NUOVE EVIDENZE SCEIENTIFICHE SUGGERISCONO DANNI ALLA SALUTE NEI GIOVANI CHE ASUMONO CANNABIS E RIVELANO EFFETTI CARDIOVASCOLARI TRA GLI UNDER 50
La cannabis: da sostanza ricreativa a rischio clinico concreto
Per lungo tempo, il dibattito sull’uso della cannabis si è concentrato quasi esclusivamente sui suoi effetti neuropsichiatrici, spesso sottovalutati o addirittura banalizzati nell’opinione pubblica.
Tuttavia, nuovi dati scientifici pongono ora l’accento su un altro aspetto cruciale: il legame diretto tra consumo di cannabis e gravi malattie cardiovascolari, inclusi infarti, ictus e aritmie, anche nei giovani adulti apparentemente sani.
Lo conferma il vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Stefano De Lillo, facendo riferimento a una serie di studi recenti condotti negli Stati Uniti, che non lasciano spazio a interpretazioni ambigue.
Gli studi americani: un rischio sei volte maggiore di infarto
Le evidenze presentate al congresso dell’American College of Cardiology (marzo 2025) e pubblicate su riviste come JACC Advances e Journal of American Heart Association parlano chiaro. Le persone sotto i 50 anni che consumano cannabis hanno fino a sei volte più probabilità di avere un infarto rispetto ai non consumatori.
Anche un uso sporadico risulta pericoloso, aumentando il rischio di eventi ischemici del 25% e quello di ictus del 42%. Il pericolo è più marcato negli uomini sotto i 55 anni e nelle donne sotto i 65, evidenziando come la giovinezza e l’apparente buona salute non offrano protezione.

Cannabis terapeutica e fibrillazione atriale: un’ulteriore allerta
Un’altra ricerca condotta in Europa, pubblicata sull’European Heart Journal, ha sollevato preoccupazioni persino per l’uso terapeutico della cannabis. I pazienti trattati con cannabinoidi a scopo medico hanno mostrato un rischio doppio di sviluppare fibrillazione atriale rispetto a coloro che non ne fanno uso.
Questa condizione, oltre a compromettere la funzionalità cardiaca, è strettamente correlata all’insorgenza di ictus cerebrali. Anche in ambito clinico, dunque, è necessaria un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi legati all’assunzione di cannabinoidi.
Un impegno per la prevenzione: la risposta dell’Ordine dei Medici di Roma
L’Ordine dei Medici di Roma ha risposto a questi allarmi con la creazione di una Commissione per la prevenzione delle dipendenze, rivolta in particolare agli adolescenti. L’obiettivo è quello di sensibilizzare giovani, famiglie e insegnanti attraverso programmi educativi nelle scuole, nei centri sportivi e negli oratori.
De Lillo sottolinea l’importanza di coinvolgere l’intera comunità -medici, media, istituzioni e cittadini – per smettere di considerare “leggera” una sostanza che, alla luce delle attuali conoscenze, può causare danni gravi e permanenti.