L’ASSOCIAZIONE EUROPEA DELLE VIE FRANCIGENE (AEVF) E IL CLUB ALPINO ITALIANO (CAI) HANNO FORMALIZZATO UN ACCORDO SIGNIFICATIVO VOLTO A PROMUOVERE E VALORIZZARE L’ANTICO CAMMINO, CON UN’ATTENZIONE SPECIALE AL TURISMO SOSTENIBILE E ALLE ATTIVITÀ ALL’ARIA APERTA. L’INTESA, FIRMATA NEI PRIMI GIORNI DI SETTEMBRE, MIRA A RENDERE IL TRATTO ITALIANO DEL PERCORSO PIÙ FRUIBILE E INCLUSIVO, SALVAGUARDANDO AL CONTEMPO IL RICCO PATRIMONIO STORICO E NATURALISTICO CHE LO CARATTERIZZA. IN QUESTO MODO, SI PUNTA A INCENTIVARE LA SCOPERTA DEI TERRITORI ATTRAVERSATI, PROMUOVENDO UNA MOBILITÀ LENTA E RISPETTOSA DELL’AMBIENTE
Conosciamo la Via Francigena
La Via Francigena attraversa quattro nazioni europee: Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia, ciascuna con un patrimonio naturale, storico e culturale unico. Il percorso, di circa 1.600 chilometri, non è solo un cammino di fede, ma anche una testimonianza vivente della storia europea, un’arteria che per secoli ha facilitato il transito di persone, merci, idee e culture, contribuendo alla costruzione di un’identità comune durante il Medioevo.
Documentata per la prima volta nel 990 d.C. da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, la Via Francigena fu descritta minuziosamente nel suo diario di viaggio al ritorno da Roma, dove si era recato per ricevere il pallio (un’insegna liturgica) dalle mani del Papa.
Questo documento, noto come “Itinerario di Sigerico”, rappresenta una delle prime descrizioni dettagliate dello stesso, che si è tuttavia evoluto nel tempo, adattandosi alle esigenze e alle condizioni delle varie epoche storiche.
Pur con numerose varianti, il tracciato ha mantenuto la sua rilevanza, divenendo una delle principali rotte di pellegrinaggio medievali insieme al Cammino di Santiago. Nel 2010, il Consiglio d’Europa ha riconosciuto ufficialmente la Via Francigena come Itinerario Culturale Europeo, sancendone l’importanza non solo spirituale, ma anche culturale e storica.
Inoltre è una meta sempre più apprezzata da escursionisti, amanti della natura e appassionati di turismo sostenibile. Grazie alla sua varietà paesaggistica e alla ricchezza del patrimonio storico che la costella, questo cammino invita insomma a un viaggio che non è solo fisico, ma anche interiore, in grado di arricchire chiunque vi si avventuri. Ma perché si chiama Francigena?
Etimologia del termine
La Via Francigena deve il suo nome ai pellegrini provenienti dalla Francia e dalle terre oltre le Alpi, chiamati “Franchi” in epoca medievale. Questo termine non si riferiva esclusivamente agli abitanti della Francia moderna, ma a tutte le popolazioni dell’Europa occidentale che attraversavano queste terre per raggiungere Roma, sede della cristianità. Il percorso fu quindi denominato “Francigena”, ossia “che proviene dalla Francia”, per indicare la via che collegava la città eterna con i territori francesi e il resto dell’Europa.
Pronti per il viaggio?
Canterbury in Inghilterra, dove inizia il cammino
La Via Francigena prende avvio a Canterbury, una delle città più importanti del cristianesimo medievale, resa celebre non solo per la sua splendida Cattedrale, ma anche per la sua centralità spirituale, soprattutto dopo il martirio di Thomas Becket nel 1170. La cattedrale divenne un luogo di pellegrinaggio imprescindibile, attirando fedeli da tutta Europa. Canterbury, quindi, non è solo l’inizio geografico del cammino, ma anche un simbolo della dimensione spirituale del viaggio, che combina fede e scoperta.
