L’ITALIA È UNO DEI PAESI PIÙ RICCHI DI PAESAGGI AL MONDO. PER PROTEGGERLI, LA NORMATIVA ITALIANA HA MESSO IN CAMPO STRUMENTI PRECISI. TRA QUESTI, UNO DEI PIÙ IMPORTANTI È LA RELAZIONE PAESAGGISTICA, CIOÈ UN DOCUMENTO TECNICO CHE ACCOMPAGNA OGNI RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA
Uno strumento fondamentale
L’Italia è uno dei Paesi più ricchi di paesaggi al mondo: colline coltivate, borghi antichi, monti incontaminati e bellezze naturali che raccontano i segreti di ambienti diversi e una ricca biodiversità. Ma questa bellezza non è eterna né scontata. Per proteggerla, la normativa italiana ha messo in campo strumenti precisi.
Tra questi, uno dei più importanti è la relazione paesaggistica, un documento fondamentale per valutare l’impatto di nuovi interventi sul territorio. In questo articolo vediamo cos’è e cosa ha da dirci.
Che cos’è una relazione paesaggistica?
Una relazione paesaggistica è un documento tecnico, previsto dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004), che accompagna ogni richiesta di autorizzazione paesaggistica. Serve a valutare come un intervento edilizio o infrastrutturale inciderà sul paesaggio circostante. In altre parole, è il primo passo per capire se un progetto è compatibile con il contesto naturale, storico e culturale in cui si inserisce.
Ogni relazione deve seguire standard precisi, definiti dal DPCM del 12 dicembre 2005, e viene esaminata dalle autorità competenti e dalla Soprintendenza, che hanno il compito di esprimere un parere vincolante.
Quando serve? Non solo per grandi opere
La relazione paesaggistica non riguarda solo grandi costruzioni o infrastrutture. È richiesta ogni volta che si interviene in aree sottoposte a vincolo paesaggistico. Ad esempio:
- nuove costruzioni o ampliamenti;
- Modifiche a edifici esistenti, come variazioni di facciata o destinazione d’uso;
- Lavori su aree agricole o naturali;
- Installazioni di impianti fotovoltaici o eolici;
- Costruzione di strade, ponti o infrastrutture energetiche.
Va precisato che l’autorizzazione paesaggistica è distinta dal permesso di costruire: sono due procedimenti separati, ma la prima è un passaggio obbligato per ottenere il secondo.
Cosa contiene una buona relazione paesaggistica?
Il cuore della relazione è l’analisi del contesto: descrive lo stato attuale del luogo, evidenzia gli elementi di valore (storici, naturalistici, visivi) e analizza quali cambiamenti comporterebbe l’intervento. Vengono indicati anche eventuali accorgimenti per mitigare l’impatto visivo o ambientale, come l’uso di materiali compatibili o la piantumazione di alberi.
In questo modo, la relazione diventa uno strumento per conciliare sviluppo e tutela, aiutando a progettare interventi più rispettosi del territorio.
Oggi, grazie alla tecnologia, redigere una relazione paesaggistica è più efficace e preciso. Si usano strumenti come il BIM (Building Information Modeling) e i GIS (Geographic Information Systems), che permettono di creare simulazioni realistiche del territorio e dell’intervento, facilitando la valutazione dell’impatto visivo e ambientale.
Il supporto dell’Istituto Iride: consulenza tecnica e scientifica
Per chi deve affrontare questo tipo di pratica, non sempre semplice, esistono realtà come Iride, un istituto specializzato in ricerca e ingegneria per la sostenibilità. Iride offre consulenza tecnica e scientifica, supportando enti pubblici, aziende e privati nella stesura della relazione e nella presentazione della domanda di autorizzazione.
Il suo team multidisciplinare – composto da architetti, urbanisti, biologi e tecnici ambientali – garantisce che ogni progetto rispetti le normative e valorizzi, anziché compromettere, il paesaggio.