DAL RECENTE “RAPPORTO RIFIUTI URBANI” DELL’ISPRA, EDIZIONE 2022, EMERGE L’AUMENTO DELLA PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI E DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA IN TUTTA LA PENISOLA. È SEMPRE PIÙ NECESSARIO POTENZIARE IL RICICLO E DIMEZZARE IL CONFERIMENTO IN DISCARICA
In Italia si è verificato un netto aumento della produzione di rifiuti urbani nel 2021. Aumento che può essere attribuito alla ripresa del pendolarismo e al ritorno del turismo dopo lo stop causato dalla pandemia.
L’incremento tra il 2020 e il 2021 è risultato ancora più alto della media nazionale nei comuni con popolazione residente oltre i 200mila abitanti. La crescita, tuttavia, appare inferiore a quella del PIL e dei consumi delle famiglie (rispettivamente 6,7% e 5,3%).
È quanto certifica il Rapporto Rifiuti Urbani dell’Ispra, che ha anche analizzato i risultati della raccolta differenziata. I livelli più elevati sono stati riscontrati nella provincia di Treviso, che nel 2021 ha raggiunto l’88,6%.
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2021, aumentata la quota di rifiuti organici avviati al trattamento
La spinta della differenziata ha determinato negli anni una crescente richiesta di nuovi impianti di trattamento, soprattutto per la frazione organica. Non tutte le regioni, però, dispongono di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti.
Nel 2021, la quota dei rifiuti organici avviati al trattamento è aumentata di 190mila tonnellate, pari al 2,9%. Oltre la metà degli impianti operativi per la gestione dei rifiuti (657 in tutta Italia) si occupa di trattare questa frazione.
Nell’ultimo decennio, il ricorso alla discarica si è ridotto del 52%. Occorre, tuttavia, dimezzare in tempi brevi questa forma di smaltimento che riguarda quasi 5,6milioni di tonnellate di rifiuti urbani (il 19% dei rifiuti prodotti).
Il problema imballaggi
Particolare attenzione da parte dell’Europa è rivolta agli imballaggi e ai rifiuti da imballaggio, con ambiziosi obiettivi di riciclaggio al 2025 e al 2030. Con l’applicazione delle nuove metodologie di calcolo, gli obiettivi previsti per il 2025 sono stati già raggiunti per le frazioni di imballaggio, eccetto la plastica.
È necessario incrementare il riciclaggio di quest’ultima, pari al 47%, per raggiungere l’obiettivo del 50%, intervenendo con nuove tecnologie di trattamento.
Rifiuti urbani esportati
Nel 2021, i rifiuti urbani esportati sono risultati tre volte superiori a quelli importati. L’Italia ne ha portati fuori 659mila tonnellate, mentre l’import è stato di 219mila. Campania e Lazio sono le due regioni che hanno esportato maggiormente i propri quantitativi.
Austria, Portogallo e Spagna i Paesi dove abbiamo destinato più rifiuti urbani. Il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani è pari a 194,5 euro/abitante, in aumento di 8,9 euro ad abitante. I costi più elevati si rilevano al Centro, con 230,7 euro/abitante, segue il Sud con 202,3 euro/abitante, mentre al Nord il costo è pari a 174,6 euro/abitante.
Oltre due miliardi di euro per la gestione dei rifiuti e per progetti innovativi
Sul fronte del PNRR, il 2021 è stato l’anno della prima attuazione del Piano. Ciò grazie all’adozione delle riforme strutturali associate alla missione transizione verde ed economia circolare.
L’obiettivo è dotare tutto il Paese di una rete omogenea di impianti di trattamento e riciclo dei rifiuti, colmando il divario fra Nord e Centrosud. Per raggiungere al più presto questo scopo, si devono ridurre i conferimenti in discarica.
Sono pronti 2,1miliardi di euro da destinare a due linee di investimento. La prima riguarda l’attività di gestione dei rifiuti (1,5miliardi), la seconda progetti innovativi di economia circolare (600milioni). Ispra è impegnata nell’attività di selezione dei progetti.
Tutti i dati del Rapporto nel dettaglio, sono pubblicati e scaricabili dal sito del Catasto Nazionale dei Rifiuti.