NEL CUORE DELLE LANGHE, IL VETERINARIO MASSIMO VACCHETTA HA CREATO IL PRIMO OSPEDALE PER RICCI IN EUROPA, UN PROGETTO CHE UNISCE AMORE PER GLI ANIMALI E DIFESA DELL’AMBIENTE. NEL SUO NUOVO FUMETTO “75 KG DI FELICITÀ”, RACCONTA QUESTA MISSIONE E SENSIBILIZZA I LETTORI SULLA PROTEZIONE DEI RICCI, SPECIE MINACCIATA DALLA CRISI AMBIENTALE. IL PROGETTO VEDE LA COLLABORAZIONE DI GRANDI NOMI COME IL CHITARRISTA DEI QUEEN, BRIAN MAY, E IL DISEGNATORE BRUNO BOZZETTO
La storia di Massimo Vacchetta e la nascita del Centro recupero ricci “La Ninna”
Il progetto del Centro La Ninna nasce nel 2014 quando Massimo Vacchetta, esperto in buiatria (specializzazione della medicina veterinaria che si concentra sulla cura, la prevenzione delle malattie e il miglioramento della salute di bovini e altri ruminanti), trova un piccolo riccio orfano di appena 25 grammi. Quest’incontro lo porta a una svolta nella sua vita, ispirandolo a dedicarsi al salvataggio di questi piccoli mammiferi. Oggi, il Centro è un riferimento in Italia per la cura dei ricci: accoglie ogni anno circa 400 esemplari tra feriti dai veicoli, avvelenati da pesticidi, malati o abbandonati.
Qui, gli operatori lavorano per riabilitare i ricci in difficoltà, curandoli con attenzione per reinserirli nel loro habitat naturale una volta guariti. Tuttavia, alcuni, a causa delle loro condizioni fisiche, restano al centro per sempre, trovando lì un rifugio sicuro in cui vivere protetti e assistiti.
Ma c’è di più. Le attività della Ninna si estendendo anche alla sensibilizzazione, con progetti didattici e un evento, il Riccio Day, volto a raccogliere fondi per la costruzione del primo ospedale dedicato a questi animali.
“75 kg di felicità”: un libro che cambia prospettiva
Nel nuovo fumetto, Vacchetta e l’illustratrice Roberta Morucci (classe 1971) riprendono la storia del bestseller “25 grammi di felicità” – il primo libro che racconta l’incontro tra il veterinario e il riccio Ninna – ma con una prospettiva inedita: è Ninna stessa a narrare.
Questo cambiamento permette di esplorare il legame profondo tra uomo e natura, aggiungendo spunti comici e riflessivi su quanto i piccoli animali possano insegnare agli esseri umani. Inoltre, il volume si distingue per la collaborazione di personalità come Brian May, mitico chitarrista dei Queen e fondatore di un centro di recupero per animali in Inghilterra, che ha scritto una dedica toccante tra le pagine del libro.
Con una carriera che spazia dalla collaborazione con Mediaset a progetti informativi per aziende, Morucci ha dato un contributo fondamentale a questo progetto, rendendo accessibili e comprensibili i temi dell’ambiente e della biodiversità attraverso il linguaggio universale del fumetto.
Collaborazione con l’Università di Torino
Nel 2023, il Centro La Ninna ha avviato una collaborazione con l’Università di Torino e altri istituti europei per studiare i ricci ricoverati. Grazie al coordinamento della professoressa Maria Teresa Capucchio, il progetto indaga i fattori di mortalità e malattia dei ricci, offrendo uno sguardo scientifico sulla loro fragilità ambientale. L’obiettivo è trasformare il Centro La Ninna in un centro di ricerca di riferimento, raccogliendo dati essenziali per la conservazione della specie.
A questo punto, cerchiamo di conoscere meglio queste deliziose creature.
Conosciamo i ricci
I ricci, piccoli mammiferi che appartengono alla famiglia Erinaceidae, sono noti per la loro caratteristica pelliccia ricoperta di aculei. Questi simpatici animali, di origine antica e diffusi soprattutto in Europa, Africa e Asia, hanno da sempre catturato l’immaginazione popolare per il loro aspetto inconfondibile e i loro comportamenti peculiari.