Il percorso si snoda attraverso la campagna del Kent, una regione verdeggiante che, grazie al suo terreno fertile e alle sue distese agricole, è stata soprannominata il “Giardino d’Inghilterra”. Il paesaggio è un affresco di colline ondulate, punteggiate da villaggi medievali, chiese parrocchiali e manieri storici, testimonianza di un’epoca in cui la terra era il cuore della vita sociale ed economica. La flora è vivace: i rovi e i mirtilli si mescolano a una varietà di fiori selvatici, mentre nelle foreste si possono ascoltare i canti del pettirosso e della cinciallegra, compagni invisibili dei pellegrini.
Champagne e Borgogna tra vigneti e monasteri
Una volta attraversato il Canale della Manica, i pellegrini approdano sulle coste della Francia, entrando in una terra profondamente influenzata dalla storia e dal cristianesimo. Le regioni della Champagne e della Borgogna offrono una mescolanza di paesaggi rurali e cittadine storiche, ogni angolo permeato da secoli di cultura e tradizione. La Champagne, famosa per i suoi vigneti, non solo rappresenta un paradiso enologico, ma simboleggia anche il lavoro dell’uomo in armonia con la natura. Le distese di viti che si perdono all’orizzonte, sotto cieli aperti e luminosi, sono il segno di una coltura che ha plasmato l’economia e l’identità della regione.
Proseguendo, la Via Francigena conduce in Borgogna, terra di antichi monasteri benedettini e splendide abbazie, come quella di Cluny, che nel Medioevo fu uno dei più potenti centri monastici d’Europa. I boschi di querce e faggi si alternano ai vigneti, ospitando una fauna ricca e variegata, con specie come il cervo e il capriolo, che abitano le aree più selvagge.
Le città storiche come Reims, celebre per la sua cattedrale gotica dove venivano incoronati i re di Francia, e Besançon, con la sua cittadella progettata da Vauban, aggiungono al cammino un tocco di magnificenza architettonica e spirituale.
Gli impervi passi sulle Alpi Svizzere
Dopo aver attraversato le pianure francesi, il cammino conduce nelle imponenti Alpi Svizzere, un territorio dove la bellezza naturale si fonde con la storia del pellegrinaggio. Nei secoli passati, la catena montuosa, con i suoi passi impervi e spesso pericolosi, rappresentava una sfida ardua per i pellegrini diretti a Roma o ad altre mete religiose.
Allo stesso tempo, però, offriva alcuni dei paesaggi più affascinanti e suggestivi dell’intero percorso. La vegetazione alpina, con i suoi abeti e larici, copre le valli e i pendii, mentre piante come la genziana e l’arnica colorano i prati d’altura. Il Colle del Gran San Bernardo, una delle tappe più iconiche, deve il suo nome all’ospizio fondato da San Bernardo di Mentone nel XI secolo, un rifugio per i pellegrini e i viaggiatori che affrontavano le insidie della montagna.
Questo passo non è solo una meraviglia naturale, ma anche un crocevia culturale e spirituale, dove la Via Francigena incarna il concetto di pellegrinaggio come attraversamento di confini e barriere, fisiche e interiori.
La fauna alpina è altrettanto affascinante, con la possibilità di avvistare animali come il camoscio, lo stambecco e l’aquila reale, che sorvegliano dall’alto le cime innevate. Qui, la solennità della natura invita alla riflessione e alla contemplazione.
L’Italia da nord a sud, tra storia e natura
In Italia la Via Francigena attraversa diverse regioni, che offrono paesaggi ricchi di storia e tradizioni. Il Piemonte, terra di castelli medievali e abbazie, è caratterizzato da colline coltivate a viti, dove si producono alcuni dei vini più apprezzati d’Italia, come il Barolo.
Città come Ivrea, con il suo anfiteatro morenico e Vercelli, con la sua antica Basilica di Sant’Andrea, raccontano storie di un passato glorioso, ricco di cultura e spiritualità.
