RACCOLTA DI QUATTORDICI “SCRITTI PER LA SALUTE DELLA TERRA”, DI ALDO LEOPOLD. DOVE PER TERRA LO SCRITTORE INTENDE IL SUOLO, L’ACQUA, GLI ANIMALI LA VEGETAZIONE.
“E quando la brezza del crepuscolo soffia tra i campi di cotone e la luce argentea ammanta il vecchio fiume che avanza delicatamente tra i suoi larghi e bruni banchi di sabbia, cosa sarebbe tutto questo se non ci fosse più l’armonia d’oche?”
Si presenta così la raccolta di “Scritti per la salute della terra”, di Aldo Leopold, pubblicata da Piano B Edizioni. Nel testo, lo scrittore per terra intende il suolo, l’acqua, gli animali, la vegetazione.
Nei quattordici scritti inediti di “Tutto ciò che è libero e selvaggio”, l’autore enfatizza l’ipotesi che per salvaguardare e tutelare la natura è necessario sviluppare un’etica della Terra.
Aldo Leopold, di Burlington, Iowa, USA, classe 1887, è stato guardaboschi, ambientalista, filosofo e scrittore.
La sua etica della Terra e la sua filosofia della wilderness rappresentano ancora oggi un punto di riferimento del moderno movimento ambientalista.
“Spero di lasciare loro in eredità una buona salute un’educazione e, spero, anche delle competenze. Ma a cosa servirà se non ci saranno più cervi o quaglie tra i boschi?… se non ci fosse più l’armonia d’oche?”. Scrive Leopold, dalla sua casa in mezzo alla foresta e vicino ai laghi del Wisconsin, parlando dei suoi figli, nel capitolo “Armonia d’Oche”.
Nella foto Aldo Leopold con il suo cane Flick. Collezione Università del Wisconsin, 1936.
Leopold si è ispirato al pensiero dei primi naturalisti quali Ralph Waldo Emerson, John Burroughs e del poeta Walt Whitman. Secondo i tre, l’uomo è entrato in conflitto con la natura quando questo l’ha tradita e soggiogata con tecniche aggressive e violente.
Né rivale né padrone ma alleato della natura
La speranza di Leopold, la sua etica della terra, è che l’uomo possa ristabilire un rapporto armonioso con la natura.
E per farlo, l’umanità deve passare dalla concezione di conquistatrice della Terra allo stato di semplice membro e cittadino della Casa Terra.
L’appello di Aldo Leopold alla salvaguardia e alla tutela della natura è racchiuso in “Pensare come una montagna. A Sand County Almanac”, considerato il suo capolavoro.
Negli anni Venti, insieme con Arthur Carhart getta le basi di quello che diverrà, nel 1964, il “Wilderness Act”. Grazie a questo documento, le aree di natura incontaminata saranno sottratte allo sviluppo urbanistico e quindi protette.
Nel Wisconsin Leopold studia, per lavoro, l’erosione e la degradazione del suolo. Pertanto, egli scrive, “l’applicazione di buone pratiche di agronomia, silvicoltura, controllo delle erosioni e delle esondazioni, gestione dei pascoli e della flora e della fauna selvatica, ci permetterà di ottenere il raggiungimento della stabilità”.
“L’unica terra in grado di assicurare una redditività perenne è una terra sana”, scrive nel paragrafo dedicato all’”Estetica”, nel capitolo “Concetti di salute della Terra e conservazione”.
Ma, aggiunge in seguito, se la civilizzazione è stata possibile grazie a “una determinata soglia minima di densità”, superando questo livello di densità umana, si verifica “un annullamento dei benefici e una progressiva instabilità dei meccanismi naturali”.
Preservare la terra è stato il leitmotiv della vita di Leopold sino agli ultimi istanti. L’ambientalista ha sempre immaginato la vita sul pianeta come un insieme di popolazioni animali e vegetali che vivono e interagiscono fra loro in uno stesso ambiente. “Una comunità biotica, rigogliosa e fertile”.
“Chi è la terra?”, Leopold pose in maniera enfatica la domanda nel 1942.
“Siamo noi e, nondimeno, lo è il più insignificante dei fiori accarezzati dal vento”.