sabato, Novembre 8, 2025

Il terremoto di Norcia: il film in 4K a nove anni dal sisma

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NEL 2016, L’ITALIA CENTRALE FU SCONVOLTA DA UNA DRAMMATICA SEQUENZA SISMICA CHE COLPÌ INTERI BORGHI E CITTÀ, PROVOCANDO VITTIME, FERITI E MIGLIAIA DI SFOLLATI. NOVE ANNI DOPO, “IL TERREMOTO DI NORCIA” IL DOCUMENTARIO DI ANDREA SBARRETTI RACCONTA IL TERREMOTO CON IMMAGINI IN ALTISSIMA DEFINIZIONE, CONSERVANDO LA MEMORIA DELLE PERSONE E DEI LUOGHI SEGNATI DAL SISMA

Cosa è successo

Nel 2016 una serie di scosse devastanti colpì Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche. Il 24 agosto, alle 3:36, una scossa di magnitudo 6.0 distrusse Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e altri borghi, causando centinaia di morti. A Norcia si registrarono diversi crolli, ma fortunatamente senza vittime.

Due potenti repliche tornarono a tuonare il 26 ottobre 2016, con epicentri al confine umbro-marchigiano tra i comuni di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera (magnitudo 5.4 e 5.9). Il 30 ottobre, alle 7:40, una scossa di magnitudo 6.5 colpì Ancarano e Castelluccio di Norcia. Campi di Norcia, San Pellegrino di Norcia e Nottoria furono completamente distrutte e restano tutt’oggi cumuli di macerie.

«La sequenza sismica del 2016–2017 – sottolinea il geologo Vincent Ottaviani è stata una delle più complesse e distruttive mai registrate in Italia. Ha dimostrato quanto l’Appennino centrale sia un’area fragile e fortemente sismica, e ci ricorda che la prevenzione deve essere una priorità nazionale».

Terremoto-LAquila

Un documentario per non dimenticare

Per ricordare questi eventi e i loro effetti, dal 24 agosto è disponibile il film documentario di Andrea Sbarretti “Il terremoto di Norcia” in versione integrale di 75 minuti e in 4K.

«Attraverso immagini in altissima definizione, il racconto testimonia le difficoltà burocratiche della ricostruzione delle case, ma soprattutto le problematiche per il mantenimento del tessuto sociale». Sono le parole del regista, Andrea Sbarretti.

«È un cinema del reale, senza retorica, senza domande, registrando la vita così come appare davanti alla macchina da presa» aggiunge Vincent Ottaviani.

Cosa ci ha insegnato il sisma

Vincent Ottaviani, geologo

Secondo Ottaviani, la lezione più importante è duplice: «Dal punto di vista geologico abbiamo compreso che non è sempre possibile ricostruire dov’era, com’era. Alcune aree, attraversate da faglie attive o soggette a frane e liquefazioni, richiedono delocalizzazione e soluzioni innovative. Dal punto di vista umano, invece, abbiamo capito che la ricostruzione non può limitarsi alle case: deve restituire identità, coesione sociale e prospettive di futuro alle comunità locali».

Riflessioni a quasi un decennio dal sisma

L’impegno delle strutture preposte alla ricostruzione è stato costante ma lento, ostacolato da norme complesse, pandemia, crisi internazionali e difficoltà nel reperimento di materiali e manodopera.

«Negli ultimi anni – afferma Ottaviani – si è vista un’accelerazione grazie a procedure più snelle e alla volontà politica di superare la frammentazione normativa. Tuttavia, la vera sfida rimane quella di conciliare la sicurezza con il rilancio socio-economico dei territori, contrastando lo spopolamento delle aree interne».

Prevenzione: una priorità nazionale

Ottaviani insiste molto sul tema della prevenzione: «Non possiamo più limitarci a intervenire dopo le tragedie. Serve un Piano nazionale per la riduzione del rischio sismico che imponga verifiche strutturali sugli edifici pubblici strategici e incentivi forti per il miglioramento del patrimonio residenziale privato. È l’unico modo per salvare vite e ridurre i danni economici, enormi e ricorrenti».

Numero verde ONA

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