venerdì, Dicembre 13, 2024

Etica animale e sostenibilità ai “Colloqui di Dobbiaco”

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COSA SANNO GLI ANIMALI? AI COLLOQUI DI DOBBIACO DAL 30 SETTEMBRE AL 2 OTTOBRE SI TRATTERÀ IL BENESSERE DEGLI ANIMALI IN CORRELAZIONE CON L’AMBIENTE

Due cose mi sorprendono: l’intelligenza degli animali e la bestialità degli uomini

TRISTAN BERNARD

Nell’accademia dei Colloqui di Dobbiaco ogni anno si organizzano eventi culturali e corsi di formazione durante i quali si affrontano tematiche relative all’ambiente promuovendo progetti concreti per il futuro.


Quest’anno si parlerà del ruolo dell’etica animale nel dibattito sulla sostenibilità: da un lato coccoliamo i nostri animali domestici, dall’altro mettiamo le bistecche sulla griglia per cena.

Da un lato guardiamo fantastici film sulla natura, dall’altro sappiamo che la maggior parte degli animali da fattoria conduce una vita miserabile fino a quando non finisce nei nostri piatti.


Si analizzeranno le dinamiche del mondo animale, da come lo conosceva in passato Darwin a come lo conosce oggi Donna Haraway, per indagare sulle violente contraddizioni nel rapporto che intercorre fra uomini e animali.

I Colloqui di Dobbiaco: gli ideatori e coordinatori

Ideati nel 1985 da Hans Glauber, sociologo, artista e alpinista italiano questi eventi divennero tra i più noti in campo ambientalista per l’approccio a tematiche ambientali e la promozione di svolte ecologiche.

Dopo la scomparsa di Hans Glauber, il ruolo di “curatore” dei Colloqui di Dobbiaco è stato assunto, dapprima con l’edizione 2008, da Wolfgang Sachs e, a partire dal 2010, da Karl-Ludwig Schibel.

Sono stati affrontati diversi temi: il denaro, il benessere, il suolo, l’era solare, il turismo dolce, la sharing economy, le basi morali dell’impegno sociale ed ecologico e il Green Deal europeo.


Wolfgang Sachs accademico e ambientalista tedesco nonché autore di libri sull’ambiente e la giustizia sociale e Karl-Ludwig Schibel, sociologo e insegnate di Ecologia sociale nel dipartimento di Sociologia dell’Università di Francoforte dal 1970 fino ai primi anni Novanta coordineranno il programma della 33^ edizione.

L’argomento è poco presente nel discorso ecologico – affermano -. Il movimento ambientalista e quello per il benessere degli animali dovrebbero unire le proprie forze perché oggettivamente si tratta di una causa comune”.

Inserire il discorso animale nel progetto ambientalista titolo-tema della 33^ edizione dei Colloqui di Dobbiaco

Gli animali provano sentimenti? Hanno memoria? Sentono suoni, vedono colori che vanno oltre la nostra percezione sensoriale?
Queste sono alcune delle domande a cui si tenterà di rispondere durante i Colloqui. E ancora: l’animale ha diritti? Ma quali? Cosa sanno gli animali?

Un cambio di prospettiva per la manifestazione fondata dal sociologo Hans Glauber che negli anni ha posto l’attenzione su energia solare e mobilità elettrica, agroecologia e nutrizione, digitalizzazione e istruzione. Raramente ha dedicato un focus agli animali.  “A Dobbiaco – spiegano Wolfgang Sachs e Karl-Ludwig Schibel, non solo abbiamo detto poco su noi e gli altri animali, ma l’argomento è anche poco presente nel discorso ecologico.

In How to love animals, testo purtroppo ancora inedito in italiano, Henry Mance sostiene con urgenza che il movimento ambientalista e quello per il benessere degli animali dovrebbero unire le proprie forze perché oggettivamente si tratta di una causa comune. “Se sia veramente così, e perché questi due movimenti siano ancora così estranei l’uno all’altro, sarà al centro della nostra discussione”.

Con esperti italiani e tedeschi – tra i primi nomi confermati quello del filosofo e drammaturgo tedesco Fabian Scheidler. Autore di La fine della mega macchina: breve storia di una civiltà in fallimento, ancora inedito in Italia.

Rapporto tra uomo e animali nella storia

Il ruolo degli animali fino al XX secolo, seppur indispensabile, è stato, purtroppo subordinato all’uomo.  Da Darwin, la continuità tra il mondo umano e quello animale è stata enfatizzata. La teoria dell’evoluzione è diventata parte integrante della nostra visione del mondo. Persone, animali, piante e funghi sono da intendersi come una rete universale di vita.

Ma, recentemente, la genetica ha mostrato ciò che filosofi come Hans Jonas avevano anticipato decenni prima. Cioè caratteristiche comunemente riservate all’uomo come l’intenzionalità e il differimento della soddisfazione istintuale che si ritrovano anche nelle forme di vita più semplici. Anche la corrispondenza genetica con animali, che sembrano decisamente distanti da noi, come ad esempio i topi, arriva fino al 99%.

Il cambiamento del “ruolo” degli animali in seguito all’urbanizzazione

Spesso gli animali e gli esseri umani coabitavano sotto lo stesso tetto e condividevano persino soggiorno e camera da letto. Con la crescente urbanizzazione, per un numero sempre maggiore di persone gli animali sono diventati un’esperienza distante e allo stesso tempo hanno guadagnato un posto nella vita emotiva umana.

È noto da tempo che non sono solo le Grandi Scimmie e i delfini a comportarsi in modo intelligente; anche uccelli, polpi e insetti mostrano un tale comportamento. È un’esperienza quotidiana che gli animali provano dei sentimenti, lo sguardo fedele del cane è proverbiale.

Gli scienziati trovano prove di una vita interiore in creature aliene che si sono sviluppate su rami più distanti dell’albero della vita: uccelli, insetti e persino microrganismi. Insomma, la natura, e con essa gli animali in particolare, ha uno scopo in sé e non solo un’utilità per l’uomo. Gli animali hanno dei diritti, quali, è controverso. Animali come noi ma schiavi di una società che li ha resi preda dell’urbanizzazione.

Numero verde ONA

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