Vivono in ambienti temperati e preferiscono habitat come boschi, prati e giardini, dove possono trovare rifugi sicuri e fonti di cibo adeguate. Sono animali notturni e solitari, che si attivano al calare del sole alla ricerca di cibo. Durante il giorno, amano riposarsi in nascondigli protetti, come cespugli o tronchi cavi. I loro aculei, che sono in realtà peli modificati, costituiscono una difesa naturale: in caso di pericolo, si appallottolano, esponendo gli aculei e proteggendo le parti più vulnerabili del corpo.
Dieta e ruolo ecologico
I ricci sono insettivori e svolgono un ruolo prezioso nell’ecosistema: la loro dieta include insetti, vermi, lumache e occasionalmente piccoli vertebrati, il che contribuisce a controllare naturalmente le popolazioni di invertebrati. Questo li rende utili per l’equilibrio ecologico e preziosi alleati per giardini e terreni agricoli, poiché riducono la necessità di pesticidi. Inoltre, attraverso la predazione di specie potenzialmente dannose per le piante, i ricci favoriscono la biodiversità e la salute dell’ambiente.
Ciclo di vita e letargo
Con una durata media della vita di 4-7 anni, i ricci attraversano fasi di letargo nei mesi invernali per risparmiare energia, riducendo al minimo le loro funzioni corporee in risposta alle basse temperature e alla scarsità di cibo. Prima dell’inverno, accumulano riserve di grasso, preparandosi così a sopravvivere al periodo di inattività. Durante il letargo, la loro temperatura corporea può scendere notevolmente, e si risvegliano solo sporadicamente.
Curiosità e interazioni con l’uomo
I ricci possiedono un forte olfatto, che utilizzano per orientarsi e trovare cibo. Un tratto affascinante è la loro abitudine di “auto-ungere”: dopo aver individuato un nuovo odore, producono una schiuma nella bocca e la distribuiscono sugli aculei, una pratica che si ritiene possa avere funzioni protettive o di comunicazione. Inoltre, per quanto non siano animali domestici, i ricci possono vivere in armonia con l’uomo, soprattutto nei giardini, dove spesso si nutrono degli insetti che trovano nei terreni e nei compost.
Minacce e conservazione dei ricci
Negli ultimi decenni, le popolazioni di ricci europei hanno subito un drastico calo. Si stima che in Gran Bretagna, ad esempio, la sua presenza ha subito un crollo del 30-50% dal 2000.
A livello di conservazione, questo mammifero è classificato come “specie protetta” e rientra nelle normative dell’Unione Europea per la protezione della fauna selvatica, come nella Convenzione di Berna. Questa normativa tutela i ricci dagli atti di cattura e uccisione non autorizzati e garantisce la salvaguardia dei loro habitat naturali, incoraggiando misure di conservazione per ridurre la mortalità e promuovere la loro sopravvivenza. Tuttavia, nonostante queste misure, il “porcospino” non è ancora classificato come “a rischio di estinzione” nella Lista Rossa dell’IUCN.
Iniziative e soluzioni
Per proteggere questa specie, molti Paesi europei hanno attivato iniziative di sensibilizzazione. Ad esempio, campagne educative incoraggiano i cittadini a creare “zone sicure” nei loro giardini, lasciando aree selvagge non trattate con pesticidi e costruendo piccoli rifugi. Anche il monitoraggio delle popolazioni di ricci da parte di associazioni e volontari è diventato fondamentale per comprendere le aree di maggiore rischio e intervenire preventivamente.
In questo contesto, il fumetto di Massimo Vacchetta rappresenta un potente strumento complementare della missione. Con il suo linguaggio visivo immediato e coinvolgente, può raggiungere facilmente un pubblico ampio, spiegare l’importanza dei ricci per l’ecosistema e mostrare come ogni cittadino possa contribuire alla loro tutela.