mercoledì, Gennaio 22, 2025

Amianto: un’emergenza collettiva tra passato e futuro

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L’AMIANTO CONTINUA A RAPPRESENTARE UN’EMERGENZA SANITARIA E SOCIALE, COLPENDO INTERE COMUNITÀ. QUESTO TEMA È STATO AL CENTRO DI UNA DISCUSSIONE INTERDISCIPLINARE, CON ESPERTI CHE HANNO SOTTOLINEATO L’IMPORTANZA DI UN IMPEGNO COLLETTIVO PER AFFRONTARE LE SUE DEVASTANTI CONSEGUENZE

Esposto all’amianto: la Corte d’Appello di Firenze riconosce il diritto di un lavoratore a un incremento sulla pensione

A quasi 80 anni, un ex dipendente della Società Chimica Larderello ha ottenuto una sentenza favorevole contro l’INPS, che dovrà adeguare la sua pensione. Questo lavoratore ha prestato servizio per 15 anni come operatore chimico di impianto nella storica fabbrica, fondata nel 1818 nella frazione di Larderello (Pisa). Durante il suo incarico, si occupava anche di piccoli interventi di manutenzione. 

Secondo una nota diffusa dall’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), l’amianto infestava ogni angolo dell’azienda. Era presente nei rivestimenti delle pareti, nel tetto in eternit, nelle guarnizioni delle condutture e nei rivestimenti di bruciatori e silos di stoccaggio.

Questa situazione è stata confermata dal consulente tecnico ambientale incaricato dalla Corte d’Appello di Firenze. Il perito ha stabilito che tutti i lavoratori erano esposti alla fibra killer, spesso in concentrazioni superiori ai limiti legali. L’anziano ex dipendente, in particolare, ha subìto un’esposizione prolungata e intensa. 

La Corte d’Appello di Firenze, ribaltando il precedente giudizio del Tribunale di Pisa, ha riconosciuto il diritto del lavoratore a un incremento di 400 euro sulla pensione. Questo verdetto ha acceso i riflettori su una tragedia che continua a colpire molti operai della fabbrica. 

«Assistiamo con sgomento all’escalation delle morti violente sul lavoro – afferma l’avvocato difensore Ezio Bonanni, presidente dell’ONA -. Oltre alla tragica vicenda di Calenzano vorrei ricordare che in Toscana ci sono anche centinaia di morti di amianto e uno degli epicentri è proprio l’uso dell’asbesto nel centro geotermoelettrico di Larderello».

Morti da amianto: cifre spaventose

Dal 1990 a oggi, oltre 200 lavoratori della Società Chimica Larderello sono morti per mesotelioma, tumore al polmone e altre patologie legate all’amianto. Questa “strage silenziosa” è stata documentata da numerose sentenze di condanna. 

Il numero di decessi per patologie asbesto-correlate a Larderello raggiunge cifre impressionanti, evidenziando una vera e propria emergenza sanitaria. Questa drammatica realtà trova ulteriore conferma nella recente pubblicazione dell’Istituto Superiore di Sanità. Il Rapporto Istisan, che analizza l’impatto dell’amianto sulla mortalità in Italia dal 2010 al 2020, offre dati sconvolgenti che accendono i riflettori su una tragedia ancora troppo sottovalutata. 

Secondo questo rapporto, tra il 2010 e il 2020, ogni anno in Italia sono decedute per mesotelioma in media 1545 persone, di cui 1116 uomini e 429 donne. Nel mondo si parla di 200mila decessi l’anno. Secondo le cifre registrate dall’ONA, che tengono conto di tutte le infermità causate dall’amianto, invece in Italia il numero dei decessi salirebbe a circa 2mila unità l’anno.

Una riflessione sulla portata del problema amianto e sulle possibili soluzioni

Proprio su queste premesse si è basato il nuovo incontro di approfondimento organizzato dall’ONA, che ha scelto il Rapporto Istisan come tema centrale per riflettere sulla portata del problema e sulle possibili soluzioni. 

Nel nostro Paese, chiarisce l’avv. Bonanni, rimangono oltre 40milioni di tonnellate di amianto da smaltire, una quantità impressionante che sottolinea la gravità della situazione. Numerosi siti a livello nazionale presentano ancora coperture in amianto e non sono stati messi in sicurezza, rappresentando un rischio concreto per la salute pubblica. 

Come sottolinea il presidente ONA, il problema riguarda anche 1.500 chilometri di tubature che contengono fibre di amianto. A questo si aggiungono scuole e circa 500 ospedali che necessitano di interventi di bonifica totale. 

Nonostante si parli di possibili miglioramenti futuri, questa situazione resta una vera e propria emergenza sanitaria e ambientale che richiede interventi tempestivi e risolutivi. 

Bonanni, a questo proposito, ha anche sottolineato l’impatto sociale ed economico delle morti causate dalla fibra killer: «La perdita di un lavoratore non è solo una tragedia personale – ha detto – ma destabilizza intere famiglie, creando conseguenze economiche devastanti. Le istituzioni non possono continuare a ignorare questa realtà».

