martedì, Aprile 29, 2025

Riportati in vita i lupi estinti. La scienza riscrive il futuro

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IN UN’EPOCA SEGNATA DALLA CRISI CLIMATICA E DALLA PERDITA DI BIODIVERSITÀ, LA SCIENZA RISPONDE CON UNA RIVOLUZIONE SENZA PRECEDENTI: RIPORTARE IN VITA SPECIE ESTINTE. QUESTO ARTICOLO RACCONTA L’IMPRESA VISIONARIA DI COLOSSAL BIOSCIENCES E IL RITORNO DEI LUPI PREISTORICI SULLA SCENA DEL MONDO

Colossal Biosciences riscrive il destino dell’estinzione: riportati in vita due lupi preistorici

L’estinzione non è più un destino ineluttabile. Per Colossal Biosciences, società americana di biotecnologia e ingegneria genetica, è una sfida da affrontare con coraggio e innovazione. Fondata per unire il potere della genetica con la visione della scoperta, Colossal vuole restituire vita ai giganti del passato e costruire un futuro per il pianeta.

Nei suoi laboratori all’avanguardia, l’impresa sogna di far riecheggiare il ruggito del mammut lanoso sulla tundra e risvegliare le terre selvagge scomparse. Obiettivo dichiarato: rilanciare le economie biologiche, promuovere la guarigione attraverso la genetica e rendere l’umanità più consapevole e in armonia con la natura. 

Romulus e Reemus

Il progetto simbolo di questa rivoluzione scientifica ha già un nome, o meglio due: Romolo e Remo, due lupi riportati alla vita dall’estinzione. In realtà, sono tre i cuccioli. Sono nati tra ottobre 2024 e gennaio 2025, frutto di gravidanze separate. Tra loro c’è anche una femmina: si chiama Khaleesi, come la celebre protagonista del “Trono di Spade”. Un nome che non è un caso, perché proprio quella serie ha contribuito a riportare l’immaginario dei “metalupi” al centro dell’attenzione collettiva.

Oggi, quei lupi leggendari non sono più solo finzione. I tre cuccioli appartengono infatti alla specie “Aenocyon dirus”, nota come enocione o “dire wolf” – lupo terribile – nel mondo anglosassone. Questa creatura maestosa, vissuta tra 200mila e 10mila anni fa, popolava le Americhe e l’Asia orientale. Oggi, rinasce da un progetto scientifico straordinario.

Attraverso la ricostruzione completa del genoma del lupo preistorico, Colossal ha compiuto un passo epocale nella scienza, nella conservazione e nella speranza per il pianeta. Dopo anni di ricerca pionieristica, tecnologia d’avanguardia e dedizione assoluta, la missione di rendere reale la de-estinzione ha finalmente preso forma. 

Una nuova era per la biodiversità globale

Il ritorno alla vita di Romolo e Remo segna l’inizio di una nuova era per la biodiversità globale, ma non è l’unico traguardo. Colossal ha annunciato la nascita del primo “lupo fantasma rosso clonato al mondo”, battezzato “Neka Kayda”, nome scelto dalla tribù Karankawa, che abitava la costa sud-orientale del Texas, negli Stati Uniti.

Il significato è potente: “figlio fantasma”, un richiamo spirituale alle origini e alla terra condivisa con questa specie iconica e creduta perduta. Questi lupi portano nel loro DNA l’essenza del “Red Wolf”, considerato tra i più minacciati al mondo, oggi simbolo di rinascita genetica. 

L’impiego della biotecnologia di frontiera ha aperto una nuova strada per il recupero delle specie in pericolo, offrendo nuove soluzioni alla crisi ecologica. Romolo, Remo e Neka Kayda troveranno casa in una vasta riserva ecologica, un habitat sicuro dove potranno crescere lontani dai pericoli dell’estinzione. 

Un progetto dall’approccio etico e protettivo

“Vivranno in una riserva sicura ed estesa”, recita il comunicato ufficiale di Colossal Biosciences, sottolineando l’approccio etico e protettivo del progetto. La rinascita del lupo preistorico rappresenta molto più di una meraviglia scientifica: stimola la creazione di tecnologie utili anche alla conservazione moderna. 

Tra queste, spicca una nuova tecnica di “clonazione del sangue non invasiva”, sviluppata grazie ai recenti successi nel campo della de-estinzione. Il procedimento, simile a un prelievo veterinario standard, evita l’uso di biopsie e tutela il benessere di specie fragili o protette. Un avanzamento che potrebbe rivoluzionare la gestione genetica degli animali in pericolo e migliorare le pratiche di conservazione a livello globale. 

Colossal Biosciences dimostra che ciò che sembrava fantascienza può oggi diventare realtà, restituendo vita al passato per salvare il futuro della Terra. 

Clonazione: così la scienza resuscita la vita

Dietro il ritorno dei lupi estinti c’è una delle tecnologie più affascinanti e discusse della biologia moderna: la clonazione. Lontana dalla fantascienza e sempre più vicina alla pratica, questa tecnica consente oggi di riportare in vita organismi scomparsi, restituendo al mondo ciò che sembrava perduto per sempre.

Il processo, noto come “clonazione riproduttiva”, comincia con il recupero del “DNA dell’organismo da clonare”. Nel caso di specie estinte, come i lupi preistorici, i ricercatori della Colossal Biosciences hanno utilizzato il Dna estratto da cellule prelevate da tracce di sangue presenti sui reperti: un dente di 13mila anni fa trovato in Ohio e un osso dell’orecchio di 72mila anni fa rinvenuto in Idaho.

Una volta ottenuto il DNA, i ricercatori isolano il “nucleo di una cellula somatica” – una cellula del corpo che contiene l’intero patrimonio genetico dell’animale originale -. Questo nucleo viene poi trasferito all’interno di “una cellula uovo donata da una specie compatibile”, dalla quale è stato rimosso il nucleo originale.

La precisione della scienza

È a questo punto che entra in gioco la precisione della scienza. L’ovulo, ormai “ripulito” e dotato del nuovo codice genetico, viene “attivato elettricamente o chimicamente” per simulare una fecondazione naturale. Inizia così a dividersi e a svilupparsi come un normale embrione.

Una volta raggiunto lo stadio embrionale adeguato, questo piccolo miracolo biologico viene “impiantato nell’utero di una madre surrogata”. Se l’operazione ha successo, la gestazione procede regolarmente fino alla nascita del clone.

È proprio grazie a questa sequenza di operazioni – precisa, delicata, rivoluzionaria – che sono venuti alla luce “Romulus e Reemus”, i due lupi preistorici riportati in vita da Colossal. 

Nel corso degli anni, la clonazione si è arricchita di nuove frontiere. L’azienda ha perfezionato anche “una tecnica di clonazione del sangue non invasiva”, che permette di ottenere materiale genetico utile da un semplice prelievo, simile a quello effettuato in una visita veterinaria di routine. 

Questa innovazione consente di evitare pratiche più traumatiche, come le biopsie, e rappresenta un progresso fondamentale per la conservazione di specie in pericolo o protette. 

Con queste tecnologie all’avanguardia, la clonazione non è più solo un sogno scientifico ma un potente strumento per “salvare la biodiversità”, ricostruire gli equilibri perduti e, forse, correggere gli errori dell’umanità.

Numero verde ONA

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