TORNA IN LIBRERIA L’EDIZIONE AGGIORNATA DI “AMBIENTE E GIUSTIZIA SOCIALE. I LIMITI DELLA GLOBALIZZAZIONE”, DI WOLFGANG SACHS. LA PREFAZIONE DI GIUSEPPE ONUFRIO, DIRETTORE DI GREENPEACE ITALIA
È appena uscito in libreria la riedizione aggiornata di “Ambiente e giustizia sociale. I limiti della globalizzazione”, di Wolfgang Sachs, Castelvecchi editore.
A vent’anni dalla sua uscita in Italia l’attualità di questo volume è divenuta persino maggiore, come evidenziato da Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, nella presentazione del volume.
Onufrio ha spiegato che sono i settori più poveri della società, del Nord e del Sud del mondo, a pagare i maggiori costi della crisi climatica, avendone le minori responsabilità.
E questa è la parte più scandalosa dell’ingiustizia ambientale, già messa in evidenza da Sachs in altri lavori.
Ed è proprio il rapporto tra ecologia e giustizia sociale il tema cui ruotano attorno i saggi del libro. Dove l’Ambiente è inteso come accesso alle risorse naturali, come energia e materie prime e la limitata capacità del pianeta di assorbire il peso delle attività umane. E, anche, il diritto di accesso a risorse indispensabili per la sopravvivenza, come acqua, cibo ed ecosistemi.
Il modello di produzione e consumo basato sulle attuali tecnologie e sullo stile di vita occidentale risulta non democratizzabile perché non ci sono sufficienti risorse per tutti gli abitanti del pianeta.
Nel libro, Sachs ci guida anche alla ricerca di possibili vie d’uscita tenendo ben presente che, nel mondo globalizzato, non esiste possibilità di equità senza includere l’ecologia.
Il riconoscimento dei diritti di accesso a natura e società a quella parte del mondo che ne è priva è il presupposto indispensabile a una cittadinanza globale.
Nel testo, focus particolare sugli habitat naturali dei poveri, ripetutamente presi di mira dall’economia internazionale delle risorse. Il conflitto per l’accesso a queste ultime, tra l’economia di sussistenza e l’economia di mercato è alla base delle attuali controversie sull’uso della natura.
La fame di risorse della classe medio–alta globale è ora rivolta verso il Sud del mondo
Le relazioni commerciali sono diseguali in termini ambientali, se le nazioni sono colpite in modo asimmetrico dalle conseguenze dello sfruttamento delle risorse e dello smaltimento dei rifiuti. Questa situazione asimmetrica risulta cruciale quando la finitezza della natura sta diventando sempre più evidente e la fame di risorse della classe medio–alta globale è ora rivolta verso il Sud del mondo, come evidenzia l’autore nell’aggiornamento introduttivo alla nuova edizione.
I Paesi ad alto reddito si appropriano di una quota netta sproporzionatamente ampia di materiali, energia, territorio e manodopera attraverso il commercio internazionale.
I diritti umani e ambientali possono essere rispettati solo se la classe globale ad alto consumo riduce la sua domanda di risorse naturali.
Si vuole soddisfare l’esigenza di acqua, terra e sussistenza economica o la necessità di viaggi aerei e depositi bancari? Si devono considerare i bisogni di prima necessità o i generi di lusso? I bisogni da prendere in considerazione sono quelli della società mondiale dei consumi oppure quelli dell’enorme moltitudine di poveri? Da queste domande, forse, è necessario ripartire per ripensare a un nuovo concetto di “Sviluppo sostenibile”.
Perché “il mondo ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di ciascuno”. (Mohandas Gandhi).
Teologo e sociologo, Wolfgang Sachs è direttore di ricerca emerito presso il Wuppertal Institut per il clima, l’ambiente e l’energia. Già professore all’Università di Kassel e allo Schumacher College in Inghilterra. È stato presidente di Greenpeace Germania, membro del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico e del Club di Roma.