Giungendo in Toscana il paesaggio cambia nuovamente: le colline toscane, ricoperte di macchia mediterranea, con rosmarino, lavanda e ginestra, offrono panorami che sembrano usciti da un dipinto rinascimentale.
Le città medievali di Siena e San Gimignano sono testimonianza di un passato in cui arte, fede e potere si intrecciavano. Le torri di San Gimignano, simbolo della rivalità tra le famiglie nobili, si stagliano all’orizzonte, mentre le strade di pietra e le piazze di Siena raccontano di una storia intrisa di arte e religione, culminata nel celebre Palio.
Da Roma alla Puglia
Attraversando il Lazio, il cammino giunge a Roma, la “Città Eterna“, cuore della cristianità e meta di pellegrinaggio sin dai tempi antichi. La Capitale, con i suoi monumenti millenari come il Colosseo, il Foro Romano e la Basilica di San Pietro, non è solo una tappa spirituale ma anche una città che ha plasmato la storia dell’Occidente.
Infine, il cammino si conclude nelle terre del Mezzogiorno, attraversando la Campania e il Salento in Puglia. La Costiera Amalfitana, con le sue scogliere vertiginose e i suoi villaggi pittoreschi, offre un paesaggio pittoresco. Proseguendo verso sud, si arriva in Salento, dove la macchia mediterranea è punteggiata da olivi secolari e muretti a secco, fino a giungere a Santa Maria di Leuca. Questo luogo, conosciuto come “Finibus Terrae“, rappresenta il punto d’incontro tra il Mar Adriatico e il Mar Ionio, simbolo della fine del viaggio ma anche di un nuovo inizio spirituale.
Il Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae, affacciato sul mare, accoglie i pellegrini che completano il loro cammino, suggellando il lungo viaggio che ha attraversato non solo quattro nazioni, ma secoli di storia e cultura.
Ma veniamo all’accordo.
Un futuro sostenibile per la Via Francigena

Nei prossimi tre anni, l’Associazione Europea della Via Francigena (AEVF) e il Club Alpino Italiano (CAI), si impegneranno a garantire la qualità e la sostenibilità dei percorsi della Via Francigena. Questo sforzo congiunto includerà una serie di attività strategiche volte a preservare e valorizzare il cammino.
Il primo obiettivo è la manutenzione e il miglioramento dei sentieri. Saranno effettuati interventi specifici per assicurare che i percorsi rimangano sicuri e percorribili, così da preservare la loro integrità e bellezza naturale. Questo lavoro include la riparazione di tratti danneggiati e l’adeguamento di aree che potrebbero presentare rischi per i pellegrini.
Inoltre, sarà ottimizzata la segnaletica e la cartellonistica lungo il percorso. L’aggiornamento delle indicazioni è essenziale per garantire che i viaggiatori possano orientarsi facilmente e navigare con sicurezza.
Una partnership importante
Un altro aspetto fondamentale è la revisione della cartografia e delle mappe. Saranno create mappe dettagliate e aggiornate che faciliteranno una pianificazione più precisa e informata dei viaggi. Questa iniziativa mira a rendere il percorso più accessibile e a migliorare la preparazione dei pellegrini prima della partenza.
Infine, saranno organizzati eventi e attività formative per sensibilizzare i viaggiatori e le comunità locali sull’importanza della Via Francigena. Seminari e programmi educativi promuoveranno una maggiore comprensione e rispetto per il cammino e per i suoi valori storici e culturali.
Francesco Ferrari, presidente dell’AEVF, ha sottolineato l’importanza dell’accordo con il CAI, evidenziando come questa collaborazione rappresenti un passo cruciale per migliorare la sicurezza e la qualità del tracciato. Laura Colombo, vicepresidente del CAI, ha aggiunto che questa partnership sarà fondamentale per promuovere un turismo sostenibile, che rispetti e valorizzi i paesaggi e le culture locali.
Questo impegno congiunto, assicurerà che le generazioni future possano continuare a scoprire e apprezzare la bellezza e la storia di questo straordinario cammino di pellegrinaggio.