martedì, Febbraio 11, 2025

Analizzare il rapporto tra società e oceano. Innovativa ricerca pilota della Sapienza Università di Roma

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LA SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA – DIPARTIMENTO MEMOTEF, IN COLLABORAZIONE CON RAW-NEW, PROMUOVE IL “COLLABORATORIUM FOR SOCIO-ENVIRONMENTAL ANALYSIS OF THE OCEAN”. L’INNOVATIVA RICERCA PILOTA SI CONCENTRERÀ SULLE ACQUE COSTIERE DI ANZIO (ROMA), A PARTIRE DA FEBBRAIO 2025

Il legame tra società umana e oceano è profondo e vitale, ma al contempo minacciato da dinamiche che rischiano di compromettere l’equilibrio dell’intero ecosistema marino. Le acque costiere, in particolare, rappresentano uno dei punti di maggiore interazione e conflitto tra attività antropiche e ambiente naturale, evidenziando criticità di natura socio-ambientale che richiedono interventi urgenti.

Da febbraio 2025 prenderà ufficialmente il via il “Collaboratorium for Socio-Environmental Analysis of the Ocean”, un progetto innovativo promosso dalla Sapienza Università di Roma – Dipartimento Memotef, in collaborazione con la società britannica di video-documentazione indipendente Raw-News.

Il Collaboratorium mira a sviluppare una metodologia dedicata, riproducibile e scalabile per analizzare il rapporto tra società e oceano, focalizzandosi sulle principali problematiche socio-ambientali che affliggono le acque costiere.

La sperimentazione pilota si concentrerà sulle acque costiere di Anzio (Roma, Italia) e durerà undici mesi, da febbraio a dicembre 2025. Il progetto coinvolgerà istituzioni e comunità locali, includendo amministrazioni, professionisti del mare, associazioni ambientali, culturali e sociali, scuole, partner industriali, negozi e servizi turistici, oltre a esperti nazionali e internazionali in scienze sociali e ambientali.

plastica oceano
Le microplastiche si accumulano nei tessuti degli organismi marini e raggiungono le tavole, sollevando gravi preoccupazioni per la salute pubblica

Esplorare il legame tra società e mare

Il team di ricerca della Sapienza documenterà le principali emergenze ambientali, come l’inquinamento da plastica nel Golfo di Anzio, utilizzando interviste con attori chiave, analisi di campo, elaborazioni socio-geografiche e reportage video-fotografici, sia in mare aperto che sott’acqua. L’obiettivo è esplorare il legame tra società e mare per affrontare le problematiche ambientali e reinterpretare il senso di appartenenza comune all’oceano.

La ricerca analizzerà come le comunità costiere percepiscono e vivono il cambiamento degli oceani invasi dall’inquinamento da plastica. Un problema che contamina l’acqua, danneggia la fauna marina e compromette la salute umana attraverso la catena alimentare. Le microplastiche, in particolare, si accumulano nei tessuti degli organismi marini e raggiungono le tavole, sollevando gravi preoccupazioni per la salute pubblica.

Il progetto è guidato da Chiara Certomà della Sapienza Università di Roma – Dipartimento Memotef, con il supporto degli assegnisti di ricerca Caterina Pozzobon e Luca Bertocci, e in partnership con Federico Fornaro, direttore di Raw-News e il water photographer Giuseppe Lupinacci.

Le attività includono collaborazioni con una rete internazionale di studiosi, attivisti e istituzioni, come U.N. Ocean Decade Action, Marine Social Science Network, SAP&O Science+Art+Participation in&about the Ocean, Bremen Ocean World From Outside In, il progetto europeo PartArt4OW e il progetto TidalArts.

Rafforzare il legame emotivo tra società e mare

Il progetto CO>SEA, promosso dal Collaboratorium, affronta le sfide globali dell’oceano, tra cui l’aumento delle temperature, la tropicalizzazione, l’acidificazione, la perdita di ossigeno e le molteplici forme di inquinamento. Questo approccio non si limita alla documentazione dei cambiamenti in corso, ma propone soluzioni tecniche e strategie di governance innovative.

CO>SEA punta a rafforzare il legame emotivo tra società e mare, promuovendo una relazione affettiva e responsabile verso l’oceano. Utilizzando metodologie partecipative e di ricerca visiva, il progetto mira a ridefinire l’impegno collettivo per la tutela del patrimonio marino globale.

Il Sailing Lab e la ricerca-azione partecipativa offerta ai cittadini

CO>SEA prevede la creazione di un gruppo interdisciplinare, intersettoriale e internazionale, consolidando un nuovo campo di analisi denominato “SeaPaCS” (Marine Social Geography e Ricerca Visuale). Questo approccio integra le Marine Social Sciences e gli Studi Critici sull’Oceano con metodologie di ricerca-azione partecipativa e visuale, come reportage e video-documentari.

Una delle principali innovazioni è il Sailing Lab, un laboratorio galleggiante che attrezza una barca a vela con strumenti come la rete L.A.D.I. (Low-cost Aquatic Debris Instrument) per il campionamento di microplastiche, dispositivi per la ricerca etnografica marina e un approccio carbon-zero. Il Sailing Lab offre ai cittadini l’opportunità di vivere la ricerca sull’oceano, partecipare alla documentazione visiva e creare connessioni tra le comunità costiere. Questa piattaforma supporta ricerche transdisciplinari, settimane di formazione, workshop interattivi e iniziative di sensibilizzazione per promuovere l’ocean literacy and citizenship.

Un punto di riferimento per la documentazione e la ricerca oceanica

Nel lungo termine, il Sailing Lab ambisce a diventare un punto di riferimento per la documentazione e la ricerca oceanica, contribuendo a sviluppare una nuova consapevolezza collettiva per la protezione degli oceani.

Il supporto del Premio Europeo per la Citizen Science 2024 e il team di ricerca

La ricerca è realizzata dal team del progetto Europeo SeaPaCS. Scienza partecipativa contro l’inquinamento marino, realizzato ad Anzio nel 2023 e finanziato dal programma europeo IMPETUS4CS – Horizon Europe, che ha ricevuto nel 2024 il prestigioso premio Unione Europea Citizen Science Prize 2024Diversity & Collaboration Award, durante il Festival Internazionale “Ars, Technology and Society 2024” della società internazionale ArsElectronica di Linz (Austria).

Numero verde ONA

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