Una liaison tra vittime, danni da amianto e criminologia

All’incontro è intervenuta la d.sa Melissa Trombetta, criminologa. Dall’analisi degli avvenimenti, si può accostare l’amianto alla criminologia a causa della negligenza adottata da tutti e ovunque, dagli enti pubblici, dalle aziende, nelle scuole, ovunque!

“La criminologia – è stato detto – oggi riesce, con i crimini ambientali, a prevedere tutte quelle attività che compromettono in qualche modo sia l’ecosistema che tutti gli esseri umani. Ed è purtroppo un deterioramento che si avrà per lungo tempo; non si tratta di una cosa che finisce nel breve”.

In ambito criminologico, si distinguono due principali categorie: i crimini legati all’inquinamento e all’esposizione ambientale, e i crimini societari. Questi ultimi si verificano quando le aziende omettono di adottare le misure necessarie per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. 

La criminologa Melissa Trombetta ha quindi spiegato come la sua disciplina possa contribuire alla prevenzione: «Analizzando i modelli di negligenza e individuando le responsabilità, possiamo proporre soluzioni che prevengano futuri disastri. Lavoriamo per sensibilizzare e formare sia i datori di lavoro sia i lavoratori stessi».

Emergenza amianto: l’impegno dell’Osservatorio Nazionale Amianto

All’interno dello studio legale Bonanni, il team si impegna proprio su questo fronte, lavorando attivamente per garantire prevenzione e protezione a coloro che operano in ambienti a rischio.

L’aspetto cruciale è la prevenzione. Diventa fondamentale sensibilizzare e informare su ciò che dovrebbe essere fatto all’interno delle aziende, nei luoghi di lavoro e nelle scuole per garantire bonifiche efficaci. 

Uno dei principali ostacoli è rappresentato dagli elevati costi di smaltimento, che spesso contribuiscono alla dispersione dell’amianto. Questo problema, aggravato dalla negligenza, richiede interventi decisi per proteggere la salute pubblica e l’ambiente. 

Il profitto prevale sulla tutela della salute pubblica

«L’amianto è il simbolo di una società che, troppo spesso, ha sacrificato la salute pubblica sull’altare del profitto – ha affermato Bonanni -. La mia battaglia non si ferma alla giustizia penale o civile: si estende alla sensibilizzazione, alla prevenzione e alla protezione delle future generazioni».

Il profitto di pochi ha spesso prevalso sulla tutela della salute pubblica. L’amianto, ne è un esempio emblematico: nella società tecnologica moderna, l’introduzione di materiali o elementi nocivi non colpisce solo il singolo, ma ha ripercussioni sull’intera collettività. Questo fenomeno sottolinea l’urgenza di bilanciare innovazione e sicurezza, mettendo al centro la protezione della salute collettiva.

Il crimine ambientale coinvolge intere comunità

Esempi emblematici come Casale Monferrato o l’Ilva di Taranto dimostrano come l’impatto del “Big killer” colpisca intere comunità. Questi luoghi, così come Broni e altri cluster simili, rappresentano una tragedia che non si limita ai lavoratori direttamente coinvolti. Non sono state colpite solo le mogli che lavavano le tute contaminate dei mariti, ma anche i familiari, i figli e, di riflesso, l’intera società. 

A Casale Monferrato, nonostante la chiusura dello stabilimento da oltre 40 anni, si continua a morire. E, purtroppo, questa scia di morte non si arresta: dopo gli operai, le loro mogli e in alcuni casi i figli, il rischio si estende ancora al futuro. Questo scenario evidenzia la portata devastante e duratura dell’amianto, un problema che richiede interventi urgenti e decisivi.

Adottare un approccio interdisciplinare nella lotta contro l’amianto

Oltre all’avv. Ezio Bonanni e alla criminologa Melissa Trombetta, sono intervenuti alla tavola rotonda anche il medico legale Arturo Cianciosi, la dottoressa Anna Pasotti, coordinatrice ONA Lombardia in collegamento da Brescia e l’avvocato Guerrino Petillo, professore e direttore scientifico al master di marketing legale all’Università Unint di Roma.

Tutti i relatori hanno sottolineato l’importanza cruciale di adottare un approccio interdisciplinare nella lotta contro l’amianto. Ogni figura professionale, dal medico legale all’avvocato, dall’ingegnere al criminologo, contribuisce con competenze specifiche e complementari. Collaborare significa creare una rete integrata e solida, in grado di affrontare la complessità di un problema che richiede visioni e soluzioni trasversali.

«La giustizia non si raggiunge con l’azione di una singola disciplina – ha evidenziato Bonanni -. Serve il contributo di tutti, dalla ricerca scientifica alla giurisprudenza, dalla criminologia alla medicina».

L’evento ha messo in luce come l’amianto rappresenti molto più di una questione tecnica o giuridica: è un’emergenza che tocca ogni aspetto della società.

«Non possiamo aspettare che sia troppo tardi – ha sintetizzato con efficacia lo spirito dell’incontro Bonanni -. La nostra battaglia è per il futuro, per un mondo libero dall’amianto, dove la dignità e i diritti umani siano davvero al centro di ogni decisione».

Numero verde ONA

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