemplare rappresenta il fallimento dell’essere umano nel rapporto con il Creato. L’uomo, nella imperitura esaltazione della propria presunta superiorità, fa ancora sfoggio della sua forza bruta, a dimostrazione, come per ogni forma di violenza, della propria inadeguatezza, piccolezza e stupidità».