IL RAPPORTO PUBBLICATO DA UNICEF E OMS METTE IN LUCE UNA REALTÀ PREOCCUPANTE: NEL MONDO CI SONO CIRCA DUE MILIARDI DI PERSONE SVANTAGGIATE PERCHÉ NON HANNO UGUALE ACCESSO ALL’ACQUA
Una persona su quattro nel mondo – circa 2,2 miliardi di persone – non ha acqua potabile a casa e nella stessa misura c’è chi non può lavarsi le mani con acqua e sapone. Mentre 3,4 miliardi di persone – 2 su 5 – non hanno impianti igienici gestiti in modo sicuro.
Lo dice il Rapporto Progress on household drinking water, sanitation and hygiene (WASH) 2000-2022: Special focus on gender, pubblicato da UNICEF e OMS.
«Gli ultimi dati dell’OMS mostrano una triste realtà: 1,4 milioni di vite si perdono ogni anno a causa di acqua e servizi igienici inadeguati», ha dichiarato Maria Neira, Direttore OMS per il Dipartimento Ambiente, Cambiamento Climatico e Salute.
Acqua e genere, ragazze in svantaggio
Anche il genere conta nella disuguaglianza per l’acqua. Infatti “a livello globale – spiega l’Unicef – le donne hanno maggiori probabilità di essere responsabili della raccolta dell’acqua per le famiglie, mentre le ragazze hanno una probabilità quasi doppia rispetto ai ragazzi di assumersi questa responsabilità e di dedicare quotidianamente un tempo maggiore a questa attività“.
Le donne e le ragazze dai 15 anni in su sono le principali responsabili per la raccolta dell’acqua in 7 famiglie su 10. E “nella maggior parte dei casi, ragazze e donne affrontano viaggi più lunghi per raccoglierla, perdendo tempo per l’istruzione, il lavoro e il tempo libero ed esponendosi a rischio di lesioni fisiche e pericoli durante il tragitto“.
L’influenza sulla salute e sulla sicurezza delle donne
Spiega inoltre l’UNICEF che servizi idrici inadeguati aumentano i rischi per la salute di donne e ragazze. Limita, inoltre, la loro capacità di gestire in modo sicuro e privato il ciclo mestruale. “Tra i 51 Paesi con dati disponibili, le donne e le adolescenti delle famiglie più povere e quelle con disabilità hanno le maggiori probabilità di non avere un luogo privato dove lavarsi e cambiarsi“.
«Le donne e le ragazze non solo devono affrontare le malattie infettive legate ai sistemi idrici e igienici, come la diarrea e le infezioni respiratorie acute, ma devono anche affrontare ulteriori rischi per la salute perché sono vulnerabili alle molestie, alla violenza e alle lesioni quando devono uscire di casa per trasportare l’acqua o semplicemente per usare il bagno». A spiegarlo è Cecilia Sharp, Direttore UNICEF per i servizi idrici e igienici e la Riduzione del rischio climatico, ambientale, energetico e dei disastri.
«Acqua, bagni e impianti per lavare le mani non sicuri a casa privano le bambine del loro potenziale, compromettono il loro benessere e perpetuano i cicli di povertà. Rispondere alle esigenze delle bambine nella progettazione e nell’implementazione dei programmi per i servizi idrici e igienici è fondamentale per raggiungere l’accesso universale all’acqua e ai servizi igienici e per raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment».