IN UN’EPOCA IN CUI L’EQUILIBRIO TRA COSTRUITO E NATURA DIVENTA SEMPRE PIÙ IMPELLENTE, IL CRESCENTE CONSUMO DI SUOLO E LA CRISI ABITATIVA RAPPRESENTANO SFIDE CRITICHE. IL PROGETTO “LAND-CR.AF.T.ED” PROPONE UNA VISIONE INNOVATIVA E SOSTENIBILE PER IL FUTURO DELLE AREE RURALI E DEI PICCOLI CENTRI URBANI
Il progetto land-CR.AF.T.ED
Secondo i dati delle Nazioni Unite, oltre metà della popolazione mondiale vive in aree urbanizzate, una percentuale destinata ad aumentare nei prossimi anni. Questo fenomeno porta al conseguente spopolamento delle aree rurali senza una parallela rinaturalizzazione dei territori abbandonati.
In Italia, ad esempio, nel 2022 sono stati consumati 7.677 ettari di suolo, un incremento del 10% rispetto all’anno precedente.
Il futuro delle aree rurali e dei piccoli centri urbani passa attraverso innovazioni che combinano sostenibilità e tecnologia. Renzo Macelloni, sindaco di Peccioli (PI) e Maria Alessandra Segantini, CEO di C+S Architects (studio di architettura con sedi a Treviso e Londra), stanno scommettendo su questa visione con il progetto land-CR.AF.T.ED (Community Reinvent Affordable Food Through Ecologic Design).
Parliamo di un prototipo di borgo popolare che unisce l’idea di case sociali a quella dell’agricoltura pixelata, puntando a rigenerare territori depauperati e a creare comunità coese e multietniche. Ma cosa si intende per case sociali e agricoltura pixelata?
Case sociali: obiettivi e benefici
Le case sociali sono abitazioni progettate per essere accessibili a tutti, specialmente alle fasce di popolazione a basso reddito, comunità multietniche e multiculturali. Questi alloggi non solo offrono una soluzione abitativa dignitosa e sostenibile, ma promuovono anche l’inclusione sociale e la coesione comunitaria. L’obiettivo è garantire che ogni individuo possa avere un tetto sopra la testa, contribuendo allo stesso tempo alla rigenerazione urbana e alla sostenibilità ambientale.
Inoltre, la comunità sarà in grado di autoprodurre e condividere cibo, mescolando conoscenze e semi locali con quelli provenienti da altri Paesi.
L’agricoltura pixelata è invece un metodo innovativo di coltivazione che utilizza tecnologie avanzate per ottimizzare la produzione di cibo su piccole superfici. Prevede l’uso di sensori, dati e sistemi di automazione per monitorare e gestire la crescita delle colture in modo preciso ed efficiente.
Nello specifico, ogni “pixel” rappresenta una piccola unità di coltivazione, che può essere attentamente controllata per vari parametri come l’irrigazione, i nutrienti e la luce. Questo approccio permette di adattare le condizioni di crescita alle esigenze specifiche di ogni pianta, migliorando la resa e la qualità dei prodotti agricoli.
Un mix vincente
L’integrazione dell’agricoltura pixelata nel progetto delle case sociali “land-CR.AF.T.ED” rappresenta quindi una sinergia tra abitazioni sostenibili e produzione alimentare locale. Le aree coltivabili sono inserite direttamente all’interno del borgo popolare, così da trasformare i cortili e gli spazi comuni in giardini produttivi. Gli abitanti delle case sociali possono partecipare attivamente alla coltivazione, apprendendo tecniche agricole avanzate e contribuendo alla produzione di cibo fresco e sano per la comunità. Questo modello non solo riduce i costi alimentari per le famiglie a basso reddito, ma promuove anche l’autosufficienza e la resilienza comunitaria.
L’uso di tecnologie come sensori e sistemi di automazione rende l’agricoltura pixelata particolarmente adatta per le aree urbane e periurbane, dove lo spazio è limitato e l’accesso a terreni agricoli tradizionali può essere difficile. La precisione e l’efficienza di questo metodo consentono di ottenere raccolti abbondanti anche in piccoli spazi. Cosa che contribuisce alla sostenibilità ambientale riducendo al contempo l’uso di acqua e fertilizzanti chimici.
La “vision” e interventi mirati
Commissionato dall’amministrazione comunale di Peccioli, in Toscana, “land-CR.AF.T.ED” rappresenta insomma una risposta concreta alle sfide ecologiche, economiche e sociali che affliggono le città e i paesaggi contemporanei. La rigenerazione dei paesaggi abbandonati è un pilastro fondamentale del progetto che, come accennato, intende restituire valore ecologico ed estetico ai territori depauperati.
Di conseguenza, il processo prevede interventi mirati per ripristinare la biodiversità, migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua e creare aree verdi accessibili e fruibili da tutti.
«Alla scala macro abbiamo recuperato il tema dell’arboricoltura che ridisegna un paesaggio che si rigenera naturalmente diventando una risorsa anche economica per il Comune», spiega Maria Alessandra Segantini. Quanto al paesaggio, sarà ridisegnato da una serie di boschi circolari serviti da sentieri per le manutenzioni e il taglio, bacini di raccolta dell’acqua per l’irrigazione e ricoveri per le attrezzature agricole. Ma non finisce qui.
Sostenibilità nel settore delle costruzioni
Il progetto mira a decarbonizzare il settore delle costruzioni attraverso l’uso di sistemi circolari e tecniche costruttive innovative. Questo approccio intende ridurre le emissioni di carbonio e promuovere la sostenibilità, così da mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Infine, l’implementazione di tecnologie avanzate e materiali ecocompatibili garantirà edifici efficienti dal punto di vista energetico e a basso impatto ambientale, contribuendo alla transizione verso un’economia circolare e sostenibile. Passiamo adesso al progetto.
Le case sociali di Peccioli
Il progetto delle dodici nuove residenze sociali a Peccioli, commissionato dall’amministrazione comunale, è stato concepito come una comunità di micro-fattorie. Questo innovativo concetto traduce il sistema dei casali storici toscani in una forma contemporanea.
Le unità abitative, di dimensioni variabili tra 80 e 130 mq, includono un soggiorno/cucina e una, due o tre camere e rispettano i classici canoni dell’edilizia sociale. Ogni unità abitativa è delimitata da un recinto in terra cruda che definisce anche un’area coltivabile.
Qui entra in gioco l’innovativo concetto di “pixel farming”, una tecnica agricola che sfrutta la varietà delle specie e la biodiversità per garantire un’alta produttività.
I dati raccolti dimostrano risultati straordinari in termini di qualità dei prodotti agricoli ottenuti, che possono essere utilizzati localmente come cibo sostenibile sia dal punto di vista ecologico sia economico.
Il sindaco Macelloni conclude, «La sostenibilità a tutto tondo (economica, ambientale e sociale) della visione proposta ci mette al centro di un lavoro di squadra che guarda al futuro dei nostri paesaggi».
Con il confronto imminente con la Regione, il progetto “land-CR.AF.T.ED” si prepara a diventare un prototipo di sviluppo sostenibile che unisce costruito e natura, tradizione e innovazione, offrendo una nuova speranza per il ripopolamento e la valorizzazione delle aree rurali.